Radiazioni solari e non
Da qualche tempo, luglio 2020, si parla di ricerche scientifiche che potrebbero aiutarci nella lotta contro il COVID-19. Ricerche eseguite analizzando le radiazioni solari. Queste ricerche specifiche sono portate avanti da un gruppo di ricerca italiano, anche se sono decine d’anni che conosciamo gli effetti che le radiazioni solari provocano, lo studio e la ricerca non si fermano mai.
Ultimamente, infatti, hanno scoperto che delle emissioni solari di circa 256nm sono in grado di eliminare il COVID-19. Per fortuna per noi queste onde vengono schermate dallo strato di ozono che circonda la Terra, altrimenti non solo eliminerebbero i virus ma anche noi stessi. Certamente non tutte le emissioni solari vengono fermate dallo strato di ozono, certamente le più pericolose per noi, se non completamente arrestate, almeno sono molto ridotte. Perciò le emissioni solari possono fare bene e possono fare male, a seconda di quanto ci si espone, dove, quando, per quanto tempo ecc.
Per questo motivo, malgrado la nostra protezione di ozono naturale, alcune irradiazioni lo attraversano lo stesso e tante sono tuttavia nocive e vanno prese dosandole a seconda di tanti parametri che vanno dall’età, dal tipo della pelle, da eventuali malattie ecc. Però essere irradiati dal sole è indispensabile per tutti gli esseri viventi sulla Terra (o quasi), infatti è per noi fonte di vita. Perciò il sole fa male e il sole fa bene.
Verità che non possono essere confutate da nessuno!
Adesso non entrando nei particolari di quanto bene o male possa fare il sole, vorrei solo stabilire che in alcuni articoli o video giornalistici, ci informano che il sole è la nostra protezione contro i virus. Magari questo è solo il titolo dell’articolo e del video, purtroppo parecchi, limitandosi a leggere solo il titolo pensano sia verità e quindi che basta esporsi per essere protetti. Tra l’altro i giornalisti, (non tutti) prendono un fatto e poi lo espandono fino oltre il possibile, perché il loro intento più che informare è quello di dare notizie che possano attirare la gente, in qualsiasi modo.
Perciò qualcuno è anche pronto a pensare che basta riprodurre quel tipo di radiazioni particolari, che possiamo benissimo creare con lampade ad hoc, ed ecco che possiamo proteggerci ovunque anche senza esporci al sole. In pratica queste lampade le abbiamo già da tanti anni e le possediamo di tutti i tipi. Da quelle atte ad abbronzarci a quelle che ripuliscono ogni strumento chirurgico, piuttosto a quelle per le vasche dei pesci tropicali, per pulire le banconote ecc. Stanno già pensando di aggiungere alle mascherine, termometri elettronici, visiere, protezioni di plexiglas, anche un altro tipo di affare: progettazione ed installazione di lampade per la sanificazione di locali chiusi. Credo che quanto prima arriverà un decreto che stabilirà l’indispensabilità di avere nel proprio locale, autobus, taxi ecc. un aggeggio simile.
Potrebbero anche apparire ben in vista dei cartelli con su scritto: sanificato con lampada tipo... Come prescritto dal
D.M. nr...
L’ignoranza regna sovrana ovunque e questo non solo per colpa della gente che non si informa, ma probabilmente dalle troppe informazioni contrastanti che ci hanno comunicato e che ancora oggi ci propinano dai media.
Purtroppo si vedono persone in spiaggia con le mascherine, anche se sono completamente sole, oppure altre che credono che l’esposizione al sole basti ad uccidere i virus.
Possibile che non si pensa che il sole che possiamo prendere per strada, sulla spiaggia, nei terrazzi non è quello che uccide questi virus? E’ un aiuto fondamentale per aumentare il nostro sistema immunitario della cute. Ormai tutti dovrebbero sapere che attiva la vitamina D e che questa ci aiuta nella protezione ecc. ecc. Altra cosa è quel tipo di emissione solare che per noi è pericolosissima.
Però un astronauta in viaggio attraverso lo spazio a cosa è soggetto? Appena partito è subito sottoposto a tutte le radiazioni possibile, perché lo strato dell’ozonosfera parte da 15 chilometri e arriva a circa 35 km. In più uscendo dal nostro pianeta deve attraversare le fasce di Van Allen, zone carica di plasma (per lo più elettroni e protoni tenute prigioniere dal campo magnetico terrestre). Che vanno tra i 1000 Km e i 12.000 Km quella interna e tra i 13.000 Km e 65.000 km quella esterna. Queste fasce radioattive sono come dei toroidi che circondano il nostro pianeta. Mentre la fascia interna è più o meno stabile nella sua intensità radioattiva, quella esterna è molto mutevole a seconda dell’attività solare. Esiste poi una fascia anomala che si forma a tratti nella zona del Sud Atlantico e che arriva fino a soli 200 Km dalla terra.
Nelle prime missioni Explorer, i satelliti lanciati per valutare quanto fossero radioattive le fasce, non mostrarono alcun segnale nei contatori Geiger. In seguito nelle missioni seguenti, gli scienziati si resero conto che i loro strumenti non erano progettati per le grandi radiazioni che attraversavano, infatti, il plasma era talmente intenso da mettere fuori scala ogni loro strumento.
Fu lo stesso Van Allen a dirigere le ricerche. In seguito furono chiamate col suo nome per il grande contributo apportato.
Tutti i nostri satelliti, la nostra stazione spaziale e tutte le escursioni fatte dagli astronauti, sono posizionate o realizzate nell’orbita bassa fino a 2000 km oltre non è possibile andare perché ci sono le citate fasce di Van Allen che provocherebbero, oltre a danni alle persone anche all’elettronica. Pero già a 400 km dove è posizionata la nostra IIS, il pericolo esiste. Infatti gli astronauti rimangono per una permanenza massima di 6 mesi e sempre facendo esperimenti per cercare una soluzione migliore per proteggersi dalle radiazioni.
Ultimamente hanno sperimentato un periodo superiore tramite due gemelli Scott e Mark Kelly. Uno in orbita e l’altro rimasto sulla Terra. (Ne ho parlato su un altro articolo a proposito dei Telomeri. Sono piccole porzioni di DNA che si trovano alla fine e all’inizio di ogni cromosoma il così detto “spazzatura”).
Analizzando i due gemelli al ritorno sulla terra di quello che era rimasto in orbita, hanno trovato dei risultati interessanti nelle differenze riscontrate tra i due. Comunque le radiazioni, a prescindere dai danni che provocano a tutti, sono personalizzate. Infatti c’è differenza tra i sessi, tra l’età, lo stato di salute e tanti altri particolari che ancora stanno studiando. Poi hanno stabilito che non solo ci sono le radiazioni solari che nuocciono fortemente, ma anche quelle dello spazio profondo.
Una permanenza nello spazio può recare danni gravissimi e persino la morte agli astronauti. Questi studi allo scopo del prossimo viaggio su Marte che, la Nasa ha previsto per la fine degli anni 30 di questo secolo. Però se nel frattempo non scoprono come proteggersi dalle radiazioni dello spazio profondo, non sarà possibile viaggiare tanto a lungo. In pratica gli USA hanno riproposto quello che fecero con Kennedy. Cioè dichiararono che sarebbero arrivati sulla Luna entro la fine degli anni ’60. In effetti nel 1969 tutti abbiamo visto l’allunaggio e il primo uomo camminare sulla Luna.
Ho dimenticato di scrivere che la stazione orbitante si trova a 400 km e l’anomalia del Sud Atlantico arriva anche a soli 200 km, perciò l’uomo può sopravvivere dentro una fascia bassa di Van Allen. Unica cosa che non sono riuscito a trovare è se la ISS staziona anche dove si trova l’anomalia, oppure è spostata più a nord cosa che io credo. Quindi non la minaccia minimamente. Mentre i satelliti che sono inglobati dalla suddetta anomalia, quelli vengono spenti appena percepiscono che si sta attivando. Perciò gli strumenti elettronici sono talmente delicati che bisogna spegnerli mentre all’uomo non fa né caldo né freddo. Certo che io le vado a pensare tutte. Altra cosa strana è che la Cristoforetti durante un’intervista a non so quale TV, dichiarò che stavano creando e sperimentando delle tute spaziali atte a superare le fasce di Van Allen.
Confesso che quando l’ho sentita ho fatto un balzo dalla sedia. Sicuramente ho capito male, forse ha detto che stavano perfezionando nuove tute per poter superare con più facilità quelle insidiose fasce radioattive.
Certo negli anni ’60/70 ci sono andati varie volte sulla Luna superando senza problemi quelle fasce, poi come se qualcuno avesse detto basta, non ci sono più andati. Ma non solo gli americani, nemmeno i russi, i cinesi, insomma nessuno è mai più andato sulla Luna da 50 anni.
I complottisti, così sono chiamati coloro che non credono o hanno dei dubbi di come si siano svolti i fatti, qualsiasi fatto. Come se complottassero per coprire un fatto accaduto, mentre invece si danno da fare per svelare delle verità, nel caso ci fossero. Invece i debanker sono coloro che “svelano” i misfatti e le mistificazioni che si inventano i complottisti.
Questi due gruppi di persone si fanno la “guerra” da molti anni ognuno cercando di dimostrare il proprio credo.
Cito ad esempio solo un episodio che trovo significativo come dimostrazione. I complottisti credono che nessuno sia mai andato sulla luna, nessun essere vivente, perché le fasce di Van Allen non lo permettono. Negli anni 60/70 non esistevano protezioni tali da permettere di attraversarle. Mentre i debanker dicono che con una determinata rotta le navicelle sono riuscite a passare indenni perché le fasce non circondano completamente la Terra, ma hanno una diversa intensità man mano che si avvicinano ai poli. Poi la velocità era tale, che la permanenza nelle suddette fasce è stata relativamente breve.
Posso esprimere un parere alla Andreotti? A pensar male si fa peccato ma di solito ci si azzecca. Nel senso che credo ci abbiano preso in giro: nessuno è mai stato sulla Luna. Tanto io posso dirlo, sono soltanto un signor nessuno. Chi ci crede a me? Però cogito ego sum. O come direi adesso sono un apota, non sono “boccone”.
Natale Pappalardo luglio 2020