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DEI E SEMIDEI

Sintesi e pareri personali del libro di M. Biglino

e F. Esposito

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     Libro molto tecnico adatto più a studiosi della Bibbia che a semplici curiosi come me. D’altra parte quando si scava in profondità su argomenti di cui non esiste chiarezza ma solo scritti antichi che sono stati tradotti da lingue polisemiche, di cui i vari traduttori hanno scelto il significato a seconda dei propri proponimenti o addirittura completamenti diversi da quelli indicati, non si sa quale sia la verità.

Difficile per me seguire il significato della traduzione di una frase o di una parola, in pagine e pagine di esempi interlineari a seconda degli autori che hanno scritto un dato argomento che non collima o è in contrasto.      Cercare di fare chiarezza sull’intendimento di tante frasi, che a seconda dell’autore può essere in un modo o in un altro, per me non è possibile. Ma anche quando tutto pare chiaro e logico, tanto da non avere dubbi sul significato di una frase, ecco che Paolo di Tarso scrive che, leggendo una frase logica, non bisogna crederle perché c’è una Provvidenza Divina a cui bisogna affidarsi anche se non la si vede.

1 Corinti 2,5

5perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

     Infatti quando una frase è inequivocabilmente chiara, tanto da non poterla trasformare in altro modo e che fa capire esattamente cosa intendesse l’autore, se questa contrasta con quanto hanno inventato, cioè per esempio che esiste un Dio unico, invece di tanti, ecco che l’uomo non può capire, è debole.

A prescindere però dalla difficoltà che ho incontrato per seguire i vari ragionamenti dei due autori, che scendono in dettagli molto profondi, pur essendo spesso ridondanti e anche essendo al corrente delle varie argomentazioni perché già lette e studiate su altri libri, ho di fatto allargato l’orizzonte da me conosciuto di ogni singolo argomento, perché l’ho rivisitato da un’ottica diversa rispetto a prima.

   Una delle mie maggiori curiosità è sempre stata quella di conoscere come da principio iniziò davvero il Cristianesimo partendo dalla religione ebraica.  Cosa, chi lo creò e lo sviluppò in tutte le sue diverse anime. Questo libro finalmente soddisfa in larga parte la mia curiosità, unito naturalmente ad altri da me già conosciuti. Anche se in definitiva, non fa che confermare che niente di quello che ci dicono si può provare.

 

SCRITTI LETTERALI ED INTERPRETATIVI

 

     Dal V secolo A.C. in avanti, in tutto il mondo vi fu un cambiamento radicale sulle letture degli antichi scritti. Un lento ma inesorabile processo di spiritualizzazione che investì il mondo dalle Indie fino alla Grecia.

    Furono reinterpretare tutte le tradizioni che erano state trasmesse dalle generazioni precedenti, cioè le integrità letterarie genuine, senza che fossero mai tradite i contesti d’origine.

    Nel mondo greco questo nuovo modo trasmise concetti diversi, una nuova riflessione che cambiarono le filosofie e le idee anche sull’origine del mondo, fino a raggiungere le reinterpretazioni etiche, morali, politiche e sociali.

    Anche il mondo ebraico ne fu influenzato, nel periodo in cui ogni speranza concreta era negata essendo dominato dagli assiro-babilonesi. L’idea nacque dalla sconfitta del loro Dio.

    Dalla parte ellenica, invece, si volle dare una giustificazione, un riscatto e una dignità, trasformando il testo semitico a favore di nuove prospettive spirituali, completamente assenti in precedenza. Perciò fu riscritta la Bibbia dei 70 e il tutto cambiò con Filone d’Alessandria. Gli ebrei in diaspora finalmente poterono vantare una letteratura di prestigio sul livello di quella omerica e la speranza di poter vivere serenamente nel mondo, il rapporto col divino. Questo però provocò una separazione facendo nascere un nuovo credo, prendendo come base la Septuaginta vista dalla parte ellenistica e dando vita alla fede paolina.

 

Il Nuovo Testamento nel contesto semitico

 

     Purtroppo dobbiamo fare riferimento solo con la documentazione che ci è arrivata da quel tempo fino ad oggi. Ne abbiamo tanta che ci racconta di come il Cristianesimo si radicò nel tempo con Paolo, ma quasi niente di come era all’inizio. Se non per la lettera di Giacomo, che ci parla della legge mosaica in contrasto con la fede paolina. In pratica all’inizio della cristianità pare esserci stata una frattura tra coloro che conobbero Gesù e predicarono con lui nelle zone note e gli altri ebrei della diaspora che furono “contaminati” dell'ellenismo- ll. Quindi due dottrine ben diverse.

Possiamo solo riferirci ai vangeli canonici in cui si evince sempre più, un netto accanimento contro gli ebrei da parte di Gesù. Iniziando dalla cacciata dal tempio dei mercanti che speculavano come se fosse un mercato.

     Però i vangeli furono scritti tenendo conto dei romani, che in quel periodo imperavano sul territorio e quindi non si poteva in alcun modo scrivere in altra maniera. Tanto che anche su Giovanni 8,44 si afferma che gli ebrei hanno come padre il diavolo. Andando ancora più in fondo qualcuno come il filosofo francese Michel Onfray, pensa che questa avversione contro gli ebrei, denunciata nei vangeli, è proprio una missione antisemita che poi sfocerà in quella teorica del nazionalsocialismo e del nazismo praticato.

 

Due mondi differenti:

     Comunque i gesuani erano fedeli al contratto con Yahweh e quindi alla circoncisione e all’obbedienza delle leggi, anche se dure. Sordi ad ogni legame e contatto con i “gentili”, attendevano il riscatto del loro popolo guidato dal Messia per poter dominare sul mondo, loro, l’unico popolo eletto. Erano dunque in pieno contrasto con l’oppressore (romani). Vedi Simone lo zelota.

     Mentre i paolini, anche se all’inizio attendevano il riscatto nella vita, che vivevano senza alcuna speranza, in un al di là che era fuori dai loro pensieri, riuscirono alla fine ad imporsi su tutti perché avevano una dottrina aperta a chiunque, condita dalla cultura greca che offriva un moderno modo di pensare, abbracciando ideali che favorivano la cultura del corpo e dello spirito. Un globalismo che contagiava ognuno più facile da capire e da seguire.  

 

KYRIOS CHRISTOS

 

     In che modo è nata l’idea di un Gesù divino? E’ stato introdotto da Paolo oppure c’era già prima?

     Dalle sue lettere si evince che Gesù è sempre scritto insieme a Cristo e Signore.

    Mentre dal primo non si hanno dubbi perché deriva da unto/messia, per il secondo ci sono delle complessità perché Signore è il termine con cui si traduce Yahweh. Quindi un essere divino.

    Sia i greci e sia gli ebrei non avevano una cultura monoteista. Erano consapevoli che esistevano molti dei e semidei. Come sono giunti ad un solo Dio?

Paolo precisa in un suo verso I Corinti 8,4 un idolo è nulla al mondo e non esiste che un Dio solo.

Perciò possiamo pensare che Paolo indicasse davvero un solo Dio. Invece subito dopo scrive:

I Corinti 8,5-6….anche se difatti vi sono delle pretese divinità nel cielo e sulla terra, come di fatto vi sono molti      Dei e molti Signori, per noi c’è un solo Dio. Il padre dal quale tutto proviene…

Pare un’incongruenza invece Paolo voleva dire che, le statuette a cui si offrivano i sacrifici non erano niente, erano inermi e non potevano in alcun modo rispondere per le preghiere ricevute. Ma che gli dei esistevano era vero, anche se loro ne consideravano uno solo. Quindi uno dei tanti non l’unico Dio.

In seguito riuscirono in qualche modo a dare una pluralità al Dio, solo inventando la Trinità, un solo Dio ma accompagnato da altre due essenze divine.

     Siamo sicuri che Gesù provenga dalla famiglia di Davide?

    Questo perché due famosi evangelisti, Luca e Matteo nei loro vangeli ci trasmettono delle genealogie differenti. Gli avi che ci giungono fino a re David sono coincidenti perché sono tutti personaggi noti e famosi, mentre quelli che arrivano fino a Gesù sono diversi. Infatti non coincidono affatto. Molto strano che i due evangelisti non siano precisi nel loro elenco, tenendo conto poi che sono stati ispirati da Dio. E non si tratta di cose di poco conto ma di differenze sostanziali.

 

Paolo e il sesso

 

     Il racconto di Luca a proposito dell’Annunciazione non è un fatto esclusivo. Già da Gen. 6.4 si legge che i figli di Dio, angeli, semidei o altro, si presero le figlie degli uomini e da questi vennero fuori gli uomini famosi dell’umanità.

    Ma non solo nella Bibbia, anche in tutto il mondo abbiamo una letteratura che ci parla di Dei e semidei che convivono con gli umani.

   Tante scorribande di Dei omerici che si invaghivano di fanciulle vergini umane per poi procreare uomini famosi come Ercole, per finire a Sansone della Bibbia. Certo le malcapitate poi non ci facevano una bella figura essendo comunque adultere se sposate o solo sedotte se nubili. Questo non era tollerato da nessuno.

    Anche per quanto riguarda Maria (la Madonna) una fanciulla sposata ma ancora vergine, per i primi due secoli venne considerata come tutte le altre, poi durante il secondo Concilio di Costantinopoli nel 553 d.C.  fu proclamato un DOGMA per cui la Madonna fu ritenuta vergine prima durante e dopo il parto, insomma una verginità perpetua.

Il sesso è stato ritenuto dai cristiani sempre peccaminoso, qualcosa da nascondere. Forse perché l’inventore della cristianità aveva dei problemi con il sesso. Paolo non si sposò mai e questo per uno della sua condizione era male. Perché l’uomo doveva sposarsi se desiderava compiere fino in fondo la naturale essenza di uomo. Paolo diceva di avere una spina nella carne che gli impediva tutto ciò. Continuava affermando che sarebbe stato meglio rimanere celibi, a meno che non si avesse il tormento del sesso dentro e allora sarebbe stato preferibile soddisfare con una moglie quel desiderio, senza creare problemi ad altri. Ma poi si parlò che la femmina era la figlia del diavolo e che portava in sé la cattiveria.

    Andando avanti con gli anni si diceva che la donna doveva essere moglie e madre, ma sarebbe stato desiderabile che non si unisse all’altro sesso per rimanere in compagnia del suo pudore.

Sempre più peccaminoso divenne il sesso finché nel 1837 il vescovo di Le Mans, Mons Bouvier riassumeva i temi in una successione di capitoli buoni per la confessione:

     I peccati dei fidanzati, i peccati sessuali tra marito e moglie, i peccati della donna violentata, i peccati della convivenza, i peccati dei baci, i peccati della eiaculazione precoce, i peccati dei toccamenti, i peccati dello sguardo, i peccati degli abiti femminili, i peccati dei romanzi, i peccati degli spettacoli, i peccati del ballo, i peccati del godimento, i peccati di Onan. (coito interrotto o impropriamente masturbazione).

 

L’Immacolata Concezione

 

     Il dogma dell’Immacolata Concezione è stato proclamato da Pio IX l’8 dicembre del 1854 e significa che Maria è nata senza il peccato originale come invece è tutta l’umanità. Perciò prima di quella data anche lei era considerata macchiata. Però leggendo bene la Bibbia, oppure tenendo conto degli esegeti cristiani: evangelisti, cattolici protestanti ed anche degli ebrei, tutti dicono che non esiste il peccato originale nella forma in cui ci è stato tramandato. Piuttosto è stata una difesa che gli Elohim si sono dati affinché Adamo e Eva non arrivassero a diventare ingestibili. Quindi la loro cacciata fu una misura preventiva non una disobbedienza.

     Quando Caino fu cacciato per aver ucciso Abele, si impaurì molto per timore che chiunque lo avesse incontrato “fuori” lo avrebbe ucciso. Questo significa che la terra era abitata da altri e che Adamo Eva e Caino non erano i soli abitanti. Perciò anche nel caso avessero disobbedito, i peccatori furono solo due con i loro discendenti (Caino e gli altri figli). Mentre gli “esterni” erano una moltitudine, così tanti che in seguito Caino trovò moglie e fondò una città intera chiamandola col nome del primo figlio (Enoch) concepito con una non adamita (stirpe di Adamo). In seguito fondò altre città. Ma non certo soltanto lui con la propria donna!

Ma chi inventò questo peccato chiamato originale? Il primo a parlarne fu sempre Paolo ma poi fu ripreso ed ampliato da Sant’Agostino.

 

La vergine Maria

 

     L’arcangelo Gabriele si presentò a Maria e le disse: ciao bella fanciulla. Le parole che noi conosciamo sono diverse, ma nel testo greco si evince che non si tratta proprio di Ave e piena di grazia. Comunque a quanto si legge anche da testi non canonici credo di Giacomo, quando Giuseppe tornò a casa dopo un lavoro che lo porto lontano almeno 6 mesi, vide che Maria era gravida. Si disperò moltissimo perché lui l’aveva lasciata vergine per un compito assegnatogli. Chiese a Maria chi fosse stato a farle quello, ma lei rispose che non era stata toccata da nessun uomo e che era ancora vergine. Chiese allora Giuseppe alle altre vergini accanto (erano radunate alcune vergini e mantenute tali a causa delle profezie per la nascita del messia) e tutte le risposero che nessun uomo fu mai a contatto con Maria. C’era solo un angelo di Dio che ogni giorno le portava il cibo. Giuseppe immaginò che non poteva essere stato l’angelo perché era un disegno di Dio preservarla vergine e allora pensò che qualcun altro si fosse fatto passare per un angelo riuscendo a sedurla.

     Due ipotesi altrettanto possibili. Vediamo quella in cui fosse stato l’angelo.

     Come sappiamo l’angelo non è un essere asessuale, assolutamente, si conosce perfettamente da tanti versetti che è di sesso maschile. In quanti capitoli si legge che gli angeli presero le femmine dell’uomo e da questa unione vennero fuori i semidei? Quindi tutto ciò può apparire nella norma. Gli angeli di solito erano attratti dalle giovani e belle fanciulle tanto che Paolo ha scritto che loro si dovevano nascondere i capelli lunghi da un velo per non eccitarli.

     Prendiamo in esame l’Arcangelo Gabriele in questione, ormai sappiamo che non si tratta del nome di un individuo ma di un “mestiere”, che si esercitava per conto di un signore, di un El. Nei versetti si legge che è stata “coperta” dallo spirito santo. E’ stato proprio lui il responsabile della gravidanza, sempre per ordine di Dio. Il cardinale e teologo J. Danielou sulla figura dello spirito santo giunge a conclusioni interessanti prendendo per riferimento lo studio sui capitoli dell’ascensione di Isaia e il II Enoch. In entrambi i testi lo spirito santo è assimilato a Gabriele, tanto che alla fine delle sue ricerche, lo studioso dichiara che sono la stessa cosa. In seguito poi si è dovuto per forza stabilire quello che conosciamo, ma le scritture dicono altro.

(Il gesuita Jean Daniélou, cardinale ed accademico di Francia, docente di teologia, che nel suo libro ‘La teologia del giudaico-cristianesimo’ afferma che lo Spirito Santo del Nuovo Testamento non è altro che la trasposizione cristiana del Gabriele dell’Antico Testamento. In base a questa chiave di lettura è lecito pensare che a dare un figlio a Maria, non è stato Dio ma un suo sottoposto.

1905-1974 fu trovato morto da infarto davanti la casa di una spogliarellista di 24 anni. Il caso fece scandalo ma sia Mimi Santoni (la spogliarellista) e le suore che lo avevano ospitato durante i suoi ultimi due anni di vita, dichiararono che il cardinale era un uomo buono e generoso che aiutava i poveri e i bisognosi anche col denaro. Nell’occasione della morte era andato a consegnare una somma di denaro alla spogliarellista Mimi per pagare il conto dell’avvocato che difendeva il marito carcerato)

 

     La seconda ipotesi è che gli angeli o chi per loro erano perfettamente simili a noi e agli Elohim tanto da poterli scambiare per umani. Anche qui Paolo scrive che se un viaggiatore vi chiede ospitalità, bisogna dargliela perché potrebbe benissimo essere un angelo.

Perciò se Maria ha concepito da un angelo è chiaro che il frutto del suo ventre è un semidio esattamente come tutti gli altri citati dalla Bibbia. Cosa del tutto normale per quei tempi dove la cultura religiosa considerava certo che esistessero i semidei. A questo proposito anche un padre della chiesa Giustino Martire del II secolo, presso l’imperatore romano Antonino Pio, per difendere Gesù che veniva accusato di essere non solo uomo ma un Dio, affermò che Cristo non era diverso dai tanti figli degli dei di cui il mondo ellenista è colmo, (Ermete il logos, Esclepio che guariva, Eracle, Dionisio ecc.) e con particolare riferimento al concepimento verginale, anche questo sia per voi, dichiarava Martino, un elemento comune con Perseo. Quindi prima del Concilio di Nicea dove fu creato il Credo, di Gesù si diceva altro. Solo in seguito la teologia lo trasformò in quello che anche adesso si prega.

Martino Martire, non capiva però il perché i cristiani dovessero venire perseguitati credendo in Gesù che era considerato esattamente come i semidei dei latini e dei greci. L’unica reale differenza fra i falsi semidei e Gesù è che le profezie avevano predetto il figlio di Dio ben prima della sua nascita.

     Però per quanto riguarda l’Annunciazione che tutti conosciamo, in realtà dalla traduzione del testo ebraico si rileva che il termine vergine è stato volutamente tradotto impropriamente da giovane ragazza. Mentre nel testo greco il termine poteva anche significare vergine. Può quindi essere volutamente tradotto con vergine senza che ciò possa essere un errore. Ma la versione greca deriva sempre dalla precedente ebraica.

La suddetta profezia di Isaia versetto 14 del settimo libro è sempre stata utilizzata come PROVA che una ragazza avrebbe dovuto in seguito partorire un figlio pur rimanendo vergine. Come in seguito, nel secondo Concilio di Costantinopoli del 553 d.C. fu proclamato il dogma dell’eterna verginità.

     Però la Bibbia ci rende noto anche il nome della ragazza incinta Abiyyah (abbreviato anche in Abi), figlia di Zaccaria, giovane moglie di Acaz re di Giuda (VIII AC). Era lei la ragazza incinta che avrebbe partorito Ezechia, che succederà al padre all’età di 25 anni e regnerà poi per altri 29 anni, dando concretezze alle speranze che il popolo riponeva in lui. Fece infatti ciò che era giusto agli occhi di Yahweh (2cr 29,1). Come mai tutto il popolo era fiducioso nel nascituro di Acaz?

     Tutto qui mi pare confuso, come si è giunti a Maria se in effetti si parlava di Abi? Qualcosa non quadra sicuramente, ma io non posso far altro che prendere atto di questa discordanza. In effetti non ci fu alcuna profezia in Isaia 7,14 e questo ha consentito ai vescovi tedeschi ultimamente (2018), di inserire nella loro Bibbia, “giovane ragazza incinta”, estratto correttamente dalla traduzione ebraica, e di togliere “vergine partorirà”, parole che ancora noi leggiamo sulle nostre Bibbie.

 

Il Cristo della resurrezione il semidio della cristianità primitiva

 

     Gesù, come scritto in altro articolo lo possiamo considerare come se fossero due: uno spirituale e un altro attivo politicamente, come tanti altri che vennero in quel periodo di sottomissione ai romani.

A prescindere da come vengono interpretati dai teologici i versetti del vangelo di Matteo o di altri, quello che c’è scritto e facilmente comprensibile senza che venga stravolta la volontà di chi scrive sui vangeli. Quando si legge “spada” significa spada e non altro e così per tutti gli ulteriori versetti.

Lui ha sempre dichiarato che è venuto per il popolo di Israele, non per altri. Il regno di Dio era imminente, tutto doveva svolgersi nella vita in cui stavano vivendo non in una ipotetica vita futura spirituale, proprio nell’arco della vita dei protagonisti. Lo ha scritto anche Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi: il regno sarebbe giunto mentre loro erano ancora in vita.

    Gesù un personaggio sicuramente fuori dal comune tanto da riuscire ad interpretare e a risolvere situazioni giudicate straordinarie dal popolo (zoppi, convulsioni, paralitici e morti apparenti) sempre facendo solo riferimento alle tradizioni e non alla storicità che ci viene tramandata. Comunque il testo greco quando viene tradotto in aramaico, cioè la lingua parlata da Gesù, pare sia in rima, come se fosse un racconto orale.    Qualcosa comunque pare non essere funzionale con lo scopo del vangelo. Per esempio si percepisce il “fastidio” di Luca o meglio di chi ha scritto il suo vangelo, quando fa trasparire che l’annuncio della così detta resurrezione viene portato da donne. (ricordo che Luca è stato un pupillo di Paolo e quindi ha assorbito molto da lui)

    Qualche capitolo è intriso di dettagli e considerazioni che io non ho trovato molto interessanti. Parlano infatti di Gesù considerato semidio nato da uno di LORO (lo Spirito Santo che come scritto precedentemente viene considerato Gabriel) e una di noi, esattamente come altri semidei che la storia ellenista e latina ci narra. Ma anche Giustino Martire apologetico cristiano racconta che come Gesù ce n’erano tanti. Come scritto sopra. Poi si mette in evidenza l’uomo Gesù iniziando dalla sua nascita umana e terminando con la sua crocifissione.       Perfettamente umano tanto che in effetti non morì sulla croce ma fu salvato e rinchiuso in un sepolcro, dove in seguito fu curato e portato fuori da due individui che lo sorreggevano. Un capitolo mette in evidenza l’arte del trasformismo di Gesù che nei momenti di pericolo riusciva a cambiare “forma”, dote appunto che era prerogativa degli dei o semidei. La sua trasfigurazione che lo trasformava, tanto da non essere riconosciuto dai suoi stessi amici. Ho sorvolato di fare una sintesi di tutto questo perché davvero molto prolissa con frasi scritte da vari esegeti antichi e studiosi moderni, di cui poi ho già ampiamento scritto sia nelle pagine precedenti e sia in altri miei articoli precedenti.

 

Genesi della teologia cristiana – il Pantheon dei primi padri apologeti

 

     Interessante invece per me è la nascita dei rabbini e dei cristiani dopo la fuga di Paolo per l’occupazione massiccia dei romani e le conseguenti sconfitte degli zeloti e di altri partigiani.

     C’erano rimasti pochi farisei e costoro iniziarono a mettere insieme tutto ciò che avevano del loro passato per non farlo disperdere dalla diaspora. La Torah orale, il Talmut e altro, misero per iscritto per timore che si dissolvessero.

     La demonizzazione degli ebrei che avevano combattuto contro i romani aveva fatto nascere una seconda generazione di fedeli che con le tradizioni ebraiche non volevano averci niente a che fare.

Purtroppo non ci sono elementi storici ben documentati ma solo scritti apologetici compilati da gente di parte.

Di certo c’è che precedentemente dal Primo Concilio di Nicea del 325 D.C. c’era una costellazione di cristianesimi.

     Chi credeva in una cosa, chi in un’altra e fra di loro erano divisi da certezze che qualcuno aveva inventato. Fra tutte cito i NICOLAITI che non ammettevano la divinità di Cristo e seguivano pratiche sessuali libertine. I PRATICIANI, per loro la sostanza della carne era stata creata dal diavolo. I SEVERIANI che rifiutavano il vino, l’Antico Testamento e la resurrezione di Cristo.

Per i romani i cristiani tutti erano considerati una setta da tenere sotto controllo perché la loro religione era diversa da quelle di tutte le altre. Per loro i vari cristianesimi erano tutti uguali. Adoravano un solo Dio e non ne consideravano altri, nemmeno il loro imperatore. Non facevano sacrifici a nessun altro e questo per loro era inammissibile. Qualcuno aveva anche sparso la voce che i cristiani fossero cannibali perché avevano sentito e visto che facevano messe dove ingurgitavano vino e altro (eucarestia). Furono quindi perseguitati perché non si uniformavano allo standard in vigore, non partecipando anche a nessuna festa pagana. Si pensa che i romani uccisero dai 4000 ai 5000 cristiani, non di più, mentre in tempi più recenti con l’inquisizione, durante la così detta strage di San Bartolomeo tra il 23 e il 24 agosto del 1572, i cattolici francesi uccisero 30.000 ugonotti (Protestanti francesi) e questi tutti in una sola notte.

 

Gesù semidio anche per i Vangeli ma non per la Chiesa.

 

     Anche nei vangeli Gesù parla che il Padre è più grande di lui e che tante cose non le conosce. Solo Dio sa.

     Possiamo leggere nei versetti di:

Giovanni 14,28

28Se amate me dovete rallegrarvi perché io vado presso il Padre, perché il Padre più grande di me .

Marco 10,18

18Differenza netta tra lui e Dio quando risponde ad un uomo che lo chiama Maestro buono. Lui gli dice che nessuno è buono se non Dio.

Marco 10,40

40ammette di non avere il potere totale sulle cose concernente il Regno di Dio e le cariche che in esso saranno distribuite, precisa infatti che … il sedere a destra o a sinistra di me non mio compito darlo ma per coloro a cui è preparato.

Matteo 34.36

36riconosce addirittura di essere all’oscuro dell’giorno e dell’ora in cui il Regno si farà presente e il figlio dell’uomo comparirà in una nuvola

     Riguardo al giorno e all’ora nessuno lo sa neanche gli angeli nei cieli né il figlio se non il Padre solo.

     Quindi tutto porta a considerare Gesù soltanto una parte inferiore di Dio un semidio come ne esistevano tra i greci e tutti gli altri popoli. Come scritto prima anche i padri della Chiesa lo reputavano tale (Giustino Martire ad esempio). Nei primi secoli dopo la nascita di Gesù nascevano tante diverse valutazioni su di lui. Una delle più famose fu l’Arianismo, che considerava Gesù inferiore al Padre. Poi nel 325 D.C nel Concilio di Nicea si decise di rendere eretici ogni forma diversa dall’unico credo inventato a tavolino, senza tener assolutamente conto di quanto c’era scritto sulla Bibbia. In pratica si trasformò Yahweh, Dio guerriero e geloso, nel Padre misericordioso di Gesù che amava tutti e non solo gli israeliti.

     Una presa di distanza incredibile tale che chi legge davvero la Bibbia, non riesce a considerare che siano lo stesso Dio di cui si parla.

 

     Alcuni capitoli riportano tanti dettagli che non ho ritenuto utile scrivere in questa sintesi, come per esempio il sangue divino di Gesù.

Giovanni infatti è l’unico evangelista canonico che parla della fuori uscita del sangue misto ad acqua dal costato di Gesù, dopo la ferita causata dalla lancia del legionario romano.

    Da qui tutta una disquisizione   del sangue degli dei, riportato anche negli scritti omerici e in altri libri antichi dove si narra dell’inconsistenza e della velenosità del sangue di questi particolari individui divini, per gli umani. In altro vangelo apocrifo il sangue di Cristo toccando l’occhio cieco del soldato, lo guarisce….

     A cosa e a chi bisogna credere?

Il libro prosegue con innumerevoli precisazioni sui cambiamenti in atto del cristianesimo e delle filosofie che sinceramente vanno al di là dei miei interessi, attraverso i primi padri della Chiesa. Di interessante cito che leggendo la Bibbia si evidenziava che quello che si predicava non era assolutamente conforme con quanto scritto e quindi si inculcò che era solo la nostra “debolezza” che non era capace di scrutare in ogni parola della scrittura, lo splendore della dottrina celato nelle parole semplici e di accessibile intelligenza.

Se infatti gli uomini fossero stati convinti dai consueti modi di informazione contenuti nei libri, a ragione si penserebbe che la nostra fede sia fondata sulla sapienza degli uomini e non sulla potenza di Dio (1 Corinti 2,5). Leggendo una frase logica non bisogna crederle perché c’è una Provvidenza Divina a cui bisogna fidarsi anche se non la si vede. Chi potrà poi essere in grado di spiegare tutto ciò? Naturalmente i ministri della Chiesa! L’incredibile è che l’INCONOSCIBILE come veniva “visto” in quei tempi, nessuno poteva conoscerlo né capirlo.

    Dopo il 325 d..C. dal Concilio di Nicea, la fede doveva venire imposta in qualsiasi modo, anche con la forza. Ma trovarono difficoltà ad obbligare il popolo abituato a riti pagani da centinaia d’anni. Quindi pensarono di sfruttare le vecchie usanze pagane, addirittura anche far predire agli oracoli dei vari Dei per poi trasformare il tutto in un vantaggio per il cristianesimo. Solo facendo coesistere le vecchie usanze fu possibile man mano sostituirle o far credere che erano situazioni nuove e giuste.

    La cosa più difficile fu quella di convincere che quanto recitato nei vangeli, cioè credere nel perdono, non era sempre possibile. A questo pensarono degli illustri teologi per giustificare l’uso della forza:

San Giovanni Crisostomo, che ha predicato la violenza contro gli ebrei.

Sant’Agostino che legittimava le condanne a morte.

L’abate di Cluny, Pietro il venerabile, giustificava le crociate.

San Tommaso d’Aquino, teorizzava le guerre giuste… Poi le guerre dei Protestanti, le varie guerre di religioni

     Ecco parole significative ed illuminanti di San Bernardo di Chiaravalle:

….il soldato di Cristo uccide tranquillamente e muore con maggior tranquillità. Giova a sé stesso se muore, a Cristo se uccide. Non è, infatti, senza ragione se egli cinge la spada. Egli è ministro di Dio per la vendetta dei cattivi e per la fede dei buoni. Per altro, quando uccide un malfattore, non deve essere reputato un omicida, ma come dire, un malicida, ma un vindice (vendicatore) di Cristo nei confronti di coloro che compiono il male e difensore dei cristiani… La morte dunque che egli commina (stabilire una pena), è un guadagno per Cristo. In occasione della morte di un pagano, il cristiano si gloria, in quanto Cristo viene glorificato.

 

 

 

Il consolidamento del Pantheon cristiano

 

     Come già specificato in altro articolo precedente e anche sopra, il culto pagano era ben presente nei primi tempi del cristianesimo. Il popolo non solo si rivolgeva agli oracoli, ma anche ai così detti Dei minori, che di fatto proteggevano le greggi, la casa, il lavoro e l’uomo stesso. Malgrado la Legge obbligava a non creare immagini di Dio e tanto meno degli altri Dei, il popolo ne aveva necessità. Ma anche le istituzioni non potevano, da un momento all’altro, far finire un’industria fiorente come quella delle statue e delle immagini.      Perciò trovarono un compromesso sostituendo nel tempo ai vari Dei, i loro martiri famosi. In seguito aggiunsero anche coloro che pur non essendo stati martirizzati, servirono la Chiesa distinguendosi come pieni di bontà e misericordia.

    Sempre più gli altri Dei furono demonizzati e finirono per diventare i nemici di Dio. Non si poteva far finta che non ci fossero mai stati perché da sempre si parlava di loro. Nell’Antico Testamento, vari versetti indicavano che erano un insieme di Dei coloro che fecero l’uomo e che lo cacciarono dall’Eden. Ma anche che gli sconvolsero la lingua impedendogli di continuare a costruire la Torre di Babele. In seguito si stabilì che c’è n’erano tanti, ma uno solo era il Dio degli Dei. Lui e suo Figlio. Ma anche nel Nuovo Testamento come scritto sopra, non solo ma anche una moltitudine di apologeti cristiani ne parlavano e ne scrivevano.

   Questi nuovi personaggi che presero il posto degli Dei a cui il popolo si rivolgeva presero ben presto il sopravvento sullo stesso Dio e sul Figlio. Erano diventati in pratica più importanti perché forse specializzati proprio nelle attività a cui l’uomo si dedicava. A loro quindi facevano sacrifici e si rivolgeva per essere aiutati. Tutto ciò era insopportabile per la nuova dottrina che vedeva sempre più ritornare il vecchio paganesimo. Poi decisero che solo Dio si poteva adorare, mentre tutti gli altri era lecito solo venerarli.

    Nacquero perciò i vari Santi e Patroni a cui ancora oggi ci rivolgiamo per essere aiutati in qualche modo. Naturalmente tutti sappiamo che ufficialmente loro sono solo un tramite tra noi e Dio, però ufficiosamente questo importante particolare veniva e tutt’ora viene spesso, se non quasi sempre, dimenticato.

    Tutti gli altri Dei quindi che fine fecero? Perché non bisogna dimenticare che anche gli ebrei, monoteisti per eccellenza, almeno quelli della famiglia di Israele, credevano che insieme a Yahweh altri ce ne fossero.      Addirittura dopo più di mille anni dopo Abramo, il più sapiente e giusto degli uomini, Salomone, costruiva tempi dedicati ad altri Dei a Gerusalemme, proprio accanto a quello per Yahweh. Perché lo faceva? Non aveva timore del suo Dio geloso? Certamente sì, ma si teneva aperte anche altre porte, perché sapeva bene che il futuro è sempre stato incerto e tutto poteva cambiare, anche tra chi potesse prendere il potere su quelle terre fra gli Elohim. Come scritto in altri articoli tutti gli Elohim rivali di Yahweh divennero per i cristiani a poco a poco i diavoli, signori del male antagonisti di Dio.

Belzebù deriva da Baalzevuv un dispregiativo dell’Elohim chiamato Baalzevul (Signore della mosca).

Belfagor deriva da Baalpeor divenuto poi in Boshet (la vergogna), ad esempio.

     Mentre Satana non è un diavolo ma solo un accusatore o un avversario.

Lucifero poi è indicato sulla Bibbia solo una volta in Isaia 14,12 dove parla del pianeta Venere astro splendente riferendosi a Nabucodonosor, alla sua ascesa a stella di prima grandezza e alla sua caduta da parte dei persiani. Ma in seguito Tommaso d’Aquino e altri filosofi e studiosi, ci informano che Lucifero era il più bello degli angeli e per superbia…ma sulla Bibbia non c’è scritto!

     Il libro prosegue con l’età presunta di Gesù. Sia per errori di calcolo da parte del monaco Dionigi il Piccolo che lo colloca qualche anno dopo e sia anche per la sua morte che, dopo attenti esami tra i vangeli e la letteratura di Giuseppe Flavio, viene presunta circa dieci anni dopo l’età canonica. Sinceramente, malgrado tutti gli studi e considerazioni effettuate dagli studiosi, io non sono molto interessato se morì a 33 anni o a 43 come forse può essere stato. Sono invece più incuriosito della vicenda di Giovanni Battista, della sua predicazione e del perché della sua fine che sono ben dettagliate in uno degli ultimi capitoli del libro.

   Sapevo già che il compito di Giovanni fosse quello di radunare intorno a sé quanti più uomini possibili facendoli confessare per poi battezzarli. Però si legge che lui era un ottimo predicatore e che la gente che attirava era tutta piuttosto rude. In pratica lui non radunava un gregge di anime buone ma uomini armati per un compito specifico che è facile immaginare fosse quello di ribellarsi ai romani. Infatti erano definiti con termini che rimandavano al movimento zelota: Taddeo il coraggioso, Giuda iscariota, Simone lo zelota, Giacomo e Giovanni i figli del tuono. Lo stesso Pietro chiamato “bariona” (il combattente). Tutti i loro peccati e anche i crimini con Giovanni perdevano ogni effetto, erano graziati.

    In quel periodo Erode Antipa tetrarca (divisione in 4 parti) del territorio romano in Siria e responsabile quindi dell’ordine, non vedeva certo di buon occhio questo Giovanni Battista che riusciva a radunava gente e convincerla con la sua parlantina per eventuali insurrezioni. I vangeli ci tramandano che fu la figlia Salomè che per un dispetto chiese la testa di Giovanni al padre dopo una famosa danza. Però è più probabile che Erode approfittò per liquidare un pericoloso avversario insurrezionalista, facendogli tagliare la testa.

   Dopo la morte di Giovanni Battista, Gesù che non avendo avuto fortuna nella sua missione di convincimento, tanto che neppure i suoi fratelli (carnali) gli credettero, dopo qualche anno pensò che era giunto il momento di ricominciare la sua missione. Il tempo trascorso nel deserto (40 giorni) e la sua permanenza in Galilea, nei vangeli si riduce a poco, ma in effetti la cronologia non è ben spiegata né era importante per gli evangelisti. Decide subito dopo la morte drammatica di Giovanni di ricominciare ed ecco spiegato logicamente come mai i 4 pescatori (Simone detto Pietro, suo fratello Andrea, Giacomo e Giovanni), appena lui disse: seguitemi, lasciarono tutto e si incamminarono con lui.  perché già lo conoscevano essendo stati con lui fin dalla prima ora.

    Tutto ciò può essere solo fantasia però a me pare molto più logico e naturale di come si svolsero i fatti, nel caso che quanto raccontano i vangeli sia accaduto sul serio.

    Mi resta sempre difficile credere che un personaggio come Gesù, che resuscitava persino i morti e che guariva gli ammalati, facendo il bene del popolo, poi non sia stato scelto da quello stesso popolo per non essere crocifisso. Invece trovo “normale” che coloro che contavano tra gli ebrei l’avessero denunciato ai romani dopo un sommario giudizio. Non credevano semplicemente che Gesù era capace di quanto raccontavano in giro, anzi giudicandolo pericolo per loro e per la gente come sobillatore e contro i romani, cercarono di liberarsene. In effetti non abbiamo una storia sola da credere, sono almeno due. Poi vi sono tanti altri racconti che nel tempo si sono arricchiti di dettagli che colpiscono chi è portato a credere a quanto desiderano farci credere.

     E’ bene comunque ricordare che già ai tempi di Sanchuniathon, sacerdote egizio del 1200 A.C. ai tempi della guerra di Troia e della conquista della terra di Canaan, di cui parla Eusebio di Cesarea nel suo “Preparatio Evangelica”, dopo aver ripreso gli studi di uno storico, Filone di Byblos del I d.C. che aveva ritrovato dei pezzetti di papiri fenici, in cui si parlava….

In verità critica aspramente gli scrittori vissuti nelle epoche successive, per il fatto che, in modo falso ed arbitrario, hanno interpretato in maniera allegorica e fondandosi su spiegazioni e teorie fisiche e perciò snaturando i miti riguardanti gli dei. Proseguendo dunque aggiunge…..

Ma i più recenti scrittori, che si sono occupati di storia sacra, hanno ripudiato i fatti accaduti in principio e, dopo aver inventato allegorie e miti, che combinarono in modo tale da ricondurli a fenomeni cosmici, istituirono dei misteri e li avvolsero in una oscurità così densa che non era possibile vedere facilmente i fatti realmente avvenuti”.

I Greci che erano superiori a tutti gli altri popoli per le doti di ingegno, in un primo momento si appropriarono della maggior parte di questi miti, successivamente, dopo averli adornati in vario modo, li trasferirono nelle tragedie pensando di sedurre gli uomini mediante il fascino delle favole, li abbellirono in tutti i modi possibili. Traendo spunto da queste narrazioni, Esiodo e gli altri poeti ciclici, la cui fama risuona dappertutto, composero le loro teogonie, gigantomachie, titanomachie, racconti di mutilazioni. Portando in giro in ogni luogo queste narrazioni, riuscirono a soffocare la verità. I nostri orecchi, abituati fin dall’infanzia alle loro invenzioni e martellati ormai da tanti secoli da queste fantasie, custodiscono quasi come un deposito la materia favolosa trasmessa da queste favole… Rafforzate dal tempo, queste narrazioni fantastiche sono diventate un patrimonio di cui assai difficilmente ci si può disfare, tanto che la verità sembra una fantasticheria, mentre i racconti contraffatti, sembrano avere tutti i caratteri della verità.

     Queste frasi scritte secoli e secoli fa sono talmente attuali da sembrare essere state scritte adesso. Tutto ciò perché ancora oggi siamo immersi in un mondo falso a cui bisogna credere senza ma e senza se.   

 

                                                                                       Natale Pappalardo gennaio 2020

 

…....il soldato di Cristo uccide tranquillamente e muore con maggior tranquillità. Giova a sé stesso se muore, a Cristo se uccide. Non è, infatti, senza ragione se egli cinge la spada. Egli è ministro di Dio per la vendetta dei cattivi e per la fede dei buoni. Per altro, quando uccide un malfattore, non deve essere reputato un omicida, ma come dire, un malicida, ma un vindice (vendicatore) di Cristo nei confronti di coloro che compiono il male e difensore dei cristiani… La morte dunque che egli commina (stabilire una pena), è un guadagno per Cristo. In occasione della morte di un pagano, il cristiano si gloria, in quanto Cristo viene glorificato.

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