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CIELI IN FIAMME
Di Mauro Biglino
Recensione
Sulla copertina del libro gli autori sono due. Infatti è riportato anche Erich Von Daniken come coautore, considerato il padre dell’ipotesi degli antichi astronauti. A mio parere, invece, dovrebbe essere Peter Kolosimo (Pier Domenico Colosimo) uno dei primi cronisti e divulgatori di collegamenti tra la Terra e gli antichi astronauti. Infatti pubblicò il suo primo lavoro “IL PIANETA SCONOSCIUTO“ nel 1959. Negli anni ’70 del secolo scorso, essendo un appassionato di fantascienza, iniziai a leggere qualche suo libro per poi comprarli tutti, comprese le riviste denominate PK (dalle sue iniziali). La differenza tra i libri di fantascienza e i suoi lavori erano evidentissimi. Kolosimo riferiva fatti di cronaca, spesso intervistava i testimoni o gli stessi protagonisti intervenuti oppure registrava il racconto di storie passate, che ormai facevano parte delle tradizioni di alcuni popoli. Lui raccoglieva informazioni e poi le pubblicava senza aggiungere un commento personale.
Come dichiara Mauro Biglino: io racconto la Bibbia. Se la Bibbia racconta favole, allora io racconto favole!
Quindi quando Kolosimo è stato accusato che raccontava storie, che si inventava tutto a scopo di lucro, poteva essere vero, però certamente le strane verità di Kolosimo davano fastidio a molta gente. Oggi nessuno parla più di lui né dei suoi lavori, in pratica non esiste. Non per me però che possiedo tutti i suoi libri nella mia libreria. Ogni tanto mi viene la voglia di riprenderli e leggere qualcosa valutandoli con la conoscenza di oggi. Purtroppo, a causa del tempo che non mi basta mai per cercare soltanto di conoscere l’attualità, rimando sempre la rilettura. E più mi informo sull’attualità, più rivolgo la mia attenzione al passato. Biglino alla fine di questo libro ha scritto una grande verità: la conoscenza non è lineare, non avanza sempre come crediamo. Probabilmente nel passato ne sapevano di più di quello che pensiamo. Può darsi che prima della nostra epoca, ce ne fosse stata un’altra o altre ormai svanite oppure che davvero, come ci dicono tutti i popoli della Terra, vi siano stati dei visitatori venuti dalle stelle che ci hanno guidato, istruito, insegnato. Solo così si spiega la globalizzazione, che non è un avvenimento solo attuale. Infatti nel passato, tutti erano concordi nello stabilire, sia in forma scritta che orale, che qualcuno ci ha preso per mano e fatti crescere. Eppure non c'erano comunicazione fra i popoli del passato, anzi neanche si conoscevano!
Considerando poi che si fa di tutto per nascondere la realtà, anche quella evidentissima, riuscire a fare chiarezza o almeno investigare su ciò che appare palese, è molto difficile. Ma questo ce lo insegna anche Sanchuniathon, un fenicio vissuto ai tempi della guerra di Troia e contemporaneo alla conquista della terra di Canaan, citato da Eusebio di Cesarea nel suo “praeparatio evangelica”, da studi compiuti nel primo secolo dopo Cristo da Filone di Biblo. (Biglino)
La conoscenza non è mai abbastanza. Più argomenti si conoscono e più collegamenti si possono intrecciare insieme. Penso al professor Corrado Malanga che, pur essendo un chimico, ha talmente tante conoscenze in moltissimi campi che, quando cerca di spiegare qualcosa, una qualsiasi cosa, inevitabilmente la sua mente collega numerose situazioni, che probabilmente solo poche persone possono permettersi di unire. Il risultato è, almeno per un ignorante come me, la difficoltà enorme per seguire il suo discorso.
In questo libro, Biglino unisce in poche pagine, una sintesi di quanto conosce attraverso la Bibbia, altri libri sacri o testi antichi, che riguardano uno stesso argomento o che in qualche modo gli si riferiscono. Una raccolta di informazioni sparse nel tempo e nello spazio, racchiuse in un unico capitolo. Non si tratta di un semplice copia e incolla come ci hanno abituato i nuovi scrittori contemporanei, ma di una ricerca sopraffina, tratta in gran parte dai suoi lavori e mirati a degli argomenti specifici, come per esempio i mezzi di trasporto, le armi, le lotte tra gli dei e guerre vere e proprie, tra individui chiamati in molti modi da parte degli umani di tutto il mondo. Anche però l’adorazione per questi soggetti dalle grandi conoscenze da parte di tutti i popoli del pianeta e l’aver imparato da loro, ciò che ci ha permesso di evolverci, nel bene e nel male, fino a diventare ciò che siamo adesso.
Il passato che è davanti ai nostri occhi, ci mostra siti monumentali preistorici dell’età della pietra o di epoche in cui non era possibile costruire o creare simili artefatti. Così come studi avanzati e scoperte varie ci mostrano che nel passato, le conoscenze astronomiche, matematiche, mediche ecc. erano superiori a quelle di oggi.
A tutto ciò noi chiudiamo gli occhi e anche la mente. Non vogliamo sapere, non possiamo permettere che l’evidenza ci costringa a riscrivere la storia e ad ipotizzare che tutto ciò che abbiamo imparato o ci costringono ad imparare, sia falso. Molto meglio nascondere tutto e considerare pazzi chi sta cercando di esaminare con logica e senza preconcetti la realtà evidente del nostro passato.
Personalmente ero già a conoscenza di quasi tutto quello che ho letto, però avere tutto concentrato in poche pagine, è stato un gran bel lavoro. Alcuni dettagli però, non li conoscevo e per questo mi sono nati degli interrogativi, che mi auguro in un prossimo futuro poter spiegare con delle risposte esaustive.
Uno di questi è l’episodio di Salomone. Conosciuto per la sua saggezza, giustizia e anche per la sua ricchezza. Malgrado la Bibbia citi sempre i favolosi tesori del terzo re d’Israele, in realtà, rispetto ad altri regni o imperi, gli israeliti non potevano possedere ricchezze paragonate ai popoli che li sovrastavano come importanza e fama e quindi ho ridimensionato grandemente le loro ricchezze, tanto da considerare che fossero solo esagerazioni descritte da loro stessi per farsi grandi. Anche il trono di Salomone era qualcosa di straordinario, non un semplice seggio che serviva solo per sedersi, bensì una specie di stanza o luogo vasto, che si poteva muovere o spostare a comando. Anche il trono della regina di Saba, era tempestato da pietre preziose ben descritte e citate, tanto da renderlo prezioso agli occhi dei presenti. Così come d’altronde era di uso comune tra i sovrani.
La descrizione accuratissima del trono di Salomone, dei preziosi che lo adornavano, tanto da renderlo il più ricco possibile, l’ostentazione esagerata, a mio parere, stona con quello che in realtà viene descritto come un veicolo mobile dove si poteva camminarci dentro. Le domande leggendo il libro sono tantissime, impossibile però soffermarsi più di tanto a pensare, altrimenti diventa difficile andare avanti. Comunque queste ricchezze fecero impressione alla regina di Saba che andò a trovarlo. La leggenda narra che re Salomone e la regina di Saba Makeda, si innamorarono e che dalla loro unione nacquero dei figli tra cui Menelik I. Makeda tornò in Etiopia e Salomone viaggiò spesso per andare a visitare lei e i figli.
Io sapevo che re Salomone viaggiava come si usava allora, attraverso le vie tradizionali con cammelli e carovane, invece su “Cieli in fiamme”, vengo a conoscenza che qualche volta usava un mezzo aereo velocissimo. Uno di quelli che usavano gli Dei e altri uomini famosi che avevano a che fare con gli Dei stessi. Non si trattava però del classico Kavod usato da Yahweh e che Ezechiele descrisse molto bene, ma di un mezzo silenzioso e velocissimo, che poteva essere guidato anche col pensiero. Perciò a volte usava questo mezzo portentoso, altre volte invece si avventurava in carovana. In questa parte vengono presentati tanti oggetti volanti ben diversi dal Ruach, dal Kavod e dai Cherubini. Mezzi descritti su antichi libri indiani e che furono anche usati come mezzi militari per combattersi, Dio contro altro Dio. Navi che stazionavano in alto nel cielo e probabilmente navette, per andare su e giù tra queste piattaforme sospese nei cieli, che erano di metallo e non possedevano alberi e la nostra Terra.
Però perché la loro capacità non consentiva di avere “navette” con una tecnologia adeguata a tutti? Perché molti adoperavano sistemi di propulsione obsoleti rispetto alle navi di Alcinoo descritte sull’Odissea per esempio?
Però che timonieri non hanno le navi Feaci,
non han timone, come le navi degli altri:
esse stesse le navi, dei nocchieri comprendon
la mente e il volere: di tutte quante le genti
conoscono i fertili campi e le città: traversan,
di nebbia e caligine avvolte, velocemente,
la vasta voragin del mare; e timore non c’è,
che possan dànno patire, che vadan perdute.
Odissea, canti VI-XIII). VI.4-10
Questi versetti si riferiscono al re dei Feaci Alcinoo, che si offre di far accompagnare Ulisse (odisseo) tramite una delle sue navi, a casa sua. Ulisse però non conosce la rotta da seguire per tornare a Itaca e Alcinoo lo rassicura, dicendogli che le sue navi non hanno timoniere, conoscono tutte le rotte possibili, non si perdono mai e sono velocissime. Basta pensare alla destinazione e loro subito obbediscono non incontrando ostacoli, neppure in mezzo alla nebbia.
Il termine cibernetica proviene (dal greco: κυβερνήτης, kybernḗtēs, 'pilota di navi') e indica un vasto programma di ricerca interdisciplinare, rivolto allo studio matematico unitario degli organismi viventi e, più in generale, di sistemi, sia naturali che artificiali. In sostanza un’interfaccia tra uomo e macchina.
Omero aveva tanta fantasia, avrebbe potuto scrivere fantascienza!
In un primo momento credevo che questi Annunaki o Elohim, non avessero la possibilità di avere mezzi tecnologicamente avanzati a causa della loro distanza col pianeta madre e quindi in caso di avaria, dovevano accontentarsi di andare avanti con i mezzi che potevano autonomamente riparare e costruire. Però se un nipote di Nettuno (Alcinoo), possedeva una flotta di queste navi, come mai Yahweh era costretto a servirsi di un mezzo come il Kavod? Dopo tutto era pur sempre un Elohim!
Ci sarebbe da scrivere molto altro, ma mi preme passare alle armi potentissime descritte nel libro, tratte soprattutto dai lavori e traduzioni del ricercatore Zacharia Sitchin, di cui ho letto e molto aprrezzato qualche libro.
Trascuro anzi tralascio totalmente cosa ha portato, secondo la via del sangue regale o no, alla disputa e poi alla guerra tra i due fratelli Enlil ed Enki. Così come tutta la storia sintetizzata nel libro che deriva dai lavori di Sitchin, perché è difficile seguire in poche righe un estratto di tanti libri. Mi proietto direttamente alla distruzione delle cinque città, tra cui Sodoma e Gomorra. L’argomento riporta che 2000 o 2100 anni prima di Cristo, in quella zona, nella valle del Giordano, successe qualcosa che sia gli scienziati attuali sia gli storici del passato, descrivono come un evento eccezionale di portata straordinaria unico nel suo genere.
Quella valle fu scelta da Lot, nipote di Abramo, come sua residenza perché bagnata da fiumi e fertilissima. Invece dopo l’evento, divenne desertica e talmente arida da non consentire alcuna possibilità di vegetazione commestibile, né per gli umani e neppure per gli animali. Dopo duemila anni dall’accaduto, ancora i frutti prodotti dai pochi alberi rinati risultavano immangiabili. Da rivelazioni effettuati da tecnici specializzati sul territorio negli anni 2000 di oggi, si evinceva un livello radioattivo superiore a quello delle zone più lontane e si consigliava di non sostare in quelle zone per troppo tempo a cause di possibili malanni. Si trovano ancora adesso tracce di terreno vetrificato e strane palline di vetro, forse causate da un contatto di un meteorite caduto nel passato. Stranamente non si ha traccia di un impatto col terreno di un simile oggetto, però anche se gli incendi provocati e lo spostamento d’aria avessero distrutto tutto, dopo poco tempo la natura avrebbe ripreso il suo corso. Invece, a tutt’oggi il terreno è inospitale.
Gli scienziati ipotizzano che solo un’esplosione nucleare avrebbe portato queste conseguenze, però l’idea è stata scartata perché allora nessuno possedeva una simile tecnologia. Quindi anche se tutto porterebbe a credere che non si è trattato di un meteorite perché non ne esiste alcuna traccia, non viene considerata altra ipotesi.
Altro lavoro che considero ben fatto è aver riportato in un solo capitolo quello che nel tempo la Bibbia ha copiato, relativamente per la nascita di Gesù, il suo martirio, resurrezione e assunzione in cielo. Tutto ripreso da avvenimenti citati o narrati da altre culture, dottrine o storie. Quindi questa vicenda che ci viene raccontata nel Nuovo Testamento non è affatto originale, come invece i fedeli credono. Per non parlare dell’Antico Testamento che narra della storia di uno di questi Elohim con un possidente abitante di Ur, il patriarca Abramo. Il primo libro della Bibbia la Genesi, è una ricopiatura di antiche leggende sumeriche, anche se a noi hanno sempre detto che è stato Dio in persona ad ispirarlo. Creazione dell’universo, dell’uomo, di Eva, dei giganti, degli angeli caduti, del diluvio universale, di Noè, dei suoi figli ecc. ecc. Una copia con variazioni ad hoc tanto da trasformare decine e decine di Elohim, in un unico Dio e da modificare un libro materialistico e concreto, in qualcosa di spirituale, ad iniziare dalla guerra perduta contro i babilonesi.
In conclusione il lavoro di Biglino (non vedo traccia di Erich Von Daniken) è un buon lavoro anche se all’inizio, per le numerose sintesi, credo che chi non sia avvezzo a queste storie, abbia incontrato delle difficoltà ad inquadrare il tutto. Non mi sono piaciute le foto raggruppate con solo il numero di identificazione. Sarebbe stato meglio per il lettore, che ogni foto fosse presente nella pagina pertinente col titolo in evidenza. Poi ho trovato qualche errore di distrazione del correttore di bozze e degli daccapo non visti. Probabilmente sono diventato più pignolo in questi ultimi tempi. Stimo Biglino moltissimo e lo ringrazio sempre per il suo impegno e divulgazione della conoscenza. Però non capisco come mai non abbia citato Peter Kolosimo, questo proprio non lo capisco.
luglio 2025
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