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2024 questa è Radiotelegrafia?

Il Codice Morse è stato creato molti anni fa e attraverso la telegrafia prima e la radiotelegrafia dopo, è stato un mezzo che ha consentito a tutto il mondo di poter comunicare con facilità e precisione informazioni indispensabili che ne hanno favorito lo sviluppo e pure la sicurezza umana in certe condizioni estreme. Attraverso la radio però, il Codice Morse è stato anche la lingua che ha favorito pure attraverso gli amatori uno sviluppo tecnico sempre più evolutivo e sofisticato. Non solo quindi passione per la radio nel senso di divertimento, ma anche sviluppo tecnico che è stato molte volte fondamentale per le comunicazioni radio moderne.

La tecnologia alla fine del secolo scorso, ha soppiantato le comunicazioni radio ufficiali che praticavano il Codice Morse, con i sistemi satellitari. Le stazioni costiere radiotelegrafiche di tutto il mondo sono state smantellate e le navi, non hanno più il marconista nel loro equipaggio, cioè l’addetto alle comunicazioni radio.

Nelle Marine Militari di tutto il mondo, invece, la sostituzione dei due sistemi è avvenuta qualche tempo prima. In sostanza ufficialmente il sistema radio col Codice Morse non esiste più per le comunicazioni commerciali e militari in tutto il mondo, tranne in qualche stato del terzo o quarto mondo oppure in forma non ufficiale anche in qualche nazione molto progredita e importante.

Qualcuno però ancora esiste e si serve dell’alfabeto Morse: i radioamatori!

 

I radioamatori si occupano di mille sfaccettature inerente la radio. Inutile dettagliare i particolari delle attività a cui si dedicano, anche perché scoprono sempre nuove curiosità da soddisfare e quindi studiare e sperimentale.

Purtroppo l’altra faccia della medaglia, a questa voglia di scoprire, è la perdita sempre più evidente dell’origine per cui il radiantismo è nato. Mi riferisco alla radiotelegrafia, cioè l’essenza stessa a cui dovrebbe ispirarsi il radioamatore, almeno come base della sua attività.

È significativo che da qualche anno è stato bandito l’esame di telegrafia, come se oggi non fosse più necessario conoscere l’Alfabeto Morse. È considerato a tutti gli effetti una semplice opzione e niente di più.

Probabilmente le cause di ciò sono diverse. Immagino che con i mezzi sempre più sofisticati che gli apparati moderni possiedono, decodificare automaticamente tramite software il Codice Morse, consente agli OM di evitare di studiare e applicarsi allo studio severo di questa lingua originale basata su punti e linee. D’altra parte il tempo che oggi si ha a disposizione da dedicare alla radio, per imparare ad usarla alla maniera tradizionale, cioè ascoltare e tradurre con le proprie orecchie, il suddetto Codice, è sempre più ridotto. Perdere tempo nello studio e negli esercizi interminabili è inconciliabile per i ragazzi di oggi. Infatti chiunque desidera tutto e subito. Raggiungere risultati con la minima fatica e soprattutto perdere meno tempo possibile. Mi riferisco alla maggioranza degli OM, sempre ci saranno anche se molto rari, operatori che con tenacia si sacrificheranno a studiare come una volta.

Gli esiti che si raggiungono sfruttando i software, sono però adeguati, giusti, corretti in definitiva buoni? Certamente sì se i due corrispondenti usano entrambi il PC. Mentre se solo uno dei due usa il software e l’altro va avanti manualmente, ecco che iniziano i problemi. 

In principio il software serviva soltanto per un aiuto materiale alla decodifica della ricezione, poi l’aiuto è stato ampliato anche alla trasmissione, in seguito molti, se non quasi tutti, hanno interrotto lo studio del Codice Morse e la pratica necessaria per effettuare un QSO e hanno lasciato fare alla … macchina!

Questo ha portato alla semplificazione dell’essere OM. Non più mesi e mesi di applicazione, tempo tolto alla famiglia e al sonno. Chiunque si poteva permettere di collegare tutti in CW anche senza conoscere il Codice Morse. Computer e apparati sempre più sofisticati prendevano il posto dei vecchi apparati analogici e le case produttrici facevano a gara per produrre sempre più facilitazioni tecniche per ampliare il più possibile gli acquirenti delle radio. Ma non solo, anche le riviste specializzate, organi ufficiali delle Associazioni Radioamatoriali, si dedicavano anima e corpo a scrivere pagine e pagine di gare a premi organizzate proprio per divulgare il più possibile questi collegamenti rapidi e sintetici.

Una volta i corrispondenti di un QSO dovevano discutere di radiotecnica, di antenne, di manipolazione con i tasti, delle loro scoperte e sperimentazioni varie. Ogni OM aveva le proprie esperienze, le proprie esigenze e quindi lo scambio di informazioni erano essenziali per la crescita individuale di ognuno che “faceva radio”. In seguito con gli apparati sempre più perfezionati e con l’arrivo di persone con poco esperienza nel campo radioelettrico, si discuteva anche di altro, oltre che di esperienze tecniche come una volta. Non che fossero terminate questi argomenti, però il campo si allargava a molte altre possibilità.

Cosa aveva e ancora ha di particolare un QSO in CW rispetto a uno eseguito in fonia o via PC? Qui si entra in un campo che difficilmente può capire chi non si intende di radiotelegrafia. Non dico che sarebbe come descrivere i colori dell’arcobaleno a un cieco dalla nascita, però in qualche modo raffigurare delle sensazioni a chi non conosce la materia, è molto difficile.

Sinteticamente tutti sappiamo che quando si racconta qualcosa, si possono usare le parole, le cadenze, gli spazi e mille altri accorgimenti, per creare nell’ascoltatore una sensazione precisa il più possibile di quello che intendiamo esporre. Molti recitano anche se pochi lo sanno fare bene. Abbiamo a disposizione oltre al tono della voce, anche l’intensità e altre possibilità che di fatto influenzano l’ascoltatore.

Anche con la scrittura possiamo modificare molto, tranne i caratteri scritti a mano che denunciano al lettore il nostro stato d’animo attuale. Ecco questo è l’esempio più vicino che io riesco a trovare per far comprendere che una trasmissione telegrafica eseguita a mano, cioè con un tasto telegrafico, equivale alla calligrafia che ognuno di noi possiede e che è sempre diversa da individuo a individuo. Quando scriviamo non possiamo nascondere quello che abbiamo dentro per molto tempo, alla fine quello che in quel momento sentiamo dentro, lo manifestiamo con la calligrafia.

Abbiamo imparato a scrivere da bambini, poi abbiamo modificato di molto tutta la nostra scrittura nel tempo, anche a secondo dei nostri studi, della nostra applicazione continua oppure saltuaria. Insomma siamo unici, non esiste una persona che scrive uguale all’altra. Anche per la radiotelegrafia è la stessa cosa. Non esiste nessuno che manipola come un altro! Quindi si direbbe che in pratica scrivere o trasmettere sia la stessa cosa in definitiva. Ebbene no! Abbiamo una differenza fondamentale tra la scrittura e la manipolazione: la lettura per la prima e l’ascolto per la seconda.

A prescindere dal nostro interesse per quanto stiamo leggendo e per la competenza che ognuno di noi possiede per la comprensione e la velocità propria della lettura, per l’esperienza acquisita nel tempo, la scrittura ci sensibilizza per le parole e il significato di come ci appaiono mentre leggiamo.

Quando ascoltiamo una manipolazione, l’esperienza, la pratica e infine la consapevolezza nell’ascolto, ci aprono un mondo di sensazioni ben superiori a quello che può darci la lettura. Si riesce a percepire non solo lo stato d’animo del corrispondente, cioè se è calmo o nervoso, ma perfino se ha delle preoccupazioni dentro di sé. Si apre un mondo davvero straordinario che pare legarci insieme, anche solo per quei pochi momenti. Non è soltanto scambiarci informazioni, assolutamente no, è un legame solidale, profondo che ci unisce attraverso lo spazio. Sembra che io stia scherzando o cerchi di prendere in giro chi sta leggendo queste righe, invece no!

Questo capita a tutti gli OM? Assolutamente no! Come potrebbero persone che stanno in radio solo per il classico 599 riuscire a percepire ciò? Ma neanche coloro che effettuano un QSO convenzionale, standard riescono a “sentire” qualcosa. Purtroppo per arrivare a quanto descritto occorre tempo, molto tempo e anche, questo è indispensabile, conoscere il corrispondente per averlo frequentato molte volte. Perciò la radiotelegrafica è qualcosa che si inserisce dentro di noi profondamente.

Questo è quello che stiamo perdendo e anche velocemente. Purtroppo i vecchi radiotelegrafisti di una volta stanno sparendo e al loro posto ci sono i nuovi operatori che di tutto ciò non sanno niente. Basta accendere la radio e sintonizzarsi sulle bande amatoriali, magari a quelle dedicate al CW, per sentire solo fruscio. Difficilmente c’è qualche operatore in aria e quando lo si trova, di solito si effettua un QSO striminzito, cortissimo. Spesso non ci si scambia neppure il nome, che bisogno c’è? Su QRZ.COM si trova tutto, inutile perdere tempo. Oppure i soliti contest e qui cambia tutto. Centinaia e centinaia di “operatori” che si coprono l’un con l’altro per l’agognato QSO. Tutte le frequenze occupate e se per caso se ne trova una libera e si desidera effettuare un QSO classico e non un contest, ecco che arrivano e trasmettono il proprio nominativo, di solito col PC. Inutile avvisarli che non ci occupiamo di contest, inutile dire QSY QRG QRL, tanto non capiscono. Ma neanche in chiaro serve trasmettere! Non capiscono… NON CAPISCONO.

Prima i contest li effettuavano solo il sabato e la domenica, adesso ogni giorno è buono. Questo è il CW che si pratica oggi. Un bel PC un software e il gioco è fatto.

Le riviste specializzate invece di cercare di regolamentare e frenare questo tipo di attività, pare che ci vadano a nozze a incrementare e a pubblicizzare questi giochi e tornei, non so come chiamarli altrimenti. Naturalmente gli editori delle riviste per radioamatori, per andare avanti si basano sulla pubblicità e questa è fornita dalle industrie di apparati e antenne amatoriali, che sono costrette a farsi una concorrenza spietata fra di loro per la propria sopravvivenza. Il servizio amatoriale, come ogni cosa di oggi, è diventato nemmeno l’ombra di sé stesso. Una macchina per far soldi a discapito di quei pochi che ancora resistono, cercando di non far morire la loro passione per la radio.

Non so per quanto tempo si potrà andare avanti così, immagino per tanto ancora, perché i nuovi che arrivano non conoscono il passato, non sanno niente di come erano gli OM. Ma la mia maggiore preoccupazione è che chi ha l’autorità per informare e produrre didattica in questo senso, se ne guarda bene dall’istruire i giovani o regolamentare con procedure logiche come comportarsi in radio. Loro scrivono cavilli tecnici a livello di hertz sulle frequenze o di quanti micron deve essere l’intensità di corrente che passa attraverso un filo. E con questo pare facciano un ottimo lavoro.

Il loro compito essenzialmente dovrebbe essere la tutela, la salvaguardia, la conservazione e la diffusione di quello che ha creato proprio il mondo dei radioamatori. Dovrebbero dare consigli, istruire, prendere per mano i nuovi arrivati e insegnare non solo la tecnica di come è costituita una radio o un’antenna, ma “come si sta in radio”. Certamente leggendo i vari documenti per radioamatori ci imbattiamo nelle procedure piene di Ham Spirit. Sono i Comandamenti che ogni OM dovrebbe conoscere a menadito, eppure quasi nessuno li applica. Purtroppo i novellini sono abbandonati a loro stessi. Esistono delle sedi dove si dovrebbe imparare il CW in giro per l’Italia, ma gli insegnanti purtroppo non sono all’altezza di praticare e insegnare ciò che non conoscono e che non hanno mai praticato. Certamente ci sono delle eccezioni, ma queste poche persone che si dedicano con passione e competenza all’insegnamento sono pochissime, vere “mosche bianche”. Con il si DOVREBBE FARE si potrebbero costruire mondi interi, invece rimane tutto fermo.

Il futuro della radiotelegrafia lo vedo oscuro per non dire nero. Ormai è stata dismessa ufficialmente in tutto il mondo. La tecnologia l’ha superata e ridotta ad essere soltanto memoria. Memoria che però i radioamatori non sono in grado di continuare a mantenerla e conservarla per i motivi sopra indicati.

Qualche illuso pensa che possa essere ancora un servizio per l’umanità e che sia utile per il soccorso e aiuto in qualche caso disperato. Penso a disastri naturali o peggio causati dall’uomo. In effetti tutto è utile per dare una mano, ma certamente non ci si può affidare a un servizio che in pratica è valido solo sulla carta.

Il radioamatore, il signore e gentiluomo di una volta non esiste più. A mio parere è solo un altro strumento che compone la stazione radio moderna. Nessun HAM SPIRIT ma solo un incontrollabile voglia di giocare e mostrare agli altri i successi ottenuti per mezzo degli strumenti comprati sempre più sofisticati. Nient’altro!

D’altra parte come potrebbero i nuovi appassionati della radio conoscere quello che fu? Dove possono ascoltare e quindi imparare ciò che è giusto fare? Oggi non esistono più le stazioni radio commerciali radiotelegrafiche e neppure quelle militari, che una volta erano un vero faro per apprendere il CW in tutte le loro sfaccettature. Futuro sempre più nero, eppure non conoscendo il passato, questi nuovi OM credono che tutto ciò sia giusto, corretto, buono. Purtroppo per chi è ancora rimasto e viene dal passato, questo presente è davvero amaro.

Non nego affatto che il futuro non si possa fermare e quindi ogni novità può essere la benvenuta. Però questi “GIOCHI”, che sono stati inventati nel passato per spingere sempre più a darsi da fare con la radio, mi riferisco ai vari trofei, ai QSO a punti e altre cose simili, avrebbero dovuto essere solo un incentivo, un qualcosa in più rispetto ai QSO tradizionali. Ogni tanto ecco che spuntavano “giochi a premi” oppure gare di bravura, gare di collegamenti allo scoglio sperduto nel Pacifico. Oppure gare di più QSO ecc. ecc. Invece sono diventate predominanti sulle bande, al di fuori per fortuna delle bande WARC. In pratica sulle bande ortodosse, quelle tradizionali di sempre, diventa impossibile praticare un semplice QSO. I veri radioamatori radiotelegrafisti, cioè quelli che desiderano mantenere viva la tradizione, sono “fatti fuori” da individui che si comportano come se fossero pazzi scatenati (e forse lo sono davvero). Per loro importa solo il 599 e il numero progressivo ricevuto e trasmesso e per averli passano sopra a tutto, altro che HAM SPIRIT! Questa sarebbe la radiotelegrafia? Questo nuovo sistema di fare radio, nuovo per chi come me fa radio dagli anni ’60 del secolo scorso, è davvero incomprensibile. Però capisco che, per chi non conosce il passato, questo è il mondo radiotelegrafico, l’unico possibile che si deve praticare e guai a quelli che si permettono di dubitare che tutto ciò non sia buono e giusto. D’altra parte basta andare a vedere sul QRZ.COM e digitare il nominativo di qualche OM che pratica tutto ciò per vedere diplomi, attestati, premi e cotillons vari. In definitiva il radioamatore di oggi più che esserlo sul serio, gli piace apparire e perciò mette in mostra ciò che ha conquistato con tanto sudore, magari premendo soltanto il nominativo radio che gli appare sul display del proprio PC. Una specie di pavone umano, a mio parere, che mostra la sua bella coda, ma lui non se ne rende conto, fan tutti così, è normale!

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