Il tasto verticale Marconi PSA 213
Ultimo aggiornamento 2004. Alberto Frattini I1QOD ha costruito questo verticale sul modello del Marconi PSA 213. Nelle Stazioni Radio Costiere italiane, dove si adoperava il CW, questo era il tasto installato su ogni scrivania. Lo ritengo il migliore fra tutti i verticali che ho usato, probabilmente a causa della mia abitudine al suo uso durante il servizio di oltre 10 anni prestato a Romaradio/IAR.
Non mi sono mai interessato a scrivere qualcosa a proposito dei tasti verticali, se non al massimo a rispondere a qualche relazione letta da qualche parte, su recensioni personali diverse da quanto io consideravo in virtù della mia esperienza. Non sono bravo in meccanica quindi dal lato tecnico non sono in grado di stabilire se sono stati progettati e costruiti al meglio. Chiaramente adoperandoli mi rendo conto immediatamente se soddisfano le mie esigenze oppure no.
Durante tutto il periodo trascorso esercitando il CW, di tasti verticali ne ho adoperati tanti e anche molto diversi tra loro. Ho imparato a manipolare col classico tasto verticale tipo postale. Un tasto comune e dozzinale, un classico che chiunque riconosce a prima vista: base in legno meccanica in ottone, leva corta. Ecco, se posso fare una distinzione di massima, i tasti verticali li dividerei in due grandi categorie: quelli a leva corta e quelli a leva lunga. Poi vi sono anche quelli intermedi ma sono pochi in percentuale rispetto agli altri due. Un’altra grande distinzione per me è il pomello: quelli alti e arrotondati e quelli bassi e piatti. Di solito quest’ultimi sono bassi anche come base. Non sono in grado di scrivere come e quando nacque e da chi, questo per chi è interessato lo potrà forse trovare nella storia del verticale, magari anche su internet. Io vorrei dedicarmi soltanto e per quanto ne so solo al modello che io preferisco manipolare: il Marconi 213.
Tengo conto che io sono stato istruito a manipolare con un tipo di tasto che, pur essendo a leva corta, ha molte caratteristiche del Marconi 213, quindi mi viene naturale adattarmi al tipo di tasto con una base alta e con un pomello alto e arrotondato. Mentre se mi avessero istruito in America, quasi sicuramente avrei preferito un altro tipo di tasto, per esempio un J37 o J38. Molto basso e con la base piatta. Se invece fossi stato tedesco, il mio tasto sarebbe stato uno Junker. Questo perché la tipologia dei tasti cambia a seconda delle nazioni dove sono stati creati e prodotti. Così come cambia il metodo della didattica per manipolarli. La storia di questo verticale la si può trovare ovunque su internet, basta effettuare una ricerca specifica. A me basta sapere che è un tasto inglese, probabilmente progettato e costruito nel 1922 e che è stato installato presso gli uffici postali e le stazioni radio inglesi per molti decenni. Da ricerche risulta che anche a bordo di qualche nave fu adoperato. Non sono ancora riuscito a capire se deriva da quello svedese classico, oppure è proprio quest’ultimo che deriva dal Marconi 213.
Comunque sia, sono due tasti a leva lunga meravigliosi entrambi. Da quando mi sono imbarcato nel 1968, ho trovato a bordo delle navi, tasti verticali in dotazione di ogni tipo a seconda della nazionalità della nave. Non potevo fare certo lo schizzinoso se per combinazione erano ferri vecchi, quelli c’erano e quelli dovevo usare. Certamente sulle navi tedesche non mancava mai uno JUNKER che pur avendo una buona meccanica, anzi ottima, non era per me un buon tasto: basso e con pomello piatto. Poi da militare sono stato ad Anconaradio/ICA per quasi 2 anni avendo a disposizione un ottimo tasto tipo postale di cui però non ricordo la marca e neanche il modello, mi trovavo benissimo ad usarlo. Quando sono entrato a far parte della famiglia delle Poste, a Romaradio ho visto e provato per la prima volta il Marconi 213 che era avvitato su ogni scrivania dove si prestava servizio. Non avevo mai visto un tasto a leva lunga e mai manipolato.
Che meraviglia! Meno veloce di quello che avevo ad Ancona ma me lo sentivo mio come nessun altro tasto prima. Avevo l’impressione che pur andando leggermente più lento di quelli a leva corta, fosse più preciso. Cioè esaltava quanto si manipolava sia nel bene e sia nel male. Era però pur sempre un verticale e a Romaradio come traffico non si scherzava, infatti eravamo sempre sottoposti a trasmettere e a ricevere per ore e ore. Per questo molti colleghi si portavano il loro tasto semiautomatico o iambic per non sforzare troppo il polso. Sono rimasto a Romaradio per 10 anni e per tutto questo tempo ho usato il Marconi 213. Poi una volta diventato O.M col nominativo di IZ0DDD essendo in pensione, ho continuato a trasmettere ma con altri tasti, ormai il Marconi 213 era solo un ricordo.
Nei primi anni 2000, facendo parte di un ottimo Club di RT chiamato INORC, ho conosciuto molti colleghi sia in radio e sia in presenza perché ogni anno ci incontravamo nei “Meeting” che si organizzavamo in varie città italiane. In uno di questi incontri conobbi il Segretario e il Presidente dell’INORC oltre a svariati persone che poi sono diventati amici. Uno di questi fu Adolfo Brochetelli, un ex collega marconista di La Spezia. Ebbi l’occasione di ospitarlo a casa mia insieme col figlio per qualche giorno durante un Meeting a Roma e l’anno seguente ci ritrovammo a La Spezia dove Alberto I1QOD mostrò a tutti un magnifico tasto tipo Marconi 213 costruito da lui.
Quando lo vidi quasi non ci volevo credere che fosse vero, però quando lo provai...era magnifico!!!! Non mi volevo quasi staccare dal tasto… Alla fine sia Alberto che Adolfo mi dissero che quel tasto era mio. Un regalo di Adolfo, probabilmente per sdebitarsi dell’ospitalità che gli avevo offerto. Quel tasto era il numero 1 che Alberto aveva costruito di quel modello. Lo misi al posto d’onore nella mia stazione radio e feci anche dei video che pubblicai su youtube per rendere noto come si manipolava con quel tasto. Perché ognuno manipola a modo suo e nessuno uguale all’altro. Basta andare su youtube e digitare IZ0DDD per poterli vedere. In seguito mi resi conto che parecchi “costruttori” si erano messi d’impegno per cercare di costruire un Marconi 213. Intendo OM col pallino dell’autocostruzione, però anche piccole ditte d’artigiani fecero dei tasti simili, ma solo simili, molto lontani dall’originale. Alberto I1QOD da quel primo tasto, in seguito fece degli aggiornamenti tutti molto ben riusciti. Pur non potendolo replicare in modo perfetto per ovvi motivi, il suo tasto è ancora oggi, quanto di meglio si possa offrire a chi desidera manipolare col verticale.
Certamente io non sono la persona più obiettiva in assoluto perché per me non esiste altro tasto, fra quelli che conosco e manipolato che riesca anche ad avvicinarsi al Marconi 213, se non il tipo svedese sempre a leva lunga. Questo perché tra me e quel tasto ci sono 10 anni di lavoro a Romaradio che mi hanno “drogato” e fatto innamorare. Però a parte ciò, cioè che posso essere di parte, basta guardarlo, toccarlo e manipolarlo per rendersi conto che non è solo amore il mio.
Alberto è riuscito a costruire un tasto fantastico che chiunque, non potrà fare a meno di amarlo se solo riuscirà a manipolarlo a dovere. Mi rendo conto però che questo è molto difficile, però tutti i verticali sono impegnativi da usare e forse questo Marconi 213 ha qualche cosa in più rispetto agli altri, non perdona niente perché è preciso molto preciso. Come scritto prima esalta tutto nel bene e nel male. Ma se suonato bene… è una sinfonia!
Grazie Alberto! Se non fosse per te chi potrebbe godere delle prestazioni del Marconi 213?
Natale Pappalardo op. Lino IZ0DDD