
OLTRE LA MORTE 1
Dopo aver scritto il primo articolo su “oltre la morte” mi illudevo di aver soddisfato le mie perplessità in qualche modo. Invece, non ho fatto altro che stuzzicarle mettendo in moto un’altra serie di ipotesi che mi danno da pensare. Per fortuna quest’argomento non mi assilla come tanti altri.
Non sono stupido a tal punto da non capire che per quanto io scopra (ma come potrei farlo?) non arriverò mai a conoscere qualcosa di questo dilemma. Eppure leggendo libri su questa questione o ascoltando varie conferenze di esperti, risulta che loro sono certi che, quello che hanno scoperto durante le loro ricerche, sia vero. Parlano e scrivono con tale sicurezza che mi sconcertano, anche perché in definitiva non hanno alcuna prova in mano per dimostrare, che quello che hanno appreso, sia con le testimonianze di varie persone che hanno avute delle esperienze, sia durante lo stato di ipnosi regressiva indotta o attraverso varie vie, sia vero.
Ciò non significa che si stia parlando di aria fritta, assolutamente no. Da sempre l’umanità ha avuto il bisogno di credere in qualcuno o qualcosa che le era superiore. Forse questa necessità è stata indotta oppure fa parte di noi, perché, anche se una percentuale dell’umanità crede che siamo soltanto creature di carne e ossa, la maggioranza è certa che abbiamo altro che ci rende vitali. Ed è proprio quest’altro che spesso si manifesta prepotentemente in noi anche se non riusciamo a definirlo.
A mio parere se ciò che sentiamo dentro fosse uguale per tutti, forse si avrebbe la possibilità, se non di risolvere l’arcano, almeno di fare una certa chiarezza. Invece, analizzando ciò che tutti o almeno quella grande percentuale di persone avverte, abbiamo una gamma talmente varia di fenomeni, uno diverso dall’altro che ci sconcerta. Si va dall’angelo custode, che potrebbe essere persino un parente, di solito un nonno o una nonna, che ci accompagna passo passo durante i momenti difficili della nostra vita, aiutandoci e anche salvandoci la vita. Oppure delle visioni di quello che accadrà in generale nel futuro. Qualcuno giura di aver avuto i numeri del lotto da defunti che nei sogni gli hanno indicato quelli vincenti ecc. Le situazioni sono talmente tante che non le conosco neanche tutte, però non mi sento di affermare che queste persone siano bugiarde oppure non si rendano conto che sono solo illusioni.
Spesso avvengono delle coincidenze incredibili che ci meravigliano, altre volte sono combinazioni, però non posso escludere niente, perché non ho le conoscenze per negare e neppure quelle per confermare. Chi ha questo tipo di esperienza è convinto che, in qualche modo, è in contatto con l’al di là e chi lo aiuta è sicuramente qualcuno che gli vuole bene. Probabilmente costoro non si sono mai chiesti perché capita proprio a loro e ad altri no, oppure fatalmente accettano la situazione.
Chi mi conosce sa che io cerco di accertarmi, nel caso mi si dica qualcosa o leggo un resoconto o un articolo, della veridicità di quanto vengo a conoscenza. Sono consapevole che non posso materialmente verificare tutto e ogni cosa, anche perché le fonti che uso per sapere possono essere non veritiere. Perciò senza credere alle informazioni pervenute, ne prendo atto mettendole in attesa di avere ulteriori dati, ma non le rigetto mai. Questo in generale è il mio agire, però non tutte le notizie le considero allo stesso livello, alcune hanno più peso di altre e lo strumento che le esamina deriva dalla mia esperienza, dalle mie conoscenze, da tutto me stesso. Dopo tutto sono umano non posso analizzare tutto in maniera analitica ed impersonale come un computer. In definitiva, anche se l’informazione dopo averla controllata pare sia corretta, non la prendo mai veritiera al 100% perché in passato ho avuto delle sorprese negative. Il dubbio mi rimane sempre nella mente anche se molto attenuato. Mi rendo conto che vivere così non è facile, però non l’ho scelto io, ci sono diventato nel tempo.
Dopo aver esposto la situazione, cioè che sulla questione oltre la morte ci sono pareri diversi e tutti non controllabili, scriverò in breve ciò che dopo il primo articolo non ho evidenziato. Innanzi tutto la questione dell’anima che è costretta ad inserirsi in un determinato corpo. Naturalmente è solo una mia opinione, scaturita dall’idea che questo nostro mondo è solo un passaggio di esperienza.
L’anima si inserisce in uno specifico corpo proprio per sperimentare la sensazione della vita così come è propria nella nostra dimensione con tutte le emozioni, amore, odio, sofferenza, dolore, felicità ecc. Forse ha la possibilità di scegliere l’intensità dell’esperienza a seconda dell’individuo, dello stato sociale, del luogo e del tempo. Più sensazioni riceve e più esperienza ottiene. Forse una sola vita non è sufficiente e perciò dovrà continuare in un altro corpo o altri ancora. Secondo il mio parere non esiste nessuna forma di collegamento o contatto con la nostra dimensione e un’altra. Noi siamo tagliati fuori dal tutto, perciò gli angeli custodi, i parenti che ci proteggono ecc. non esistono. Non avrebbe alcun senso, siamo solo un mezzo, uno strumento che viene usato. Ripeto, è un mio parere, nient’altro. Non posso pensare che ci guardino dall’altra dimensione e magari vedendoci soffrire nelle malattie e nel dolore, si struggono perché non possono intervenire. Sarebbe una sofferenza enorme per chi ci vuole bene.
Dall’altra parte, intendo oltre noi, sempre secondo me, non esiste nessuna emozione, niente del genere, hanno altro da fare, devono evolversi in maniera a noi sconosciuta. Questa dimensione nostra è solo un frammento di chissà quante altre già sperimentate e altre da scoprire. Per suffragare questa mia ipotesi penso al perché alcuni defunti hanno il permesso di collegarsi e altri no. Perché qualcuno può aiutare e moltissimi altri no. Ci sono dei raccomandati? Mi è più facile pensare che chi crede che ci siamo degli aiuti e magari li identifica con delle figure familiari, siano fortemente motivati dal bisogno di protezione. Perciò l’anima dà la vita al corpo per una propria esperienza. Il nostro corpo è solo un mezzo nient’altro, come scritto sopra mi pare evidente.
Uno strumento per l’anima, ma non per noi che tramite il corpo trascorriamo la nostra intera vita. Sarei davvero miope se non mi rendessi conto che la nostra nascita deriva da lontano. Sappiamo ancora molto poco, però dentro di noi materialmente, esiste una memoria dove tutto è registrato. Non siamo ancora in grado di leggere decodificando il nostro DNA, se non per piccole cose. Suppongo però che i geni dei nostri progenitori, o altro ancora sconosciuto per noi, sono la matrice dei nostri antenati. Fisicamente è facile accorgersi della rassomiglianza fisica di chi ci ha preceduto, però ci accorgiamo anche che molto altro deriva dal nostro passato. Anche se in tono minore rispetto all’anima, anche noi di questa dimensione, in momenti particolari, riusciamo a mettere in evidenza parte della memoria che contiene delle informazioni che derivano dai nostri avi. Mi spingo ancora più in là, anche se non saprei come spiegarmi, ma probabilmente anche per noi esiste, in questo particolare modo di percepire, soltanto il presente. Anche il futuro che per noi deve ancora arrivare, già è tracciato, perciò in quello stato particolare arrivano segnali multipli sia dal passato che dal futuro.
Spesso la nostra mente non riesce a fare chiarezza e quindi ci mostra una rappresentazione simbolica per cercare di rendere più facile il tutto. Purtroppo quasi sempre non abbiamo idea del significato né di quello che ci viene rappresentato. Tutto ciò potrebbe essere una spiegazione del perché alcune persone particolarmente sensibili, “sentono e vedono” questi protettori. Altra cosa che ho imparato è che senza sacrificio, sofferenza, non si cresce. Ecco perché l’anima soffre essendo confinata in un corpo materiale limitatissimo.
Può esistere un’anima buona o una cattiva? No! Almeno secondo ciò che penso. I sentimenti sono propri della nostra dimensione, l’anima li esperimenta come ha fatto e farà con ciò che altre dimensioni le hanno trasmesso e le daranno in seguito. Con tutte le esperienze ottenute durante le varie dimensioni chissà cosa sarà e cosa diventerà. In questo articolo non inserisco punti perché è tutto indefinito, non saprei neanche come programmarlo un semplice punto.
Per esempio, ho scritto che nell’altra dimensione, mi riferisco a quella direttamente superiore alla nostra, a quella più vicina, in parola povere alla dimensione che in qualche maniera posso concepire, non certo ad altre impossibili per la mia mente. Che il tempo non è percepito come lo intendiamo noi. Non esiste il passato e nemmeno il futuro, tutto si svolge contemporaneamente nel presente. Perciò che l’anima stia svolgendo un percorso per evolversi pare un controsenso. L’evanescenza di ciò che penso non mi permette di poter scrivere le parole per cercare di spiegare cosa significhi tutto ciò. Al massimo posso riuscire forse a fare un ragionamento sulla nostra esistenza riguardo il passato e il presente. Per il futuro lo intuisco ma non riuscirei mai a spiegarlo con parole mie.
Noi tutti camminiamo, lo facciamo automaticamente senza pensarci. Però lo abbiamo imparato nel passato. Prima non eravamo in grado di farlo. Adesso nel presente, prendiamo da qualche parte in noi ciò che con fatica abbiamo appreso e lo mettiamo in pratica quando serve. Certamente mentre siamo seduti non abbiamo bisogno di camminare, non ci serve. All’improvviso, nel presente, mettiamo in atto situazioni del passato che abbiamo memorizzato e che preleviamo ad una velocità sbalorditiva, come se non si fosse alcun tempo. Qualsiasi cosa noi abbiamo imparato e che usiamo spesso, quindi non è stato dimenticato, lo abbiamo immagazzinato dentro di noi da qualche parte e lo sfruttiamo all’istante alla bisogna. Noi in questa dimensione non possiamo fare di più, mentre l’anima che ha altre facoltà impara dal suo passato e contemporaneamente dal suo futuro. Forse anche noi, in piccolo abbiamo parte di questa possibilità, ma non ho idea di come possa funzionare. A volte mi pare di capirlo ma subito dopo tutto scompare.
Rileggendo quanto ho scritto mi rendo conto di non essere stato abbastanza chiaro. La situazione è logica: si impara, si memorizza e si preleva ciò che serve. Giusto!
Bisogna però pensare alla situazione in maniera diversa dal solito. Apprendiamo una determinata cosa e la immagazziniamo, ma dove? Non certo nella memoria dove crediamo che tutto sia catalogato e organizzato con perfezione. Invito a pensarla in maniera figurata. Varie “stanze” con molti “armadi” dove ci sono tanti “cassetti” che contengono apprendimenti anno per anno, mese per mese, giorno per giorno. Ricordi dolorosi e ricordi belli, quelli bianchi e quelli neri, quelli rotondi e quelli quadrati. No! Noi li mettiamo tutti insieme nello stesso spazio. Ma non uno dentro l’altro e neppure uno accanto all’altro, perfettamente nello stesso spazio, nello stesso punto. Quando dobbiamo andare a cercali, non abbiamo una mappa che ci indichi dove sono posizionati. Per esempio cassetto 6889, dell’armadio 5739, della stanza 6679. Assolutamente no! Perché sono in quello spazio che per noi non ha senso. Quando serve qualcosa, come il camminare, per esempio, non dobbiamo affatto ricordare dove abbiamo messo quell’apprendimento, non c’è n’è affatto bisogno perché come tutto il resto è subito pronto a disposizione. Perciò non c’è un tempo passato e non esiste lo spazio come lo intendiamo noi, è tutto contemporaneamente disponibile all’istante. Non è forse così per ogni cosa che facciamo anche se l’abbiamo imparata da bambini?
Non ci rendiamo conto che facciamo sempre gli stessi errori, forse è una situazione ancestrale, però dimentichiamo che rispetto a quanto ci circonda siamo praticamente niente. Non sappiamo nemmeno cosa siamo, da dove veniamo, cosa c’è intorno a noi, eppure pretendiamo presuntuosamente di capire come se fossimo rilevanti. Spesso pensiamo di essere i più importanti di tutti e crediamo che tutto giri intorno a noi. Forse ne siamo convinti davvero! Non abbiamo nemmeno aperto gli occhi sulla conoscenza e già pretendiamo di sapere.
Chissà se questa facoltà è quella che ci serve per crescere nella nostra dimensione? La nostra curiosità in qualche modo ci fa evolvere e forse piano piano capiremo situazioni che per adesso ci sono negate. Forse come recitano tante dottrine, a forza di essere a contatto con le anime, alla fine diventeremo come loro, credo che sia una bella speranza.