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Procedura del soccorso in mare in radiotelegrafia sulle Onde Medie. Articolo scritto per soddisfare la curiosità di qualche OM. Dicembre 2021

SOS  SOS   SOS

     Sono assetato di sapere! Questo è quanto mi scrive un radioamatore molto curioso.

    Vorrei poter soddisfare, almeno in parte, ciò che conosco di questo argomento. Credo che la cosa migliore sia rendervi partecipe di come potrebbero svolgersi le cose, nel caso di un soccorso classico che tutti noi immaginiamo. In una nave in navigazione capita un incidente grave che non si riesce a risolvere con i mezzi di bordo. Nel caso che ci siano pericoli per la vita umana e non si abbia altra possibilità, il Comandante decide di chiedere soccorso, preparando un messaggio che il marconista trasmetterà.

    Cosa scriverà nel messaggio di soccorso il Comandante?

    A chi trasmetterà il marconista il messaggio?

    Con quale frequenza? Con quali modalità?

    Facciamola semplice e poi man mano, nel caso rendiamola più complessa.

   Il Comandante inserirà nel messaggio di soccorso:

          1 Il nome o qualsiasi altro segnale di identificazione della nave in pericolo.

          2 Le indicazioni riguardanti la sua posizione.

          3 La natura del pericolo e il genere degli aiuti richiesti.

          4 Qualsiasi altra informazione che possa facilitare il soccorso.

   Ricordo che a bordo di una nave è il Comandante che ha il potere di far trasmettere il messaggio di soccorso, come del resto ogni altra informazione. Il marconista è soltanto il tecnico delle comunicazioni che ha il compito di inoltrarlo. Una volta ricevuto il messaggio dal Comandante, il marconista applica la procedura necessaria:

        1 Inserisce il segnale SOS (trasmesso come segnale unico quindi non separando le lettere) all'inizio del testo del messaggio fornito dal Comandante.

     2 In radiotelegrafia prepara il trasmettitore ad O.M sulla frequenza della 500 Khz e di conseguenza si sintonizza col ricevitore di bordo sulla stessa frequenza.

         3 Prepara la chiamata di soccorso.

         4 Quando il tempo lo consente trasmette prima il segnale di autoallarme.

         5 Quando il tempo lo permette attende 2 minuti prima di lanciare la chiamata di soccorso.

         6 Trasmette la chiamata di soccorso e il conseguente messaggio.

 

  Tutto ciò è da regolamento che bisogna imparare a memoria e applicare. Ma a prescindere dalla procedura, l'importante è far sapere chi siamo, dove siamo e di cosa abbiamo bisogno. Quindi usare la frequenza che più di ogni altra viene sempre ascoltata ed essere chiari e sintetici nel riferire queste semplici cose. Perché il segnale di autoallarme? A cosa serve?

   In navigazione ci sono navi che hanno tre o più marconisti che svolgono un ascolto di h24, ma sono pochissime. Le altre di solito hanno un solo marconista a bordo. Durante le ore di riposo oppure se impegnato in altre frequenze, il marconista non può ascoltare la 500 Khz sempre. Perciò metterà in funzione un apparato ricevente che lo avviserà del soccorso.

  Questo apparato chiamato di autoallarme si attiverà se riceverà delle linee formate da quattro secondi ciascuna intervallate da un secondo. Esistono a bordo dei trasmettitori automatici che trasmettono 12 linee di 4 secondi ciascuna intervallate da un secondo.

  Ebbene i ricevitori di autoallarme alla ricezione delle prime 4 linee, azioneranno dei campanelli che sono situati nella cabina del marconista, in stazione radio e nella sala nautica. In questo modo il marconista sarà avvisato comunque dell'esistenza di un soccorso e si appresterà a sintonizzarsi sulla frequenza opportuna (500 Khz). Si pensa che in ogni caso, ci vogliano 2 minuti per essere pronti (QRV), cioè recarsi in stazione radio, accendere gli apparati ecc. ecco perchè l'attesa dei due minuti citati prima.

  Dopo di che si invieranno sia la chiamata che il messaggio di soccorso. Il segnale di autoallarme si può trasmetterlo anche manualmente, non ci vuole niente. Basta guardare l'orologio di stazione e trasmettere le linee con la modalità prevista. Sempre se c'è il tempo necessario, la chiamata di soccorso si effettua nel seguente modo: 1 tre volte il segnale di SOS la parola DE e il nominativo della nave trasmesso tre volte. 2 attesa di 2 minuti. 3 si ripete la chiamata di soccorso, quindi 3 volte SOS la parola DE e 3 volte il nominativo della nave e si continua col messaggio di soccorso che sarà:

          1 Il segnale di soccorso SOS il nome della nave

          2 La posizione

          3 Natura del pericolo

          4 Aiuto richiesto.

  In pratica questo è l'esempio classico:

          1 12 linee e attesa di 2 minuti

          2 SOS SOS SOS DE ICIA ICIA ICIA

          3 intervallo di 2 minuti

          4 SOS SOS SOS DE ICIA ICIA ICIA

         5 SOS m/v Ignazioemme 41.33 North 25.45 East causa falla opera viva a poppavia imbarchiamo acqua. Sbandamento pericoloso chiediamo immediata assistenza. Comandante

  Nel caso il pericolo precluda l'attesa dei 2 minuti e del segnale di autoallarme, si procede direttamente con la chiamata e il messaggio senza alcuna pausa, mi pare ovvio! Questo è l'inizio della procedura che si effettua in caso il comando della nave decida per chiedere soccorso.

   Come si devono comportare le stazioni radio che ricevono un messaggio di soccorso?

  Il regolamento prevede che bisogna accusare RICEVUTO, cioè rispondere che si è ricevuto il messaggio nel seguente modo:

 

          1 Indicativo di chiamata della nave che ha trasmesso il messaggio di soccorso ripetuto 3 volte.

          2 La parola DE.

          3 Indicativo di chiamata della stazione che accusa ricevuto ripetuto 3 volte.

          4 Il gruppo RRR.

          5 Il segnale di soccorso SOS.

 

   Personalmente ho ricevuto tanti messaggi di soccorso in vita mia ma non a tutti ho risposto. Questo perché il buon senso indica quando farlo e quando no. La prima cosa che bisogna verificare è la posizione della nave in pericolo. Se è molto lontana dalla nostra posizione, ci saranno sicuramente altre stazioni radio che potranno intervenire e comunque, bisogna che quelle più vicine accusino il ricevuto senza che vengano disturbate. Quindi si rimane in ascolto pronti nel caso ad accusare “ricevuto”.

   Naturalmente se noi ci troviamo in Mediterraneo e la nave in pericolo si trova nel Mare del Nord, è logico che quel soccorso non ci interessa, dal punto di vista dell’aiuto che si potrebbe dare. Magari si segue sia per conoscerne i particolari e per non disturbare ulteriormente. Se invece la nave in pericolo si trova nella nostra zona, allora l’attenzione deve essere massima e quando ci rendiamo conto che potremmo nel caso essere utili, accusiamo ricevuto.

   La prossima mossa è quella di informare il Comandante dandogli il messaggio di soccorso ricevuto.

  Spetterà a lui, dopo aver verificato sulla carta nautica, se è il caso di interessarsi al soccorso o meno. Di sicuro ci chiederà notizie sulla posizione delle altre navi che stanno intorno alla nave che ha lanciato l’SOS e noi marconisti, dovremmo essere pronti a indicare tutte le navi che hanno accusato ricevuto, ma ancora non saremo in grado di conoscere la loro posizione. Dopo aver verificato la situazione generale ci darà, nel caso fosse intenzionato ad intervenire, un messaggio di risposta all’SOS. In una zona a forte traffico potete immaginare cosa può accadere! Il tempo di intervento dalla ricezione del messaggio e del tempo occorrente al comandante di ogni nave per terminare i suoi calcoli, è in pratica uguale per tutti, perciò nello stesso momento si inizia la trasmissione dell’accusa di ricevuto.     Questo è un tempo cruciale per non accavallarsi e disturbarsi l’uno con l’altro. Di solito, se ci troviamo in una zona con varie stazioni costiere, queste sono le prime in ordine di tempo che si fanno avanti, proprio perché non devono calcolare niente. Dalla posizione indicata, infatti, conoscono se sono o no interessati. La nave che decide di andare al soccorso deve trasmettere il seguente messaggio:

 

         1 Il proprio nome (della nave)

         2 La propria posizione

         3 La velocità con la quale si dirige verso la nave in pericolo e approssimativamente il tempo che impiegherà per raggiungerla.

 

   Esempio: m/n Giovanni Ansaldo 32.24 North 36.35 East velocità 12 nodi eta (in questo caso ora presunta di arrivo) posizione segnalata 20.30 gmt. Comandante

  Da questo momento inizia il traffico di soccorso e quindi tutte le comunicazioni avranno come inizio della trasmissione il segnale di SOS.

  Esempio: SOS IBLV de HPPF SOS abbiamo messo in salvo parte dell’equipaggio attendiamo il vostro arrivo Comandante.

   Se la nave in pericolo che ha trasmesso l’SOS è in grado di dirigere il traffico conseguente, prenderà il comando delle comunicazioni e impartirà gli ordini relativi a chi dovrà intervenire. Non sarà certamente una sola nave, ma più di una che si avvicineranno per aiutarla in qualche modo. Questo dipenderà da chi arriverà per prima e chi sarà in grado di portarle aiuto. Dipenderà anche dalle circostanze, cioè dallo stato del mare, del tipo di danno subito, dal carico ecc.

   La stazione costiera invece se si renderà conto che la nave si trova sotto la sua giurisdizione, avviserà le autorità competenti che si attiveranno per l’aiuto necessario. Credo vi rendiate conto che le situazioni possono essere molteplici. Come quando scoppia un incendio e si chiamano i pompieri. È sempre la stessa cosa ogni volta? La differenza però è molto diversa, in mare non esiste un pronto intervento come a terra, si cerca di intervenire in qualche modo, ma in pratica se si è lontani dalla costa si è abbandonati a sé stessi. Se invece si è vicino alla costa la nave può essere raggiunta da mezzi adeguati, solo a volte però.

   Può accadere che una nave o più di una non si siano accorti del soccorso in atto e non sentendo alcun segnale sulla 500 khz, magari durante le pause tra una comunicazione e l’altra, iniziano a trasmettere per chiamare una stazione. In questo caso la stazione che dirige il traffico, trasmette se il messaggio è destinato a tutti: CQ QRT SOS. Se invece ad una sola stazione: IBNT QRT SOS.

   Se invece chi chiede il silenzio non è la stazione che dirige il traffico, allora sostituisce al segnale di SOS la parola DISTRESS.

   L’uso dell’abbreviazione del Codice Q di QRT e del segnale SOS insieme è riservata alla stazione che dirige il traffico. Vorrei che fosse ben chiaro, che quanto io vi sto scrivendo, deriva dalla mia esperienza di navigazione come marconista e come radiotelegrafista nelle stazioni costiere, nell’arco di tempo tra gli anni ’60 e ’90 del secolo scorso. Prima di quel periodo e dopo, le situazioni erano diverse. Non diverse come regolamento, ma come tecnologia. Man mano che il tempo passava la sofisticazione tecnologia dava il suo apporto sempre maggiore. Erano soprattutto le comunicazioni tra le stazioni radio costiere e le autorità competenti, che con la tecnologia, guadagnavano in velocità per comunicare tra di loro. Per esempio a Romaradio noi ci collegavamo con la sala preposta proprio a questo scopo, che si trovava al Ministero della Marina Mercantile all’ EUR, ora ha cambiato nome, non ricordo quale però.        Per quanto ne so, proprio vicino alla stazione radio del CIRM (Centro Internazionale Radio Medico). In questa sala c’era un sorvegliante incaricato 24 ore su 24, che aveva il compito di intervenire e nel caso di attivare l’intera struttura di soccorso preposta a questo scopo. Forse dovevano interessare le Capitanerie pertinenti o far decollare elicotteri, aerei. Allertare i centri medici ecc. In sostanza noi marconisti di bordo e radiotelegrafisti a terra non eravamo altro che un’interfaccia fra le autorità e il comandante della nave in pericolo. Quando mi trovavo invece ad Anconaradio ICA, una stazione della Marina Militare, eravamo noi direttamente che ci attivavamo per aprire frequenze radio con gli aeroporti e quindi con gli aerei, con gli elicotteri, con la capitaneria e con le navi. Tutti mezzi utilizzati per la ricerca e il soccorso della nave in pericolo.

   Tutte le informazioni venivano concentrate in una sala tattica e in seguito si davano gli ordini ai vari mezzi. In questo caso il compito della stazione costiera non era solo di comunicare con le navi sulla 500 Khz bensì di avere un operatore collegato con i vari mezzi di soccorso. Avete idea di quanto personale, trasmettitori e ricevitori servivano contemporaneamente? Mi riferisco soltanto alla grafia ma le comunicazioni radio avvenivano anche tramite radiotelefono su varie frequenze. Spesso la nave in pericolo non era in grado di dirigere il traffico. Poteva essere per mancanza di energia e pur avendo gli apparati d’emergenza a batteria, questi non avevano una portata sufficiente per operare a distanza. I casi possono essere svariati, l’importante era che un’altra stazione più potente se ne assumeva l’incarico. Naturalmente non si parlava certo di protagonismo. Chi si assumeva questo compito la faceva d’autorità se le circostanze lo richiedevano.

   Di solito se tra le stazioni radio c’era una costiera, era proprio questa che avendo più possibilità delle navi di farsi sentire, dirigeva il traffico. La ritrasmissione di una chiamata di soccorso da parte di una stazione radio diversa da quella in pericolo si effettuava nel seguente modo:

 

          1 Il segnale DDD (segnale unico.)

          2 Il segnale SOS ripetuto 3 volte

          3 La parola DE

          4 L’indicativo di chiamata della stazione che trasmette ripetuto 3 volte.

   Anche in questo caso spettava alla stazione trasmittente decidere se trasmettere prima il segnale di auto allarme e attendere 2 minuti prima della trasmissione del messaggio. Nel caso di orario notturno, per esempio, le navi con un solo operatore potevano essere fuori servizio. Comunque vorrei che fosse chiaro che in mare non esiste solo il famoso SOS ma anche altri due segnali molto importanti. Il segnale d’urgenza XXX e quello di sicurezza TTT. Questi non sono segnali unici ma vanno trasmessi lettera per lettera. L’urgenza indica che chi sta trasmettendo ha bisogno di aiuto per la sicurezza della nave o di una o più persone. Mentre quello di sicurezza indica un pericolo per la navigazione, sia esso meteo o avvisi vari per la navigazione.

   Credo che tutti sappiano che se viene trovata in mare una nave abbandonata, chi la trova ne diventa il proprietario. Così come chi aiuta una nave in difficoltà, trainandola per esempio, può richiedere (e lo fa sempre) anche metà del valore della nave e del suo carico. Naturalmente queste sono situazioni tecniche commerciali che niente hanno a che vedere col nostro argomento, tuttavia è bene conoscere anche queste modalità particolari, almeno per sommi capi. Perché? Perché se queste norme sono state messe a punto da regolamenti la ragione può essere che, agli armatori non interessa perdere tempo in un salvataggio.

   Se hanno però un vantaggio, allora tutto si può fare. Desidero raccontare un episodio che è accaduto mentre ero in servizio a Romaradio molti anni fa. Attraverso il nostro V.H.F abbiamo sentito un’invocazione d’aiuto da parte di una donna che diceva di trovarsi in barca a vela al largo delle isole Pontine. Non sapeva esattamente dove si trovasse perché era il marito che governava la barca. Purtroppo era crollato a terra all’improvviso e non si muoveva più. Riuscimmo in qualche modo a sapere che il marito respirava ancora e che erano partiti da un certo porto diretti ad un altro circa 8 ore prima. Questo ci bastava per calcolare all’incirca la sua posizione attuale. Preparammo un messaggio di urgenza e lo trasmettemmo sia sul VHF che sulla 500 Khz. Risposero molte barche nella zona e due di queste, che erano pescherecci, ci dissero che sarebbero giunti sulla posizione indicata presunta in poche ore. Cercammo di calmare la donna che era impaurita e disperata rassicurandola che i soccorsi stavano per arrivare.

  Tralascio i particolari del traffico svolto con le autorità per il soccorso medico e tutto il resto. Quello che mi preme rendervi noto, è che dopo circa un’ora dalla trasmissione del messaggio di urgenza sulla 500 Khz, io che ero in servizio proprio su quella frequenza, mi sento chiamare da una nave di cui non conoscevo il nominativo, ma il cui segnale era fortissimo. Era un rimorchiatore d’alto mare ormeggiato fisso a Fiumicino che ci informava che era partito e si dirigeva a tutta forza verso la barca a vela alla posizione indicata dal messaggio. Sarebbe giunto sul posto in poche ore, ma sicuramente dopo i pescherecci. Tanto che qualche collega dichiarò che sarebbe arrivato tardi per trainare la barca a vela in porto, ci sarebbero arrivati prima i due pescherecci.

   Io ero del parere contrario e scommisi con i miei colleghi, che il cavo di rimorchio lo avrebbe dato il rimorchiatore. Dopo qualche tempo i pescherecci trovarono la barca a vela e ci informarono che stavano facendo di tutto per aiutarla. Del rimorchiatore nessuna traccia ancora. Non avemmo altra comunicazione ma i miei colleghi pensavano di aver vinto la scommessa con me, non c’erano dubbi! Invece dopo circa due ore il rimorchiatore ci informò che erano saliti a bordo della barca a vela e la stavano trainando in porto. Dei due pescherecci non abbiamo più avuto alcuna notizia. Perché ho vinto la scommessa? Cosa mi ha indotto a ragionare fuori da ogni logica apparente?        Questo non posso scriverlo, immagino che non sia difficile immaginarlo.

   Lasciamo stare queste cose e pensiamo al soccorso regolamentare. Vorrei aggiungere che quando la 500 Khz è intasata per il traffico di soccorso, di solito quello commerciale si svolge sulla frequenza vicina di 512 Khz che diventa la nuova 500 Khz, almeno per tutta la durata del soccorso o dei soccorsi, perché non è raro che in nord Europa, per esempio, ce ne siano più di uno contemporaneamente di SOS. Per le stazioni non interessate al soccorso però è uno stress seguire tutte le operazioni in attesa della normalità. Non crediate comunque che non ci sia preoccupazione, quella c’è sempre quando si tratta di queste faccende. Contemporaneamente però si deve anche lavorare.

   Si attende perciò con vera trepidazione la fine del soccorso che verrà trasmesso dalla stazione che dirige il traffico nel seguente modo:

 

1 Il segnale di SOS

2 Il segnale CQ trasmesso

3 volte. 3 La parola DE

4 L’indicativo di chiamata della stazione che trasmette il messaggio

5 L’ora di accettazione del messaggio

6 Il nome e l’indicativo della nave che era in pericolo

7 L’abbreviazione regolamentare del Codice Q QUM.

 

Esempio: SOS CQ CQ CQ DE ICKZ 1045 M/V SOMALIA ICXS QUM.

 

QUM: Il lavoro normale può essere ripreso

 

QUM?: Posso riprendere il lavoro normale?

 

  Vorrei aggiungere un altro episodio vissuto durante il mio ultimo imbarco sulla gasiera Enrico Fermi IMIX esattamente nel 1978 durante la navigazione tra Europa e Stati Uniti, nel periodo Pasquale quindi ad aprile.

    Estrapolo solo una parte del racconto, pubblicato sul mio libro “Il carrettiere del mare”, per cercare di farvi capire lo stato d’animo che a volte si percepisce a bordo delle navi in navigazione di lungo corso. Credo che a qualcuno di voi interessi anche la parte umana degli uomini e delle donne, che sono considerati da molti quasi come avventurieri e da altri solo relitti della società. Metto in evidenza la parte umana e contemporaneamente la parte tecnica dell’urgenza che può capitare a bordo…

 

                                                                                        Omissis...

 

    Ricordo che un messaggio d’urgenza, trasmesso da una nave cipriota, chiedeva assistenza medica per il proprio comandante affetto da colera. Quella chiamata con il messaggio che seguiva, a cui nessuno diede risposta, mi riempii di malinconia. Ogni quattro ore il marconista della nave cipriota ripeteva lentamente quella richiesta d’aiuto.        Le nostre rotte erano quasi parallele e quindi lo sentii per molto tempo. Chissà quante navi con il medico a bordo, avevano ricevuto quel messaggio, ma per sicurezza dell’equipaggio e dei passeggeri, se ne stettero in silenzio ad attendere l’inevitabile. Probabilmente anche il marconista cipriota sapeva che nessuno avrebbe risposto, ma le sue chiamate mi sembravano sempre più lamentose, sempre più pressanti. Quelle tre X le trasmetteva con l’ultima linea sempre più lunga. Era come l’ululato di un lupo solitario che cerca una compagna, una vita. Ancora adesso che sono passati più di vent’anni, quei suoni mi ritornano in mente chiari, scanditi, come se li stessi ricevendo adesso. L’ ultimo messaggio della nave cipriota ci informava che il comandante era deceduto e che adesso riposava nella cella frigorifera della nave. Lo sapevo che sarebbe finita così, ma fino all’ultimo speravo che succedesse qualcosa per dare una speranza, non solo a quel poveretto, ma anche a noi tutti che lavoravamo sul mare. Abbandonati a noi stessi, e se così posso dire, al nostro destino. Il pensiero di quel corpo disidratato messo in frigorifero, mi fece riflettere. Non avevo mai pensato veramente alla possibilità che a me potesse capitare un problema fisico mentre ero in navigazione. Una semplice appendicite poteva diventare una cosa molto seria. (non mi sono mai operato di appendice). Certo avevamo il Centro Radio Medico (IRM) che via radio ci aiutava, consigliava e praticamente ci prendeva per mano 24 su 24 ore ma, se era il marconista colui che stava male? Chi avrebbe comunicato con il CIRM? L’autosuggestione è veramente un mezzo potente, sentivo infatti, sul fianco destro un leggero dolore che a volte spariva e a volte si intensificava al punto che mi prendevo a massaggiare la parte dolorante. Non avevo mai sofferto di appendicite ma… c’era sempre una prima volta!

 

                                                                                        Omissis...

   Per adesso non mi viene in mente nient’altro da raccontarvi, spero che vi accontentiate di questo. Nel caso abbiate dubbi o desiderate altre informazioni, chiedete pure. Non sono sicuro di potervi esaudire ma ci proverò.

 

                                                                                                                        Lino IZ0DDD

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