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Marco

     Grandissima delusione la lettura del vangelo che per tradizione è attribuito a Marco.

     Scrive solo della predicazione di Gesù, dei suoi miracoli, della sua tribolazione e della sua morte.  Una descrizione precisa del suo timore da uomo per la fine che lo attendeva e che Yahweh gli aveva predetto. Discorsi e parabole spesso incomprensibili per me. Descrizione minuziosa di miracoli e della folla che lo seguiva indomita. Sempre dopo ogni miracolo raccomandava di non dir niente a nessuno, di non parlare alla gente di quello che aveva fatto. Strano però perché molti miracoli li faceva davanti a una moltitudine di gente e comunque nessuno rimase in silenzio dopo aver ottenuto un miracolo, proprio nessuno.

Non ho nessuna nota da sottolineare tranne:

Ma 7,15

15Non c’è nulla di esterno all’uomo che entrando in lui, possa contaminarlo. Piuttosto sono le cose che escono dall’uomo quelle che contaminano l’uomo.

     Qui si intende bene che vuol significare che è l’uomo stesso che si può far del male da solo. Però io che vivo in questo periodo di tempo penso invece che questa frase possa essere riduttiva ed intesa solo per la parte spirituale e non per quella materiale dove invece è sicuro che proprio ciò che entra nell’uomo lo contamini e tanto anche.

Ma 8,31

31E’ necessario che il figlio dell’uomo soffra molto. Che sia riprovato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, sia ucciso e dopo tre giorni risorga.

     Quando Pietro prendendolo da parte gli chiese spiegazioni del perché di tutto questo, lui, Gesù, rivolgendosi a tutti gli altri apostoli ad alta voce disse:

Ma 8,33

33vattene lontano da me, satana, poiché tu non hai sentimenti secondo Dio, ma secondo gli uomini.

     Perciò Pietro, giustamente chiedeva il perché dovesse soffrire tanto, possibile che non ci fosse una soluzione migliore? Ma Gesù lo trattò sgarbatamente accusandolo di essere lui stesso un accusatore (satana) e di non voler comprendere il pensiero di Dio essendo solo un uomo. Questo dialogo mi fa capire che nessuno, sicuramente neanche Gesù stesso, capiva il perché doveva succedere tutto questo, come infatti, quando stava per giungere il momento del suo arresto l’uomo Gesù era in preda alla paura e alla ricerca del perché di tutto questo.

     Tutto il vangelo è un insieme di “favole” nel senso che se sul serio tutto ciò che è stato scritto fosse avvenuto veramente, ci sarebbero stati tanti e tanti scritti da rendere insignificanti tutto il resto che in quel periodo avvenne. Non solo, ma per innumerevoli anni, nulla avrebbe avuto più importanza di questo.  Ma si sa che niente è stato testimoniato davvero durante la predicazione e durante la sua morte. Anche questo vangelo si suppone sia stato scritto a Roma nel 65-70 D.C.

Di cosa stiamo parlando Dunque?

 

                                              Natale Pappalardo  giugno 2018                                                               

Matteo

     Inizio a leggere il vangelo secondo Matteo in maniera letterale senza interpretare, anche se qualche versetto francamente non lo capisco. Dovrei quindi cercare di comprenderne il significato, magari ipotizzando. Rinuncio però ad ogni congettura perché sarebbe una forzatura a quanto scritto. Quasi tutto quello che leggo mi è familiare, nel senso che lo avevo già sentito dire o letto da qualche altra parte. D’altronde siamo immersi da secoli sia nei messaggi delle parabole e sia nei detti ormai di uso comune che fanno parte della nostra vita da sempre.

   Ho quasi finito tutto il primo dei vangeli canonici, ma difficilmente potrò scrivere qualcosa perché dovrei riportare tutto il Vangelo e poi mettere in evidenza alcuni versetti o parte di essi e commentarli. Il mio problema è che avrei da ridire su quasi tutto. Le parti che non capisco, vorrei che mi fossero spiegate e quelle che intendo bene mi paiono esageratamente fantasiose. Non mi riferisco naturalmente ai miracoli, di cui io non posso esprimermi, non avendo vissuto quelle vicende, intendo le faccende pratiche che ognuno di noi vive ogni giorno. Queste sono raccontate come se fossero vere e proprie favole.

Le esigenze che abbiamo nel quotidiano, oggi sono per lo più risolte o attenuate da quanto ci circonda. Ci aiuta moltissimo la tecnologia che è arrivata, almeno tra i popoli occidentali, ad un livello che ci consente di avere l’acqua corrente in casa e il cibo sempre pronto, per non parlare di tutto il resto. Ma in quei tempi, a meno di non essere ricchi, occorreva disporre di tutto il giorno per poter badare a sé stessi e alla propria famiglia soltanto per rimediare di che sfamarsi.

     Non credo che ci fossero in giro molte persone sfaccendate, intendo dei perdi tempo, piuttosto i più erano costretti a darsi da fare per sostenersi senza avere il supporto dei sindacati o di chi cercava di proteggere i lavoratori, immagino parole senza senso per quei tempi. Quindi credo che quasi tutti erano talmente impegnati nelle loro attività giornaliere, da non potersi permettere di mollare il proprio lavoro e andarsene a… spasso dietro il primo Messia che passava. Non si trattava solo del proprio sostentamento, che come ho letto, era rimediato da Gesù stesso con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, (soltanto in due casi) piuttosto quello delle loro famiglie rimaste in casa. Oppure devo pensare che la gente, tutta, lasciava ogni cosa e si metteva a seguire per giorni e giorni Gesù? Lui andava in barca e la gente lo seguiva dalla riva…..Lui andava in montagna e la gente lo seguiva su per i sentieri trasportando gli  infermi… Sicuramente facendo miracoli, guarendo gli ammalati, facendo resuscitare i morti era logico avere un seguito. Tanto che anche Matteo stesso lasciò il suo lavoro di esattore delle tasse e si mise a seguirlo e così fecero altri come Pietro e suo fratello che mentre riparavano le loro reti da pesca, mollarono tutto diventando pescatori di uomini.

    Tutti gli apostoli lo seguivano dappertutto e a loro seguito non avevano nient’altro che i propri sandali e la propria tunica. Gesù stesso impedì loro di portarsi dietro una borsa con i ricambi, neppure un bastone per il proprio sostentamento era permesso. Non avevano bisogno di niente! Dovevano camminare da una città all’altra dietro Gesù. Ogni tanto gli chiedevano spiegazioni e lui rispondeva con delle parabole in maniera che tutti potessero capire. Migliaia di persone riuscivano ad ascoltarlo mentre parlava, magari interloquendo con qualcuno accanto a lui. Ricordo che allora non erano dotati di impianti di amplificazione della voce.

 

Però tutti sentivano!

     Quando arrivavano in un villaggio, stanchi del percorso fatto, cercavano un probo, una persona retta e gentile, che riuscisse a sostenerli facendoli riposare, rifocillare, lavare. Se non riuscivano a trovarlo perché non ce n’erano, allora quel villaggio avrebbe fatto una brutta fine, peggiore a quanto capitato a Sodoma e Gomorra. Le parole precise sono: nel giorno del giudizio alla terra di Sodoma e Gomorra sarà riservata una sorte più tollerabile che non a quella cittàMt 10,11-15

"Vangelo secondo Luca 8, 1-3.

1In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. 2C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, 3Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni." Adesso è chiaro, Luca ha risposto alle mie perplessità. Non avevano bisogno di lavorare anche perché al loro seguito c’erano delle donne benestanti che li assistevano con i propri beni.

     Poi c’erano altri mezzi per riuscire a mantenersi, infatti questo è ben spiegato in Matteo 19

Il ricco rinuncia

16 Un tale venne da Gesù e gli chiese: «Signore, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?» Ma Gesù gli disse: 17 «Parli di bontà? Ce nʼè uno solo, sai, che è veramente buono: Dio. Ma, per rispondere alla tua domanda, ti dico che entrerai nella vita se obbedirai ai comandamenti». 18 «Quali?» chiese lʼuomo. E Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire il falso contro nessuno, 19onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso!» 20«Li ho sempre rispettati tutti questi comandamenti», replicò il giovane. «Che cosa devo fare ancora?» 21Gesù gli rispose: «Se vuoi essere perfetto, vai a vendere tutto ciò che possiedi e dai il denaro ai poveri; ne riceverai un tesoro in cielo. Poi vieni e seguimi».

22Ma quando il giovane udì queste parole, se ne andò via tristemente, perché era molto ricco23Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «È quasi impossibile per un ricco entrare nel Regno dei Cieli. 24Anzi, vi assicuro che è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli!»

     Dare tutto ai poveri? Quindi questo è il segreto per poter entrare nel regno di Dio, eppure non ci è stato insegnato a far questo dai nostri ministri religiosi. Forse perché se predicassero ciò che Gesù aveva risposto al giovane, la chiesa non avrebbe più nessun fedele! Ma in che modo occorreva dare ai poveri e chi erano i poveri di allora?

     Qui ci viene in aiuto Luca negli Atti degli Apostoli che, secondo la tradizione, viene attribuito scritto da lui.

"Atti degli Apostoli, 5, 1-11

1Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere 2e, tenuta per sé una parte dell'importo d'accordo con la moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. 3Ma Pietro gli disse: «Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? 4Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest'azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio». 5All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. 6Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono. 7Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. 8Pietro le chiese: «Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?». Ed essa: «Sì, a tanto». 9Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te»."
10"D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito. 11E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose."

 

     Quindi i proventi delle vendite dovevano essere portate agli apostoli e messi davanti ai loro piedi.

    Erano loro i poveri…. Certo erano incaricati proprio gli apostoli a distribuirli…Posso pensare che i due poveretti siano stati uccisi da Pietro o chi per lui? Oppure mi spingo troppo oltre?  Non succede anche oggi con certe sette moderne la stessa cosa o sbaglio?
     Intanto Gesù continuava con le sue parabole…. Anche se non tutte erano semplici da essere comprese, almeno da uno come me. Anche molti passaggi della sua predicazione sono contrastanti. Io non riesco a capire come si possa dire agli apostoli di andare a predicare in tutto il mondo e contemporaneamente impedire di predicare ai pagani e nella terra dei samaritani.

     Gesù li inviò dopo averli così istruiti: «non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani, rivolgetevi, piuttosto, alle pecore perdute della casa d’Israele Mt.10,5-6

Ribadisce sempre di essere solo ed esclusivamente per gli israeliti ed infatti quando una donna “straniera” gli si butta sui piedi affinché salvi la vita della figlia, lui all’inizio neanche le risponde, poi dopo l’insistenza della gente:” Non sono stato mandato se non alle pecore disperse della casa d’Israele.” Mt 15,24 Ancora la gente insiste e allora Gesù: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini” Mt 15,26.

    La cananea aveva una figlia afflitta dal demonio e prontamente rispose: “si Signore; ma anche i cagnolini si nutrono delle briciole che cadono dalla mensa dei padroni”. Mt 15,27.

     A questo punto Gesù si impietosisce e salva la figlia.

     Finora i versetti più ostici sono stati

Mt 10,34-37

34Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra, non sono venuto a portare la pace, ma la spada. 35Sono venuto a separare l’uomo da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora da sua suocera. 36e i  nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua. 37Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me.

      Chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me.

    Devo a questo punto prendere alla lettera queste parole come ho fatto con tutte le altre? Ebbene sono frasi precise degli Zeloti, cioè dei ribelli o partigiani (a seconda di come desideriamo inquadrarli) che volevano cacciare l’usurpatore romano dalle loro terre. In famiglia si formavano dei simpatizzanti a questo movimento che andavano in contrasto con gli altri familiari che non volevano fastidi dai romani. Fastidi che potevano intensificarsi fino alla confisca dei beni e anche alla loro morte.

    Questa è un’altra faccia di Gesù, quella del patriota combattente che nulla ha a che fare col porgere l’altra guancia. Era lo stesso Gesù oppure un altro? E’ lecito porsi queste domande dopo la lettura di questi versetti? Sono stati scritti sempre da Matteo, lo stesso apostolo? Io ricordo che Matteo era il più ortodosso fra loro e osservava le regole giudaiche esattamente come Gesù. Quindi questi versetti possono essere più veritieri rispetto ad altri che come leggo, sono completamente contrastanti.

     Ritornando agli apostoli, che lasciarono tutto e seguirono Gesù, Pietro ad un certo punto chiede che benefici avranno del loro sacrificio un domani. Gesù risponde che quando lui sarà alla destra del padre, vi saranno anche dodici troni dove siederanno gli apostoli che giudicheranno le dodici tribù d’Israele. Mt 19,28. (perciò anche Giuda siederà sul trono).

    Anche qui ancora una volta si ribadisce che Gesù è venuto per Israele, non per noi. A questo punto ancora non è entrato in ballo Paolo che con la sua “visione” ha sconvolto tutto il volere di Gesù stesso.

    La famosa frase: date a cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, viene pronunciata da Gesù, secondo Matteo, perché i farisei volevano coglierlo in fallo facendogli dire se fosse giusto o no pagare i tributi ai romani. Qualsiasi fosse stata la sua risposta, avrebbe ottenuto un discapito o per i romani o per loro stessi. Gesù si fece dare una moneta e disse loro cosa c’era rappresentato sopra. I farisei risposero che c’era l’effige di Cesare, quindi pronunciò quella frase facendo andare via i farisei.

 

     In tutto il Vangelo secondo Matteo si parla sempre di farisei e sadducei come se fossero delle vipere. Gesù stesso non usa parole diverse quando si rivolge a loro. Ma chi sono costoro? I Sadducei durante l’epoca di Gesù erano considerati degli aristocratici, ricchi e potenti. Ottenevano perciò le più alte autorità sia di giustizia (Sinedrio) che religioso. Si interessavano però per lo più di politica ed erano in ottimi rapporti con i romani. Però quando nel 70 D.C. il tempio fu distrutto, anche loro sparirono.

Erano autosufficienti rispetto alla vita di tutti i giorni, tanto da negare il coinvolgimento di Dio. Non credevano nella resurrezione dei morti. Nessuna forma di vita dopo la morte. Negarono sempre un mondo spirituale come angeli e demoni.

I farisei invece erano religiosi della classe media imprenditoriale e perciò avevano molti contatti con il popolo. Erano molto severi con la religione e l’osservavano scrupolosamente.

     Con Gesù si scontrarono spesso perché lui li accusava che erano solo apparenza. Molti versetti sono dedicati a loro e tutti di disapprovazione. Anche loro facevano parte del Sinedrio anche se in numero inferiore ai sadducei, erano comunque importanti perché avevano il popolo dalla loro parte.  Credevano che Dio controllava tutte le cose anche se individualmente potevano variare qualcosa, tipo aiutati che Dio ti aiuta. Credevano nella resurrezione dei morti e nella vita dopo la morte con ricompensi o castighi e credevano agli angeli e ai demoni.

     Pur essendo questi due gruppi religiosi rivali, per la questione di Gesù, si unirono.

In realtà in quei tempi c’erano altri gruppi religiosi sempre di estrazione giudaica, come gli esseni o i samaritani. Ognuno di loro credeva in cose diverse anche se tutti provenivano da uno stesso credo.

    Spesso ci si confonde tra i filistei e i farisei ma sono due cose diverse. Infatti i filistei non sono ebrei provenivano da una zona ancora oggi sconosciuta anche se si hanno tracce in Creta e in Grecia. Arrivarono sulle coste della Palestina a cui diedero il nome sempre lottando contro tutto e tutti, persino con l’Egitto. Ebbero varie fortune al tempo di Sansone lottando specialmente contro gli ebrei. Ma anche loro poi furono sconfitti da altri popoli. Restarono sempre un grande nemico degli ebrei.

     Ho terminato il Vangelo secondo Matteo. In conclusione, come già scritto precedentemente, parecchie cose le conoscevo già per averle sentite e risentite praticamente ovunque, persino nei vari film che ho visto.

    Nelle ultime pagine Matteo descrive con particolari molto toccanti il travaglio e la paura dell’uomo Gesù, però anche con la consapevolezza che tutto già era scritto da tempo e che lui era a conoscenza di ogni cosa, proprio di tutto. Dal bacio di Giuda, al canto del gallo.

     Proprio non sono riuscito a capire il perché doveva svolgersi in questo modo la venuta di Cristo. In realtà me lo sono sempre chiesto, fin da bambino, però adesso che sono arrivato quasi alla fine dei miei giorni, ancora non capisco. Perché doveva essere ucciso e proprio nel modo peggiore? Possibile che solo così poteva espiare la nostra colpa? Ma poi quale colpa? Quale peccato?

     Dimentico sempre che c’è da fare un distinguo tra il Gesù che era stato mandato per la casa di Israele e quello che era stato mandato per tutto il mondo. Perché spesso le due questioni sono divise, spesso unite e altre volte si intrecciano o si contrastano a seconda di chi scrive o di chi copia e corregge i vari versetti.

     La storia raccontata da Matteo è davvero incredibile, nel senso che non è credibile assolutamente. Posso però credere che ci sia stato un messia più in gamba di tutti gli altri che sia riuscito a far parlare di sé abbastanza, ma non tanto da far sì che le cronache romane se ne occupassero. Perciò se Gesù fece davvero miracoli, per i romani o gli scrittori del tempo, non furono tali da essere presi in considerazione neanche per un breve scritto. Dalla storia dei re Magi, alla stella cometa, dalla strage degli innocenti e da tutto il resto, come nel momento della morte con il terremoto, l’eclisse della durata di tre ore, i morti che uscivano dalle tombe ecc.

    D’altra parte non posso dimenticare che questo Vangelo secondo Matteo, viene ritenuto scritto da lui, ma nessuno ne è certo.       E’ stato scritto dopo decenni dagli avvenimenti avvenuti che si sono tramandati oralmente da bocca ad orecchio da persona a persona per anni e anni. Non trascuro poi che forse era scritto in aramaico, poi tradotto in greco ed infine ricopiato da amanuensi non si sa quante volte, specialmente nei monasteri cristiani. E’ lecito da parte mia mettere in dubbio la veridicità di quello che ho letto? Anche perché davvero vi sono due facce di una stessa moneta. Su una leggo esattamente le leggi che Yahweh diede a Mosè sul desiderio, l’adulterio, il divorzio ecc. Mentre sull’altra li rivolta completamente, come l’odio per i nemici, la vendetta, la gelosia ecc.

    La mia speranza di avere le idee più chiare con la lettura del Vangelo, rispetto all’Antico Testamento, si è rivelata vana. Mi auguro che con i prossimi Vangeli, riuscirò a trovare un filo conduttore più logico. Purtroppo in quel territorio hanno tramandato tante cose sia oralmente che scritte che poi nel tempo sono cambiate a tal punto, da differenziarsi fino a diventare religioni differenti. Una sola costante Yahweh, tutto il resto è mutevole, possibile.

                                   

                                                                                                       Natale Pappalardo maggio 2018

Luca

Premessa

 

     Terzo vangelo che leggo dopo quello di Matteo e Marco. Nel frattempo sono andato avanti e indietro con l’Antico Testamento che non ho mai smesso di studiare. Indietro perché rileggo cose ormai passate con altra capacità di comprensione e quindi mi soffermo su tanti versetti per sviscerali meglio. Tutto questo comporta un grado di lettura che non vorrei pensare sia polemico, certamente mi fa riflettere molto più di prima. Ad ogni frase che mi si presenta davanti, mi vengono in mente cose che inizialmente non pensavo.

     Prima tiravo dritto per arrivare alla conclusione della storia di quell’argomento, fosse una parabola o una semplice frase, mentre adesso, sempre più collego cose lette antecedentemente con quelle lette al momento. Comunque questo di Luca è un vangelo sinottico quindi rispecchia molto quelli precedenti.

     Se l’accaduto è veritiero, cioè se la storia raccontata è quella, è ovvio che si riportino le stesse situazioni. Magari Luca le descrive in maniera diversa, ma la sostanza è la stessa. La differenza è solo la mia capacità di immedesimarmi meglio, con più partecipazione a quanto si racconta.

     Per esempio quando leggo che Gesù si trovava in barca mentre questa stava attraversando uno specchio d’acqua che diveniva sempre più agitato, al punto da diventare una vera e propria tempesta, col rischio di far rovesciare la barca con tutti gli occupanti, ebbene, si narra che Gesù stava dormendo, mentre gli altri erano preoccupatissimi per la loro vita. Alla fine decidono di svegliarlo perché non riuscivano più a governarla. Lui si sveglia e con un gesto calma le acque e il vento.

      Un miracolo, un semplice miracolo come altre decine descritte sui vangeli. La cosa che non mi convince, non è il miracolo in sé, chi sono io per dubitarne? Però essendo stato in barca molte volte, sono consapevole di cosa significa ballare tra le onde e persino arrivare al punto di potersi rovesciare. Sono arci sicuro che nessuno potrebbe restare a dormire, anche perché verrebbe sbalzato su e giù rotolando dappertutto. Basta immedesimarsi nel contesto per rendersi conto che quando si racconta una cosa a qualcuno e questo la racconta ad un altro e poi ad un altro ancora, come è successo con i vangeli, la vera storia si perde nelle parole e nelle fantasie della gente.

N.B. Non ho copiato i versetti se non pochissimi, altrimenti sarebbe stato un articolo troppo lungo. Ho inserito soltanto i riferimenti nel caso ci sia la curiosità di leggerli.

 

     Nato in Antioca nel 9 D.C e morto nel 93, è indicato come l’autore del vangelo secondo Luca. Le date e il resto sono indicative perché i riferimenti non sono verificabili essendo molto datati e tramandate tramite amanuensi che hanno inserito o tolto, a loro discrezione o preferenza, molto di quello che i vangeli, compreso questo, che è attribuito a Luca narrano. Quando si dice: vero come il vangelo, non si dice la verità. Probabilmente chi dichiara che nei vangeli ci sia verità o non l’ha mai letti oppure è una persona di parte che vive professandone la fede.

     Luca insieme a Paolo predicò moltissimo specialmente fra i gentili. Non ebreo, dotato di buona cultura, probabilmente medico.     Era un ellenista, quindi molto lontano dagli insegnamenti ortodossi giudaici. Non conobbe mai Gesù e si dice che ne sentì parlare soltanto ad età matura verso i 37 anni (come mai? Un personaggio così importante… ). Luca è quello che ha scritto di più nel Nuovo Testamento.

    Quando incontra Paolo ne diventa un suo allievo-collaboratore. Lo segue nei suoi numerosi viaggi e durante la prigionia del suo mentore, scrive anche gli “atti degli apostoli”, un resoconto dettagliato dei primi cristiani. (ancora non letto).

Il vangelo scorre bene e si nota la cultura superiore rispetto ai due letti precedentemente, ma pur essendo scritto in maniera più elegante e corretta, non ci sono molte novità tranne tre parabole esclusive credo: la pecora smarrita Luca, 15,4-7 la moneta perduta Luca, 8-10 e il figliol prodigo Luca, 15,11-32.

Il vangelo attribuito a Luca nella prima parte parla della nascita di Gesù, anzi ancora prima, infatti descrive la madre di Giovanni, Elisabetta che non potendo avere figli perché sterile, riceve la visita di un angelo e improvvisamente rimane incinta. Luca 1,13.

    Ricercando ulteriori spiegazioni su questo caso, mi sono imbattuto in parecchie opinioni diverse sulla maternità di Elisabetta e su tutto ciò che concerne l’argomento. Ho letto anche la convinzione di alcuni, che credono che ciò fu aggiunto nei secoli seguenti. Mi riferisco sempre a esegeti di una certa levatura, studiosi di fama della Bibbia.

Stessa cosa capitò a Maria, anche qui un angelo le predisse che sarebbe rimasta gravida di un figlio a cui avrebbe messo il nome Gesù… Luca 1,31. Ma quest’ultimo passaggio, malgrado per secoli sia stato considerato una profezia, in realtà già da quest’anno le bibbie tedesche hanno stabilito che la traduzione corretta è quella che era già gravida. Perciò nessuna profezia.

Infatti Luca 2,21

21Quando furono passati gli otto giorni per circonciderlo, gli fu dato il nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo, prima di essere concepito in grembo.

Non è veritiero!

   

     Nel mio articolo gli “Angeli” ho già scritto che oltre ad essere messaggeri e vigilantes, uno dei compiti degli angeli era anche quello di rendere feconde le donne sterili. Chiunque li vedeva li temeva, erano pericolosi e facevano paura. Luca 2,10

Pare che per Sara ci pensò direttamente Yahweh ma per queste altre due donne famose furono gli angeli. Non si sa se direttamente, come è naturale oppure tramite un intervento clinico.

     Una riflessione non posso fare a meno di farla, infatti leggendo tempo fa che gli angeli avevano anche questo potere, quindi il loro sesso non era assolutamente indefinito, mi chiedo se avessero un mezzo per ingravidare le donne sterili, come Sara che ebbe Isacco per giunta in tarda età, quando anche se fosse stata fertile per natura, non sarebbe più stato possibile rimane incinta.

   Un mezzo naturale particolare, oppure come suppongo più realmente, per mezzo di tecniche mediche avanzate. Altro particolare che mi fa propendere per la seconda ipotesi è che dichiarano alle donne che partoriranno sicuramente. La sicurezza dettata dalla consapevolezza di aver causato in loro la gravidanza con anche la conoscenza del sesso del nascituro.

L’annunciazione, questa incredibile profezia che artisti famosi come il Beato Angelico o Leonardo da Vinci, hanno immortalato in quadri esposti nei musei e nelle chiese più prestigiose, risulta poi solo una colossale montatura. Una delle tante invenzioni costruite soltanto modificando la traduzione dall’ebraico, difficile da smontare adesso. Eppure fra i cristiani, come scritto sopra, nella Bibbia tedesca hanno cominciato a farlo.

    Ma poi l’annunciazione era data dall’Arcangelo Gabriele a Maria, come mai poi è diventato di dominio pubblico? E’stato Giuseppe quando ha sognato l’angelo che gli ha spiegato tutto tranquillizzandolo? Devo ancora scoprirlo…..Certamente se questa storia, che i cristiani accettano senza se e senza ma, accadesse adesso in una qualsiasi città, la giovane sposa che rimanesse incinta, col marito assente per mesi a causa del lavoro, sarebbe bersaglio di tutti. La domanda principale sarebbe: chi è stato? Immagino che dichiarare che non è stato nessun uomo ma lo spirito santo non sarebbe credibile assolutamente.

    Nel caso sia tutto vero mi chiedo perché questa povera fanciulla dovesse rimanere incinta senza neanche poter avere la soddisfazione e il piacere di un rapporto sessuale? Che aveva fatto di male? E’ chiamata l’immacolata non perché pur essendo vergine concepì Gesù ma….. L'Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. (prima del 1854 era come tutti noi: peccatrice) Tra l’altro, il Nuovo Testamento ci mostra come in realtà fosse trattata da tutti, compreso Gesù. Esattamente com’erano considerate le donne in quei luoghi e in quei tempi, cioè male. Basta leggere anche da Giovannile nozze di Cana” Però poi, nel tempo diventò la madre di tutti e divenne la più venerata tra le donne. Ci sarebbe da raccontare molto sulla Madonna, non desidero però uscire dal tema.

Il vangelo prosegue con parabole e miracoli straordinari. Forse quelli più numerosi sono la fuori uscita dai corpi degli umani dei demoni o spiriti maligni.

Fra le donne che seguivano Gesù c’era anche una certa Maria di Magdala (Maria Maddalena) dalla quale uscirono 7 demoni. E’ lecito chiedersi che forma avessero questi demoni? Per averli contati li devono aver anche visti o sbaglio?

Ma che fine hanno fatto tutti questi spiriti maligni che infestavano l’umanità? Oggi non se ne parla affatto, a meno che non si voglia credere agli indemoniati, che la chiesa ogni tanto non fa mistero di prestare fede. O sono tutti dentro di noi e noi non ce ne rendiamo conto, oppure sono stati tutti cacciati dagli apostoli e da Gesù. Anche se in un versetto è scritto che quando un demone viene cacciato dal corpo di un povero cristo, se non trova dove locarsi, invita altri demoni (7) e si riprende lo stesso corpo con più intensità di prima.

     Ancora devo capire chi sono questi demoni o gli spiriti maligni, non ne ho letto sull’Antico Testamento, se non per quel poco che ho scritto nei miei articoli precedenti.

Però nell’era volgare, alto, medio e basso evo, troppe cose sono state inventate e fatte diventate realtà. Se vogliamo credere al diavolo caprino con zoccoli e corna padronissimi di farlo! Anche per i diavoli ho già scritto un breve articolo esauriente.

Luca 8,19-21… Onora il padre e la madre… Che significa? Non capisco!!!  Perché basta leggere questi versetti e si intende che la famiglia, padre, madre, figli, fratelli, sorelle non contano niente, proprie niente. Come quando dice che non è venuto per la pace ma per la spada… già inserito su altro articolo…Luca 13, 51-53…..padre contro figlio e il figlio contro il padre, la madre contro la figlia…Confesso che questi ultimi passaggi mi sono oscuri. Non era Gesù tutto bontà e misericordia? Devo interpretare?

     No, desidero leggere letteralmente e perciò devo intendere che lui non è venuto per l’amore ma per dividere anche nel seno famigliare. Pare che vi siano due Gesù, uno tutto pace e amore e l’altro un combattente spietato. Come si conciliano?

Probabilmente sono troppo poco intelligente e troppo piccolo per capire, anche su questo ci sono dei limiti, quando si è troppo stupidi la regola che solo i piccoli e i meno intelligenti possono capire, non conta, il troppo è troppo!

O quando dice di lasciar perdere tutto e di seguirlo, neanche per perdere tempo a seppellire i propri morti… Luca 9,60.

Neppure per salutare i genitori, o i figli primi di seguirlo. Non conta nessuno altro, solo lui: il figlio del padre..

Luca 15,25-26 … Per essere un suo discepolo bisogna odiare il proprio padre, la propria madre, i figli, la moglie … ed anche la propria vita…dedizione totale!!!

     Si suppone che durante i viaggi da una città all’altra abbiano di che coprirsi e nutrirsi, perché anche Luca insiste che Gesù predica di non portare con loro assolutamente niente, neanche un bastone per sorreggersi. Quindi loro non portano niente ma probabilmente altri, non so chi, devono avere qualcosa per sostenerli. A meno che non facciano delle tappe piccole in modo da rifornirsi nelle varie cittadine che incontrano. Rifornimento richiesto sempre. Se non ricevuto allora maledicevano, come già scritto precedentemente, gli abitanti che non li avevano aiutati. – “Faranno una fine peggiore di quelli di Sodoma e Gomorra” -. Questa sì che è misericordia!

      Proprio in questi giorni (ottobre 2018) ci sono migliaia di persone che dal Centro America hanno intrapreso un viaggio verso gli Stati Uniti, attraversando vari stati. Honduras, Guatemala, Messico. Il viaggio è la loro ultima risorsa, l’ultima spiaggia. Nei media TV si vedono questi poveretti che avanzano a piedi, con i bambini piccoli in braccio, senza viveri, suppellettili, senza niente, esattamente come coloro che seguivano Gesù. I suoi seguaci però potevano contare sulla misericordia degli indigeni e sui miracoli del figlio del padre, mi chiedo invece chi hanno quei disgraziati che sono in viaggio già da centinaia di chilometri. Perché se mi confermano che lo stanno effettuando senza nessun aiuto o che il tutto sia nato spontaneamente, beh allora credo di più ai vangeli che a queste dichiarazioni. (E’ notizia del 28 ottobre che il Messico si prenderà cura di coloro che richiederanno asilo politico).

     La trasfigurazione di Gesù. Basta leggere Luca 9,28-36 per rendersi conto che nessuno doveva sapere quanto accaduto sul monte dove erano andati a pregare, invece lo si legge sui vangeli!  La gloria arriva in una nuvola e scendono Mosè e Elia (due non morti perché nessuno li ha visti morire ed infatti eccoli dopo centinaia d’anni! Anche sulla gloria scritto un lungo articolo) e poi risalgono sulla nuvola e spariscono.  Eppure non avrebbero dovuto dire niente a nessuno Pietro, Giovanni e Giacomo, esattamente come quando Gesù guarisce miracolosamente qualcuno davanti a migliaia di persone. Poi raccomanda: non lo dite a nessuno quello che ho fatto! La trasfigurazione cambia Gesù, lui e il suo abito, diventano splendenti e pieni di luce. Quello che non capisco è se non devono dire niente di Mosè ed Elia oppure della sua trasfigurazione… tanto più che quest’ultima è evidentissima. Però noi sappiamo tutto, che meraviglia!

    A volte mi spavento di quanto sono miscredente! Ma per davvero penso male, oppure è quello che leggo che mi fa pensare male? Poi però in Luca 10,21  tutto mi diventa chiaro….. tu hai nascosto queste cose hai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Posso ammettere di non essere intelligente, sicuramente ci saranno milioni di uomini più intelligenti di me e che sono piccolo non è un mistero per nessuno. Perciò sono in grado di “VEDERE” di più e sicuramente meglio di tanti sapienti che pretendono di spiegarmi la Bibbia perché la sanno interpretare da studiosi che sono. Ma come ho scritto precedentemente, probabilmente sono troppo piccolo e troppo poco intelligente, oppure un poco dotto. Le due prime sicuramente!

     Leggendo mi soffermo su versetti che mi sorprendono per la loro semplicità come quelli di Luca 12,4: a voi, amici miei, dico non temete coloro che possono togliervi la vita, ma non possono fare niente di più… Temete colui che dopo la morte vi può gettare nella Geenna.

     La valle di Ennom a sud-ovest di Gerusalemme, maledetta dal re Giosia (perché sede del culto di Moloch, cui venivano offerti sacrifici umani) e destinata a immondezzaio della città; poiché vi ardeva continuamente il fuoco, nel Vangelo è presa a simbolo dell'Inferno.

     Re GIosia (649-609 A.C.) sostituì i sacrifici umani con animali per poi cambiarli anche in offerte in denaro. Abbatté tutti gli idoli che rappresentavano gli altri Dei. Quindi prima di lui anche per gli israeliti era normale compiere sacrifici umani in onore di Yahweh,

Tornando all’inferno, nell’Antico Testamento non si parla di una punizione tanto grave dopo la morte perché una volta morto si tornava polvere come si era prima.

     Con la vicinanza egizia e di altre culture si formò l’idea degli inferi Ades o She’ol dove andavano i morti. Un non tempo, triste, grigio ma non una punizione. Posso pensare che il libro di Enoch, dove gli angeli caduti bruciano nelle fiamme in attesa della giustizia divina, abbia influenzato la nostra considerazione sulla punizione. Bisogna stabilire se inserire il libro di Enoch come libro canonico oppure considerarlo apocrifo come hanno stabilito. Non si può prendere a piene mani alcuni argomenti trattati nei libri di Enoch ed altri no. Comunque basta stabilirlo come hanno fatto con gli altri.

Qohselet 3,19infatti la sorte degli uomini è la stessa di quella degli animali, come muoiono questi, così muoiono quelli. Gli uni e gli altri hanno lo stesso soffio vitale, senza che l’uomo abbia nulla in più rispetto all’animale. Si, gli uni e gli altri sono vanità. Essi vanno tutti verso lo stesso luogo: gli uni e gli altri vengono dalla polvere, gli uni e gli altri tornano alla polvere….. 

     Anche i Sadducei (importante setta religiosa del giudaismo che aveva stretta relazione col sacerdozio (At 5,17) e non credeva alla risurrezione né all’esistenza degli angeli. ( At 23,8.) domandano a Gesù chi dei sette fratelli, che hanno avuto in sposa la stessa persona, essendo deceduti uno dopo l’altro e per la legge di Mosè dovevano sposare la cognata, se non avessero avuto figli per l’eredità.  Chi, ripeto, avrebbe avuto il diritto, una volta resuscitati, di esserne il marito? Gesù rispose Luca 20,27-36. che i risorti non prendono né moglie né marito perché diventano come gli angeli e poi continua Luca 20,37-38 che lo dice anche Mosè che i morti risorgono. A questo proposito che lo dica anche Mosè interessa poco o niente, basta però leggere cosa scrive per rendersi conto che Mosè riferisce solo che Yahweh è il dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe… E allora?  Dove è scritto che ci sarà la resurrezione?

     Il discorso escatologico (destino ultimo dell’uomo e dell’universo) Luca 20,5-38 è così vario e complesso che sarebbe opportuno leggerlo personalmente per avere un’idea propria, senza assorbire le interpretazioni di altri. Personalmente se è una profezia, non è dissimile di quelle di molti altri che predicavano sciagure in avvenire.

     La passione, morte e resurrezione pur conoscendola, come credo tutti fin da bambini e averla sentita e vista in numerosi film e anche letta più volte dovunque, ho creduto bene di rileggere tutto quello che è scritto nel vangelo di Luca, come se fosse la prima volta. Unica differenza è che questa volta alla lettura ho accompagnato le mie considerazioni, frutto delle mie conoscenze più approfondite della Bibbia, che ho iniziato a studiare con vera partecipazione.

     Il dubbio più antico che ho sempre avuto è il perché Dio abbia scelto una soluzione così drastica per darci una seconda possibilità. Mandare il proprio figlio sulla Terra… (una parte di sé?) Anche questo particolare del figlio e dello spirito santo mi lasciano perplesso. Questo DOGMA che non capisco non l’ho ancora sviscerato in me, come moltissime altre cose che ho dovuto non prendere in considerazione al momento. (Negli anni di Costantino I ancora il cristianesimo non era uno solo. C’erano molte correnti e ognuno predicava quello che reputava giusto. Per esempio il monaco cristiano Ario pensava che Gesù fosse stato generato da Dio. Che pur essendo divino era fatto di un’altra “sostanza”. Perciò diceva che prima di Gesù oppure quando Gesù non c’era ecc... da tutto ciò nacque il primo Concilio nel 325 D.C.a Nicea dove crearono il Credo e altre regole "consustanziale al Padre" per stabilire un solo cristianesimo che poi nel tempo come sappiamo si divise ancora. Invito a dare un’occhiata al CREDO ma questa volta soffermatevi su ogni parola e meditate!).

     Dunque manda il figlio a predicare per tre anni, facendogli compiere miracoli, ma destinandolo ad essere immolato sulla croce dopo sofferenze atroci.

     Solo con la sua passione, morte e resurrezione l’umanità poteva pagare il peccato causato in origine da Adamo e Eva. Ho già verificato e scritto in altri articoli che il peccato originale così come ci è stato insegnato NON ESISTE!

     La Bibbia racconta che Adamo ed Eva riuscirono a riconoscere il bene ed il male mentre prima erano inconsapevoli, tramite il serpente. Questo “animale” che ci hanno insegnato essere il male, in realtà risulta da scritture ancora più antiche della Bibbia, come colui che aiutò una certa “umanità” quella che risiedeva nel Gan-Eden, a procreare e ad essere coscienti.

     Dio avrebbe dovuto essere contento che le sue creature crescessero nella consapevolezza e potessero autonomamente avere un futuro perché non erano affatto eterni, come ci hanno sempre insegnato. Tanto che quando gli Elohim scoprirono cosa era accaduto, li cacciarono dal Gan-Eden per paura che se avessero “mangiato anche dall’albero della vita”, sarebbero diventati come loro. Cioè sarebbero vissuti molto a lungo. Perciò Adamo ed Eva furono cacciati dal Gan-Eden per timore che gli Elohim (Dio) non potessero più controllarli.

     Dov’è il peccato originale che ha causato tutto ciò? Tutto scritto sulla Bibbia!

    Però se anche il peccato originale esistesse, allora sarebbero peccatori tutti i discendenti di Adamo ed Eva, cioè gli adamiti e non l’umanità (Homo Sapiens ) che già esisteva nel mondo. Basta ricordarsi di Caino, spaventato quando fu cacciato via perché temeva che chiunque lo incontrasse lo avrebbe potuto uccidere…. Basta leggere la Bibbia e non farsela raccontare e interpretare dai ministri delle chiese, di tutte le chiese. Ma poi più semplicemente il peccato originale è frutto di un’invenzione di Agostino D’Ippona, chiamato poi sant’Agostino per spiegare l’origine del male ecc. ecc. Un altro pensatore che insieme a Paolo ha costruito il cristianesimo.

    Da quanto racconta Gesù varie volte, tutto era progettato. Infatti ogni tanto prova a dire ai suoi apostoli che stava arrivando il tempo finale e della sofferenza per lui, ma loro non capivano. Predisse anche che uno di loro lo avrebbe tradito e che Pietro per tre volte, prima del canto del gallo lo avrebbe disconosciuto.

    Non era certo d’accordo con Dio di dover soffrire (mi pare che il monaco Ario non avesse torto) e fino all’ultimo cercò di evitare quella brutta fine pregando il Padre, inutilmente però. Luca 22,42. Mi ricorda, questa presa di posizione autoritaria e senza amore, il solito vecchio Yahweh, che da qualche tempo si era trasformato in un Dio di bontà e misericordia. Dall’alto si era stabilito così e perciò così doveva essere. Doveva esserci un Giuda detto Iscariota, un Ponzio Pilato, un Erode, insomma tutti gli attori che qualcuno (Dio) aveva creato e così ben orchestrato.

    Però questa volta la lettura mi ha portato a considerare che qualcosa non suona bene. Innanzi tutto se davvero Gesù era così ben seguito dalla gente, tanto che migliaia e migliaia di persone lo veneravano a seguito della sua predicazione e dei miracoli che effettuava di continuo, come è stato possibile che Ponzio Pilato e anche Erode, che ufficialmente non avevano elementi per condannarlo, alla fine decisero, nella persona di Ponzo Pilato come responsabile, di liberare Barabba che era stato condannato come uno dei possibili imputabili della morte di un soldato romano? Che i sacerdoti e molti nobili spingessero a questo non poteva, a parer mio, far decadere l’accusa di Barabba, tanto più che il popolo era tutto per Gesù e non il contrario come ci hanno fatto credere, per i motivi sopra citati. Ponzo Pilato non poteva permettere neanche per un solo attimo, che un presunto uccisore di un romano potesse essere liberato.

     Non era, come si vuol far credere un responsabile che se ne lavava le mani, anzi tutt’altro. Infatti il vangelo di Luca ricorda il massacro dei 18 galilei, trucidati a causa di sacrifici, per ordine di Pilato. Luca 13,1-9

     Che fosse stato tutto programmato lo rileva anche Luca 22,30 quando Gesù dice agli apostoli che siederanno sui12 troni per giudicare le 12 tribù di Israele. Questo mi dice che anche Giuda, per quanto traditore, avrebbe avuto il suo trono perché doveva svolgere quel ruolo, come tutti gli altri protagonisti.

    In più, ancora una volta, mi dice che tutto ciò non è la storia del mondo, ma solo la storia degli israeliti che è stata presa, sottraendola ai veri interessati e variata per farla diventare una storia per tutta l’umanità. Tanto che gli ebrei, tutti gli ebrei, non sono affatto d’accordo con il Nuovo Testamento ed infatti sono ancora in attesa del loro Messia figlio di Davide che li guiderà per dominare sul mondo con una sola religione ed un solo Dio: Yahweh!

Luca descrive la morte di Gesù in maniera meno fantasiosa rispetto agli altri, anche se l’eclisse dura esattamente tre ore (episodio non verificatosi nelle cronache romane del tempo. Un’incredibile eclisse che invece di durare solo qualche minuto dura tre ore) e descrive che il velo del tempio si squarciò a metà (difficile credere che qualcuno potesse vedere il velo del tempio essendo chiuso nel posto più proibito, dove solo il sommo sacerdote poteva entrare). Però non descrive come altri il terremoto che spaccò le rocce, né che i morti risorsero rimanendo ritti sulle loro sepolture per tre giorni fino a mettersi a camminare ed arrivare in città, alla vista di tutti, quando Gesù risorse.

     Luca 23,53. Un sepolcro scavato nella roccia…Sono andato a documentarmi come gli ebrei seppellivano i loro defunti. Solo le persone ricche potevano permettersi un sepolcro scavato nella roccia. Altrimenti i cimiteri sarebbero stati molto più grandi delle città stesse. Un certo Giuseppe un membro del Sinedrio, (supremo Consiglio Ebraico; fu il Sinedrio con i sommi sacerdoti a far condannare Gesù) fra tante mele marce c’era un uomo buono e giusto e questo Giuseppe si fece dare il cadavere di Gesù da Ponzo Pilato e lo mise in un sepolcro nuovo.

 

     Purtroppo mi vengono tanti dubbi…. Perché questo Giuseppe si comportò così? Leggo che aspettava il regno di Dio, ma che non era affatto un seguace, infatti faceva parte dell’alta borghesia che comandava… non avrebbe dovuto vendere tutto?.  E’ più facile che un cammello passi dentro la cruna di un ago che un ricco…

    Il resto, cioè la scomparsa di Gesù dentro il sepolcro, le donne che si recarono la domenica con gli aromi trovando la pietra ovale spostata e due uomini spendenti dentro che dissero che il vivente era resuscitato e che li aveva avvertiti che sarebbe successo tutto questo, l’ho sentita tante di quelle volte che mi pare talmente reale che quasi avverto persino l’odore di quel sepolcro. Anche che Gesù appaia a due che camminano parlottando fra di loro e poi si fa riconoscere….Quello che mi sconcerta e che Luca descriva che mentre guida fuori gli apostoli ... per condurli verso Betania li benedice e si separò da loro e veniva portato nel cielo. Luca 24,51 portato nel cielo da chi? Quindi non si è trattato di un’ascensione!

     Finito il vangelo di Luca….. Adesso toccherà a quello di Giovanni. Mi auguro sia meno impegnativo ma ci credo poco perché più vado avanti e più le cose si complicano.

     Il problema non è quello che è scritto, è quello che io intendo. Basterebbe leggere senza chiedersi niente e tutto scorrerebbe tranquillo come un placido ruscello. Naturalmente ho solo commentato quello che scrive Luca su determinati fatti, senza aggiungere niente che sono venuto a conoscenza leggendo altro altrimenti…….A parte quando mi riferisco a testi antichi più vecchi della Bibbia, perché ormai è a conoscenza di tutti che il libro della Genesi è copiato da scritti sumero-accadici. Meno le ricerche che non potevo fare a meno di effettuare per verificare e capire meglio. Mi pare di non essermi fatto influenzare da altro, comunque ho cercato di attenermi al massimo al vangelo, forse con qualche divagazione appena accennata.

 

Il Credo

Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore Gesù Cristo unigenito figlio di Dio nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre. Per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto e il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture ed è salito al Cielo e siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti ed il suo Regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati e aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.

 

     In questo dogma, anzi in questi dogmi c’è tutto quello che dobbiamo credere senza se e senza ma. Desideriamo essere cristiani cattolici? Recitiamolo e obbediamo al credo! Mi chiedo come mai abbiano deciso di scrivere SECONDO LE SCRITTURE, avevano qualche dubbio?

 

 

                                                                                                Natale Pappalardo 1 novembre 2018

Giovanni

     Il vangelo più ostico per me, il più astratto. Parla quasi esclusivamente di IO SONO (e voi non siete un … dal marchese del Grillo). Se credete in me… vivrete per sempre altrimenti… Questo concetto è simile al pensiero di Yaweh, mi dovete amare altrimenti morirete. L’uomo ha il libero arbitrio, può scegliere di vivere o morire! Non mi credete? Non volete camminare sul mio sentiero? Allora morirete!

     La cosa che sorprende però è che il tutto era già stato stabilito in precedenza. Dio manda suo figlio anche se poi è sé stesso (bisogna credere) affinché morendo assolva il mondo dal peccato originale. Da qui tutta la storia della carne, del sangue, del pane ecc. Però leggendo la Bibbia si evince che il peccato originale non esiste e allora? Che senso ha la venuta di Cristo? Siamo tutti peccatori comunque. Abbiamo dentro di noi questa macchia che dalla nascita ci costringe ad essere perdonati. Meno che la Madonna però. Ci mancherebbe altro che la madre di Gesù e quindi di Dio (poi se qualcuno riesce a spiegarmi meglio questo concetto gliene sarei molto grato), fosse anche lei peccatrice. Ma che scherziamo? Infatti dopo tanti secoli dalla sua nascita, ….. L'Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. (prima del 1854 era come tutti noi: peccatrice).

     Ma non solo lei è immune dal peccato di Adamo e Eva e quindi dei discendenti, infatti quando Dio cacciò Caino dal luogo protetto in cui abitavano, Caino dichiarò:

Genesi 4, 14
14"Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà"

     Ma non erano soli sulla Terra? Proprio no, infatti Caino trovò moglie che generò Enoch ed in seguito edificò una città a cui diede lo stesso nome del figlio. Perciò al di fuori dal luogo protetto dove vivevano Adamo ed Eva c’era una moltitudine di gente che non potevano essersi macchiati del peccato di Eva e di Adamo. I loro discendenti devono per forza essere puri come la Madonna. Probabilmente io non capisco ciò che vedo scritto, infatti quando leggo una cosa, ne devo intendere un’altra, cioè che Caino era timoroso della sua ombra e edificò non solo Enoch ma anche altre città da solo!

     Mi chiedo come mai io non riesca a comprendere come questo vangelo sia considerato il più profondo e spirituale fra tutti, quando per me è solo una costruzione artificiale con errori cronologici evidenti, creati apposta per riempire di mistero fatti probabilmente (sicuramente) non avvenuti come descritti. La ciliegina sulla torta poi è lo spirito santo che, una volta sparito Gesù, sarebbe rimasto a guidare gli apostoli dando loro la potenza divina.

      Avendo già letto l’Apocalisse, sempre scritto da Giovanni, questo vangelo è acqua fresca al confronto. Pensare che si dice che Ezechiele abbia avuto delle visioni e che specialmente quando descrive la GLORIA di Dio non era in sé. Allora Giovanni nell’Apocalisse era del tutto “fatto”.

Qui naturalmente non si parla di Paolo di Tarso che con il suo arrivo liquidò gli apostoli e tutte le loro predicazioni come non corrette. Gesù infatti, a suo dire, rendendosi conto del suo errore strategico, folgorò Paolo sulla via di Damasco per insegnare una nuova via al mondo. Sono parole blasfeme? Eppure è proprio così, basta leggere la Bibbia per rendersi conto che Paolo stravolse la storia ebraica prendendo solo la parte di Gesù che amava il mondo, tutto il mondo. Non considerando l’altro Gesù, quello che era stato mandato solo per le pecore smarrite di Israele. Eppure gli apostoli erano ancora presenti! Sarebbe bastato dirlo a Pietro oppure a tutti gli altri senza andare a pescare Paolo, un cacciatore dei suoi seguaci.

 

Giovanni (Betsaida, 10 circa – Efeso, tra il 98-99 e il 104 d.C.) è stato un apostolo di Gesù. La tradizione cristiana lo identifica con l'autore del quarto vangelo e per questo gli viene attribuito anche l'epiteto di evangelista. Fratello dell’apostolo Giacomo il maggiore. Prima di seguire Gesù fu un discepolo di Giovanni Battista. La tradizione gli attribuisce un ruolo speciale nella cerchia dei dodici come colui che fu il più amato da Gesù, ma studi recenti non sono d’accordo con questa ipotesi.

     Partecipe dei principali eventi della vita e del ministero del maestro (ma solo degli ultimi tempi) e unico degli apostoli presente alla sua morte in croce. Morì in tarda età a Efeso, ultimo sopravvissuto dei dodici apostoli.

La memoria cristiana attribuisce a lui 5 neotestamentari: l’ultimo dei vangeli, le tre lettere di Giovanni e l’Apocalisse. Gli viene attribuito anche un’altra opera: l’apocrifo di Giovanni.

     Per la sua profondità teorica e filosofica viene definito il teologico per antonomasia. Viene raffigurato col simbolo dell’aquila in quanto nella sua visione dell’Apocalisse, avrebbe visto la Luce Vera del Verbo, nel prologo del quarto vangelo, così come si riteneva che l’aquila potesse fissare la luce del sole direttamente.

    Il vangelo di Giovanni è diverso dagli altri tre detti sinottici perché tratta un periodo lungo tre anni, mentre tutti gli altri solo di un anno e principalmente intorno al lago di Tiberiade. Questo di Giovanni si conclude amaramente nell’unica salita di Gesù a Gerusalemme, mentre gli altri descrivono 5 volte l’ingresso nella città, in occasione delle feste ebraiche. Però più della metà del vangelo, tratta del periodo della sua ultima settimana di vita.  Della sua crocifissione, della sua resurrezione e della vita fino alla sua “ascensione

     Molti avvenimenti raccontati nel suo vangelo non hanno nessun riferimento negli altri tre, ad esempio: nozze di Cana (2,1-12); incontro con la samaritana (4,1-42); guarigioni del paralitico alla piscina di Betsaida e del cieco nato (cc. 5 e 9); risurrezione di Lazzaro (c. 11); lavanda dei piedi (13,4-11); nel ciclo pasquale, corsa di Pietro e Giovanni al sepolcro (20,1-10); apparizione del Risorto a Maria di Magdala (20,11-18); episodio di Tommaso (20,24-29). Infine, in Giovanni la purificazione del tempio si trova all’inizio del ministero pubblico di Gesù, mentre nei sinottici è all’inizio del racconto della passione (2,13-22; cf. Mt 21, 12-17).

    Un altro aspetto sorprendente del quarto vangelo è la mancanza di una qualsiasi lista dei dodici. Senza negarne l’esistenza, il loro ruolo, paragonato con quello dei sinottici, è decisamente ridotto, perché non ricevono da Gesù alcuna missione particolare. Il primo fra loro, Simon Pietro, è addirittura in una posizione perlomeno sorprendente. Infatti, pur facendo, in 6,69, una confessione di fede particolarmente importante, quando si trova in compagnia del discepolo che Gesù amava di più, la sua inferiorità sembra evidente (13,23-25; 20,2ss; 21,7ss). Infine, spesso i dodici sono eclissati da altri personaggi, sconosciuti ai sinottici, ma per certi versi più vicini a Gesù, come Natanaele (1,45), Lazzaro, associato con Gesù al punto di incorrere nella stessa ostilità da parte delle autorità giudaiche (12,10-12), certe donne, come la samaritana o Marta e Maria, che giocano un ruolo essenziale nel riconoscimento di Gesù come figlio unico di Dio, mandato dal Padre perché gli uomini abbiano la vita. Le divergenze fra il vangelo di Giovanni e i vangeli sinottici riguardano anche la persona e la missione di Gesù. Mentre nei sinottici il ministero di Gesù è incentrato sulla proclamazione dell’imminente venuta del regno di Dio (Mc 1,14-15), nel quarto vangelo Gesù non proclama la venuta del regno di Dio, non si presenta come colui che viene e reinterpretare la legge, un tema caro a Matteo, non parla in parabole, non dispensa insegnamenti etici e non fa alcun esorcismo. È il Figlio unico di Dio, la parola divina, il Verbo fatto carne (1,14).

     L’originalità del quarto vangelo consiste proprio nell’identificazione del Verbo divino con Gesù di Nazaret, un essere umano storico, come suggeriscono nel prologo sia il termine “carne”, sia il riferimento alla testimonianza, umana e datata, resa da Giovanni Battista (1,6-9-15). inviato dal Padre (3,31-36; 6,43), Gesù è venuto a rivelare che era il Padre (14,7-9; cf. 1,18). Perciò nel Vangelo di Giovanni, Gesù è ben più del Messia atteso o del profeta del regno. È l’inviato del Padre, colui che riconosce esplicitamente la sua divinità e la sua preesistenza (8,58; 10,30-38) e viene salutato come  Dio (20,28).

     Anche la sua controversia fondamentale con i giudei non riguarda la violazione delle regole del sabato, ma il fatto di proclamarsi uguale a Dio (5,16-18; 10,33; 19,7). A più riprese, Gesù afferma persino di disporre poteri divini (5,25-26) e ricorda la gloria che aveva presso il Padre prima della creazione del mondo (17,5-24). Ciò che fa e dice, lo ha visto e sentito quando era con Dio (5,19; 8,28; 12,49). Non sorprende quindi la sua conoscenza soprannaturale degli avvenimenti e delle persone (1,48; 2,25; 4,18-19; 13,1-3; 16,30). La sua filiazione divina è la fonte del suo essere e la molla della sua azione.

     Comunque basta iniziare a leggere dalla prima riga …

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.2Egli era in principio presso Dio:3tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. 4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. 6Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. 9Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. 11Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. 12A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

     Un uomo come Giovanni ebreo profondamento ortodosso, come ha potuto pensare e quindi immaginare questi concetti teologici estranee alla sua cultura ed esperienza? Quasi tutto il suo vangelo o meglio quello che gli si attribuisce, parla del figlio di Dio, del padre che è più grande di lui ma che è lui stesso e che è venuto mandato da lui per noi. Tutto quello che sa glielo ha detto il Padre prima di creare il mondo. Si parla che il Padre è quindi più grande di lui ma contemporaneamente non lo è perché sono la stessa cosa ma uguale e insieme diversi. Insomma concetti ben lontani dalla concretezza ebraica. Solo teologia pura, astratta e quindi indefinita. Basta solo soffermarsi su una qualsiasi frase scritta, da non si sa da chi, per comprendere che definizioni e concetti sono stati creati apposta per confondere e far dubitare che il vero sia vero e la fantasia sia fantasia.

     La consustanzialità cioè la proprietà di tre persone distinte che sono la stessa cosa viene messa in dubbio, secondo il mio parere, da questo vangelo. In realtà continuando a leggere, è discutibile ogni frase se non ogni parola di quanto scritto.

    Posso concludere dopo aver letto i vangeli e non solo tanto per leggerli come fanno parecchi, che le mie aspettative sono state deluse. Dopo l’Antico Testamento speravo che il Nuovo, essendo stato scritto in tempi più recenti e in una lingua ben conosciuta, fosse più veritiero e meno fantasioso del Vecchio, invece quando si dice: vero come il Vangelo, si dice una grande bugia. Credo che non vi sia una sola parola scritta che rappresenti la verità, ma naturalmente questa è la mia opinione, la credenza di un nessuno. Perciò un pensiero che vale e serve solo a me stesso.

                                                                                             

                                                                                                       Natale Pappalardo agosto 2019

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