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Leggende Sumere

     Cosa sappiamo delle antiche civiltà scomparse? Solo quello che ci hanno tramandato e che noi siamo riusciti a scoprire e capire.

    E’ possibile però, che ci siano state altre civiltà nel nostro passato di cui ancora non siamo a conoscenza e forse non le conosceremo mai.      Perché se non hanno lasciano qualche traccia evidente, noi non abbiamo la possibilità di trovarle e studiarle.

Abbiamo comunque molti segni, di un passato misterioso che però rimane tale, perché non sono accompagnate da scritture di una qualsiasi forma. Forse ci saranno anche stati scritti primordiali ma noi non ne abbiamo avuto riscontro oggi. Probabilmente sparite nel tempo, svanite, distrutte dai millenni.

     La prima civiltà di cui abbiamo ricordo che possedesse una scrittura è quella dei sumeri.

Abbiamo di loro tantissima letteratura e disegni che ancora stiamo studiando e traducendo perché oltre a scolpire le pietre, come quasi tutti i popoli dell’antichità, i sumeri avevano inventato un metodo relativamente semplice per scrivere e conservare: le tavolette di argilla!

     Avevano scuole di scrittura e numerosi allievi che imparavano e scrivevano qualsiasi cosa tanto che oggi sono state trovate decine di migliaia di queste tavolette, molte delle quali ben conservate. Il mantenimento e quindi il loro ritrovamento ci permette di tradurre, studiare e comprendere la loro civiltà che fra tutte ci risulta la prima nel nostro pianeta. Infatti in tutta la regione della Mesopotamia i popoli usavano la scrittura cuneiforme che nel caso delle tavolette di argilla umida tracciavano caratteri a forma di chiodini. Gli archeologi scavando trovarono tracce di vari popoli e delle loro città che nel tempo si erano sovrapposte una sull’altra. Quando arrivarono a Uruk si resero conto che sotto la loro città, non c’era che terra vergine. Uruk è probabilmente la prima città in cui si sviluppò questo tipo di scrittura.

E con essa abbiamo conosciuto che i sumeri erano anche matematici, astronomi, medici e chissà quante altre cose. Purtroppo non sappiamo da dove venissero, infatti sembra che siano apparsi all’improvviso con tutte le conoscenze già acquisite. Come è possibile che una civiltà appaia all’improvviso, senza avere un precedente dove si faccia nel tempo esperienza? Sicuramente non sono di quel territorio chiamato Sumer dove noi abbiamo trovato i resti della loro civiltà, altrimenti si dovevano trovare i loro progressi che invece non esistono. Loro stessi si definivano “quelli dalla testa nera” forse per distinguersi da altri con la testa di altro colore. Si pensa che provengano dalla valle dell’Indo in età preistoria ma non si è sicuri di niente.

    Quindi un popolo misterioso che ci narra, sempre attraverso le tavolette d’argilla, impressi anche con cilindri particolari o scolpiti nella pietra, una storia che ha dell’incredibile, fantastica ed inverosimile che infatti la reputiamo solo epica o leggendaria.

  

Leggenda Sumera Zecharia Sitchin

 

   Sulla base proprio di queste antiche tavolette sumere ritrovate, un professore docente universitario ed esperto di lingue semitiche, (ma non solo lui), sostiene che alcune di quelle, descrivono la storia di una antica colonizzazione della Terra ad opera di visitatori extraterresti chiamati Nephilim, Malakhim o Elohim.  (qualcuno dice che erano giganti perché sulle tavolette sumere sono rappresentati molto grandi rispetto agli umani).

 

Non sappiamo esattamente chi erano questi visitatori né da dove venissero, ma su alcune tavolette d’argilla sumeriche si legge che…….

  

   Circa 450.000 anni fa su Nibiru, un lontano pianeta del nostro sistema solare, con un’orbita talmente ellittica che lo allontana dal nostro sistema solare per ben 3600 anni, la vita va gradualmente estinguendosi a causa della perdita dell’atmosfera e del conseguente freddo. Deposto da ANU, il sovrano Alalu fugge a bordo di una navetta spaziale e trova rifugio sulla Terra. Qui scopre che si trova l’oro che si può utilizzare per proteggere l’atmosfera di Nibiru.

445.000 anni fa guidati da ENKI, figlio di ANU, gli abitanti di Nibiru arrivano sulla Terra per estrarre l’oro dalle acque del Golfo Persico.

430.000 il clima della Terra si fa più mite. Altri arrivano sulla Terra e tra loro NINHARSAG,  sorellastra di ENKI e capo ufficiale medico.

416.000 anni fa, poiché la produzione d’oro scarseggia, ANU arriva sulla Terra con ENLIL, suo erede. Viene deciso di estrarre l’oro vitale attraverso scavi minerari nell’Africa meridionale. Le nomine avvengono per estrazione. ENLIL viene relegato in Africa. Gli abitanti di Nibiru erano divisi in due categorie: quelli che comandavano e quelli che obbedivano a cui toccavano i lavori più ingrati. Se andiamo a leggere altro, notiamo che fra di loro c’era una razza intermedia chiamata Igigi ed era proprio questa che aveva i lavori più ingrati. A capo della spedizione sulla Terra vi è ENKI ma dopo gli Igigi si ribellano dando luogo ad una battaglia contro i Nephilim.

    Pensiero personale: con tutta la loro tecnologia, perché non utilizzavano macchine tipo robot per portare a termine l’estrazione? Qualcuno pensa che sarebbe stato troppo esoso o forse non ne avevano i mezzi.

   300.000 anni fa stanchi di guerre decisero di elaborare una soluzione al fine di creare o meglio modificare gli ominidi presenti sul pianeta per i loro scopi. Manipolandoli con il loro DNA utilizzando la sorellastra di Enki. Fecero Homo Sapiens dopo numerose prove andate a male. In seguito manipolarono ancora homo sapiens per dotarsi di aiutanti in grado di capire meglio i loro ordini e di aiutarli nelle mansioni manuali per la gestione di Homo Sapiens: gli adamiti, creature non produttive che in seguito diventeranno maschio e femmina. Però non potevano procreare. Finchè ad un certo punto Enki decise altrimenti senza l’approvazione dei suoi superiori. Enlil decise di porre fine alla vita della nuova razza modifcata compresi gli adamiti e sapendo che entro breve tempo con l’approssimarsi di Nibiru, la Terra sarebbe stata sconvolta. lasciarono le cose così come stavano, anche con tanti mezzo sangue, perché alcuni di loro fecondarono le femmine degli adam.

Enki da sempre simpatizzante degli adam ne salvò alcuni e convinse i suoi superiori a lasciarli proggredire. …. Questo in sintesi ciò che si pensa dicano le tavolette.

   Andando a leggere qualche particolare si scopre che questi strani individui dalla lunga vita e considerati dei avevano un ordine di potere di 12 membri che facevano capo a Anu. A seguire c’erano i suoi tre figli Enlil Enki e Ninhursag e poi i figli dei figli.

Di solito preferivano avere prole con i propri consanguinei come poi furono imitati dai faraoni egiziani ecc. Fra loro erano molto litigiosi ed invidiosi e bramavano il potere contendendoselo fra di loro con ogni mezzo. Esattamente come Caino e Abele, i due fratelli maschi Enlil ed Enki erano sempre in lotta e così fecero anche la loro discendenza nei millenni. A me pare incredibile che una razza antica come la loro con tanta tecnologia, tale da andare da un pianeta ad un altro, avesse una società primordiale con re e discendenti, tali da governare il pianeta a prescindere dai loro meriti. Tenendo presente per esempio che Enlil cercò di avere un erede anche da sua figlia che le diede una femmina. Anche con sua nipote ci provò, ma inutilmente, altra femmina. Insomma per la nostra concezione questi dei erano davvero particolarmente strani.

  Altri studiosi, invece, dicono che Sitchin non abbia tradotto bene quelle tavolette e che abbia inserito molta fantasia. In realtà tradurre il cuneiforme non è facile, tanto più che anche adesso ci sono molte iscrizioni che non sono state tradotte. Però per fortuna sono in originale e immutabili nel tempo. Non si può fare un paragone con la Bibbia, dove niente è certo e dove non esiste un originale. Comunque dando un’occhiata ad altre fonti che dicono di aver tradotto il cuneiforme, ogni traduttore ha una propria idea e seguendola pare che tutto fili a perfezione. Anche quando si tratta di interpretare i vari disegni che sono riportate sulle tavolette, che io pensavo non potessero esserci dubbi, invece, ognuno vede quello che più è portato a credere.

   Tutti, nessuno escluso però, sono concordi che esiste una sola via maestra, dove tutte le religioni passate e anche contemporanee, in qualche modo, hanno una sola radice. Cambiano i nomi, i tempi i luoghi, ma in definitiva una sola storia.

    Per esempio noi conosciamo la dea Venere (latini), che per i greci invece si chiama Afrodite, per gli egiziani Iside per fenici Astarte per i sumeri Ishtar e così via. Ha decine di altri nomi e così gli altri dei. Questo a dimostrare che erano sempre gli stessi in tutto il mondo. Anche se in effetti questi così detti dei erano soltanto degli individui umanoidi con tutti i difetti degli umani ma dotati di tanta tecnologia e di una vita lunghissima rispetto a Homo Sapiens. Chi fra gli umani contava, lo sapeva bene che non erano dei.

   La differenza fondamentale è che la maggior parte degli studiosi continua a pensare che la storia, la suddetta storia sia epica, oppure si tratta di religione che le tavolette o i libri sacri indiani ci narrano per tramandare e ricordare i loro dei che ci hanno creato. Mentre sempre più studiosi, cominciano a credere che non si tratti di semplice leggende o solo di religione, ma anche di racconti veritieri traslati naturalmente in maniera accettabile per i tempi di cui parliamo.

 

   Questi ultimi ricercatori si basano non solo sulle tavolette sumero-accadiche trovate, ma incrociano lo studio anche con altri libri antichi e con il contributo di scienziati, che si dedicano a studi di antropologia e biologia molecolare, sono convinti che dichiarare che è tutto frutto di fantasia, sia un errore e anche se pare incredibile, gli studi di Sitchin che sembrano davvero campati in aria, stanno cominciando ad essere presi in considerazione anche da astronomi che non si spiegano alcuni fenomeni astrali se non con gli studi delle traduzioni di Sitchin. Quanto meno pare che non siano frutto solo di fantasia.

   Il problema principale è che noi siamo dentro un grande inganno che ci viene tramandato da millenni. Siamo nati credendo che quello che ci hanno raccontato sia la verità mentre quello che leggiamo nei testi antichi siano solo storie. Quando nel passato qualcuno si rendeva conto della mistificazione e cercava di mettere ordine, veniva deriso e annullato. Per esempio Filone di Biblo, riprendendo gli studi di oltre mille anni prima di Cristo, scrisse che la classe sacerdotale dell’epoca trasformò dei racconti reali inventando allegorie e misteri, cosa che succede ancora oggi.      Perché ci nascondono la verità? Probabilmente per continuare a far sì che chi domina, continui a farlo.

  

Il dodicesimo pianeta

 

   Tornando alle cose antiche, di cui non dobbiamo credere sia vera alcuna cosa, troviamo in un sigillo cilindrico conservato a Berlino, al museo dell’Antico Medio Oriente, l’immagine d’una divinità che estende i suoi raggi verso 11 corpi celesti più piccoli che le stanno intorno. Si tratta della rappresentazione di un sole, attorno al quale ruotano 11 pianeti. Se ingrandiamo la figura centrale possiamo notare che essa rappresenta una stella con 11 corpi celesti che a loro volta poggiano su una serie di 24 globi più piccoli. E’ solo una coincidenza che tutte le lune o satelliti del nostro sistema solare siano 24? (calcolando quelli non più piccoli di 15 km).

   Comunque non si tratta certamente del nostro sistema solare perché noi di pianeti ne abbiamo solo 9. Se poi soltanto 200 anni fa fosse stata studiata, saremmo stati ancora più convinti che non poteva trattarsi del nostro sistema solare, infatti conoscevamo i pianeti solo fino a Saturno, non oltre. Ma anche prima del 1930 non sapevamo che ci fosse Plutone. Eppure gli astronomi sapevano già da tempo che i pianeti erano influenzati nella loro orbita da altro, anche se ancora non riuscivano a vedere niente. Però i Sumeri erano convinti che quello era il nostro sistema solare con il sole e undici pianeti che gli ruotavano intorno. Anche la Luna era considerata un pianeta e in più c’era un pianeta che attualmente non riusciamo a trovare.

    Solo fantasie naturalmente almeno per i greci e i romani che consideravano che fosse la terra al centro dell’universo e tutti le giravano intorno. La Terra era piatta circondata da acqua e sotto c’era l’Ade. Poi Copernico riscoprì la concezione eliocentrica cioè che era il sole al centro e tutti i pianeti gli giravano intorno.

     Riscoperta perché nell’antichità già queste cose erano conosciute.

    Pare impossibile che nel II secolo A.C. Ipparco studiava lo spostamento del segno sostiziale ed equinoziale che oggi chiamiamo “precessione degli equinozi”. Questo si può spiegare soltanto considerando la Terra una sfera in un universo sferico. Si può ipotizzare che Ipparco considerò tutto ciò solo come idea. Però non spiega come abbia potuto calcolare lo spostamento degli zodiaci da una casa all’altra considerando che ci vogliono 2.160 anni per notarlo. Dove allora aveva attinto ai dati di cui era in possesso?

Ipparco confermò nei suoi scritti che i suoi studi si basavano su conoscenze accumulate e verificate nel corso dei millenni. Tra le sue fonti citava gli astronomi babilonesi e di Caldea. Per generazioni e generazioni la parola caldeo significava “osservatore delle stelle”.

    Per seguire gli spostamenti dei corpi celesti e la loro posizione in rapporto con la Terra gli Assiri e i Babilonesi avevano delle tabelle di effemeridi, in cui erano annotate le posizioni passate di tali corpi e la predizione di quelle future. I Caldei scoprirono che venivano utilizzati due metodi matematici per fare i calcoli astronomici. Uno più recente, quello babilonese e più semplice, mentre quello di Uruk città sumera molto più antica, altamente sofisticato e più accurato.

 

   Attualmente si è venuti a conoscenza che le tavole delle effemeridi e il manuale delle spiegazioni per utilizzarle non erano molto capite dagli astronomi babilonesi come molti termini tecnici ancora oggi sconosciuti. Venivano soltanto utilizzate. Però erano a conoscenza del fenomeno della retrogradazione cioè il corso apparentemente eccentrico e serpentino dei pianeti come esso viene visto dalla Terra. Dovuto al fatto che la terra ruota attorno al Sole con una velocità maggiore o minore rispetto agli altri pianeti. Questo però è legato non solo al movimento orbitale intorno al Sole ma anche al periodo di tempo lunghissimo che ci vuole per osservarlo. Chi dunque aveva compiute queste lunghissime osservazione per poter poi formulare quelle teorie?

    Tutto parte sempre dai sumeri che pur non avendo strumenti tecnologici atte all’osservazione astronomiche avevano quelle conoscenze.

I termini sumeri che si leggono nelle tavolette d’argilla o nei cilindri confermano che il termine DUB, che in astronomia indicava la circonferenza del mondo di 360° in relazione della quale parlavano di curvatura o arco dei cieli.

Conoscevano i paralleli e i meridiani, i solstizi, gli equinozi. Ma erano a conoscenza anche di costellazioni sia nell’emisfero boreale che in quello australe.

    Nel 1925 gli astronomi moderni si decisero a suddividere i cieli visti dalla terra in tre grandi fasce. Poi si resero conto che questo lavoro era già stato fatto dai Sumeri. La fascia settentrionale o via era quella di Enlil, quella meridionale di Ea e quella centrale di Anu.

L’attuale fascia centrale, la fascia delle 12 costellazioni dello zodiaco, corrisponde esattamente alla via di Anu, dove i sumeri raggruppavano le stelle in dodici case.

    Si pensava che fossero stati i greci a chiamarle in questo modo, prendendo spunta dalla loro mitologia, invece loro si sono limitati a prenderne solo nota. Infatti, furono i sumeri a chiamarli in questo modo dalla forma che parevano avere le stelle viste dalla Terra nel loro moto.

Comunque fino al 1925 riconoscevamo soltanto la classificazione Tolemaica nella fascia nord cioè 19 costellazioni, poi con i telescopi sempre più perfezionati si arrivò a 28 costellazioni esattamente come nella via di Enlil. Così fecero per la fascia di Anu e di Ea, anche se per quest’ultima ci furono delle difficoltà per individuarle tutte e anzi alcune risultano ancora misteriose. Forse perché millenni or sono le stelle erano posizionate differentemente. Sembra però incredibile come abbiano potuto da Babilonia o dalla Mesopotamia in generale, poter stabilire le costellazioni australi quando non si può vedere oltre poco più della metà di quel cielo. Eppure costellazioni che sono al di là dell’orizzonte visibile sono perfettamente riportate.

    La precessione è un fenomeno determinato dall’asse terrestre nord-sud durante la rotazione che traccia due grandi cerchi. L’apparente ritardo della Terra rispetto alle costellazioni ammonta a circa cinquanta secondi di arco all’anno oppure un grado ogni 72 anni. Il grande cerchio, cioè il tempo che il polo nord terrestre impiega per tornare nella stessa posizione rispetto alla stella Polare corrisponde a 25.920 anni (72x360) ed è quello che gli astronomi chiamano il grande anno o anno Platonico (perché sembra che anche Platone ne fosse a conoscenza).

Per il fenomeno della precessione, l’equinozio di primavera e gli altri fenomeni astrali di anno in anno si trovavano in ritardo e ogni 2.160 anni si trovano ritardati di un’intera casa zodiacale.

    Gli astronomi moderni continuano a utilizzare il “punto zero” l’Ariete che segnava l’equinozio di primavera intorno al 900 A.C. ma in realtà quel punto si è ormai spostato nei Pesci. Verso il 2100 si sposterà ancora e sarà verso l’Aquario. Ed è per questo quando si intende che stiamo per entrare nell’era dell’Acquario.

     I sumeri davano molta importanza al toro, ne abbiamo tracce in molte iscrizioni iconografiche. Anche di un combattimento tra un toro e un leone. Questo è una prova che lo zodiaco ha almeno 4000 A.C ma anche del periodo in cui sarebbe nata la civiltà sumerica, pressoché dal nulla! Sono state trovate delle iscrizioni in cui fanno precedere l’anno zero dello zodiaco tra il toro e i gemelli quindi ancora prima dei sumeri. In una tavoletta sumerica, conservata al Museo di Berlino (vat 7847) elenca le costellazioni zodiacali iniziando da quella del leone, che ci riporta a circa 11.000 A.C.

    Sintetizzando al massimo quello che ho letto, il numero 12 sembra essere un numero magico per i sumeri. Probabilmente si rifanno proprio ai corpi celesti del nostro sistema solare visto da loro. Da qui i 12 mesi, i 12 segni zodiacali, le 12 ore doppie, i 12 dei dell’aria, i Titani erano 12 così come le tribù di Israele e le parti del magico pettorale del massimo sacerdote israelita. Come non pensare agli apostoli nella religione cristiana?

     Poi per misurare la distanza tra le stelle avevano tre distinti sistemi. Ma a cosa serviva conoscere con precisione quale fosse la distanza tra una stella e l’altra? Per avere escogitato addirittura tre sistemi matematici doveva essere importante. Senza contare che, molto prima della nostra era moderna, erano a conoscenza delle costellazioni, della precessione, della retrogradazione. Mi viene il dubbio che, come nel passato i nostri astronomi non vollero credere alle scoperte sumere perché reputate errate o impossibili, salvo poi ricredersi, anche oggi, malgrado tutti i nostri meravigliosi mezzi di osservazione, siamo ancora indietro rispetto a loro. Per esempio la Luna, il nostro satellite che fino a poco tempo fa si credeva fosse un pezzo della Terra staccatosi o che si fosse formato della stessa materia della Terra, adesso dopo le verifiche effettuate, sappiamo che è un vero e proprio pianeta che ha avuto un decorso simile al nostro e che si è raffreddato piano piano.

     Purtroppo non sappiamo ancora il perché di tante stranezze che la Luna ha rispetto al nostro pianeta, come per esempio masse magnetiche non concentrate nel suo nucleo interno, ma sparse ovunque e materiale come il potassio e fosforo radioattivi praticamente appena sotto la sua superfice in quantità enorme. Sulla Terra, invece, ne abbiamo poco di questo materiale e tutto concentrato in profondità. Pare che qualcosa l’abbia sconvolto a tal punto da rivoltare tutto. Comunque anche per la Luna, i Sumeri non avevano torto.

Ancora oggi facciamo solo ipotesi di come sia nato il nostro sistema solare! Naturalmente gli scienziati formulano tante idee ma scientificamente non abbiamo prove. I sumeri invece hanno lasciato scritto com’è nato il nostro sistema solare. Lo abbiamo trovato scritto in tante tavolette d’argilla (7) e anche in sigilli cilindrici. Sono solo fantasie e leggende esattamente come tutto quello che ho scritto precedentemente.

Perché non si può credere ASSOLUTAMENTE che individui di oltre 6000 anni fa possano avere avuto conoscenze tale da farci impallidire.

      In un sigillo accadico conservato nel museo di stato di Berlino catalogato con la sigla  VA/243, c’è la raffigurazione dei corpi celesti molto diversi dalla solita maniera con la quale vengono figurati, infatti non si presentano singolarmente ma come un gruppo di 11 globi che circondano una grande stella. Si tratta del sistema solare come lo immaginavano i Sumeri.

     Se proviamo a confrontare questa raffigurazione col nostro sistema solare ponendo i pianeti (dal greco vagabondi) non su una stessa linea, ma su un cerchio esattamente come hanno fatto i sumeri e in un’orbita circolare e non ellittica, per meglio identificarli, notiamo delle differenze. Dopo Mercurio, Venere e la Terra con le dimensioni identiche ai nostri pianeti, notiamo Marte e poi un pianeta più grande della Terra ma più piccolo di Saturno. Poi Giove, Saturno e Plutone. Per ultimi Urano e Nettuno.

    Perciò le differenze sono in quel pianeta sconosciuto che nel nostro sistema solare non esiste e per la posizione di Plutone che si trova dopo Saturno.

    Gli astronomi consci che le informazioni provenienti da quel popolo sono tali da essere considerate e anche perché secondo la legge di Dobe, anche se empiricamente, si stabilisce che la distanza dei pianeti viene regolata da una formula aritmetica che almeno fino a Saturno è quasi perfetta, mentre poi per Nettuno e ancora più per Plutone non è precisa. Quindi secondo questa legge, tra Marte e Giove doveva proprio trovarsi un altro pianeta. Dopo svariate ricerche l’astronomo Giuseppe Piazzi, scoprì Cerere il 1 gennaio 1801.

    In seguito furono scoperti moltissimi altri asteroidi denominati attualmente “la fascia degli asteroidi” proprio dove avrebbe dovuto esserci quel pianeta citato dai sumeri. Gli asteroidi però non potevano essere i resti di quel pianeta esploso perché i vari pezzi non si sarebbero stabiliti proprio lì, perciò gli scienziati non sapevano cosa pensare. Oggi credono che siano delle masse che non riuscirono ad amalgamarsi per formare un nuovo pianeta, nel periodo di formazione del sistema solare. Solo una ipotesi fra le tante formulate.

 

 La creazione del sistema solare

   Noi attualmente abbiamo solo ipotesi mentre invece i sumeri hanno tutta una letteratura sulla creazione del nostro sistema solare, tutte informazioni che hanno ottenuto dagli Annunaki o Nephilim o come gradiamo chiamarli. Penso che valga la pena di soffermarci un attimo su queste leggende, tanto non dobbiamo mica crederci!

     Prendiamo atto però, che tutti i miti ci raccontano la lotta intestina degli dei che poi, pur con nomi ed eventi differenti ci narrano la stessa storia.

    Qui di diverso esiste un intreccio tra leggenda ed astronomia così stretto che spesso non si riesce a capire cosa sia vero e cosa sia inventato. Tutto però è talmente affascinante che si rimane sbalorditi per la fantasia che hanno dimostrato possedere questi personaggi antichi.

Sbalorditi anche perché le conoscenze astronomiche di quella gente si è dimostrata, nel tempo, veritiera. I nostri scienziati partono dal presupposto che nell’antichità non potessero conoscere situazioni astronomiche che noi abbiamo scoperto solo negli ultimi anni con mezzi tecnici altamente sofisticati, quindi ogni qual volta devono dar ragione alle leggende raccontate, come solide realtà, non si capacitano come abbiano potuto esserne a conoscenza. Naturalmente non considerano nel modo più assoluto che il tutto gli è stato raccontato dagli Annunaki, come i sumeri hanno sempre scritto.

   Anche per la creazione del nostro sistema solare, descritto nei minimi particolare nei cilindri, nelle tavolette o sulle pietre dai sumeri, i nostri scienziati sono convinti, ancora una volta, che siano solo fantasie. Anche se neanche loro sono a conoscenza di come in realtà si siano svolti i fatti.

E’ mai possibile che qualcuno sia stato spettatore della creazione e poi lo abbia raccontato? Forse è più probabile che qualcuno, sia riuscito a scoprire come sia stato creato, studiando a ritroso nel tempo, vari eventi e analisi. Esattamente quello che da tempo stiamo facendo ma ancora con scarsi risultati. Solo una civiltà molto più antica della nostra e più preparata può essere in grado di farlo. Però noi questo lo escludiamo ritenendolo impossibile.

 

Siamo alle solite, insomma, la Terra è piatta e chiunque dica che è rotonda non sa quello che dice!

    Intanto in una estrema sintesi vediamo cosa abbiamo scoperto nelle scritture sumere.

   C’era il sole all’inizio ed insieme a lui un compagno piccolo e veloce che gli girava intorno. I due comunicavano amichevolmente e si rispettavano confidando l’uno nell’altro. Questo piccolo pianeta era Mercurio. Più lontano c’era un altro pianeta da dove nasceva la vita, era la madre di tutti. 

    Nella letteratura poetica questi pianeti venivano considerati dei. Solo in questo modo era molto più facile far capire, nell’immaginario della gente, i vari sviluppi della creazione. Dal sole e dal pianeta Tiamat (la madre) nacquero due altri dei: Marte e Venere. Prima che quest’ultimi pianeti finissero di formarsi e quindi di crescere, nacquero altri due pianeti. Giove e Saturno. Quest’ultimi crescendo superarono in dimensioni i primi due. Il tempo passò e alla fine nacquero una triade di pianeti. Per primo si formò Urano (Anu), più piccolo di Giove (Kishar) e Saturno (Anshar), poi Anu generò un pianeta gemello suo pari Nettuno (Ea/Enki). C’era però anche un altro pianeta Plutone ( Gaga),che nella letteratura sumera era considerato un secondo genito di Anshar (Saturno) infatti la sua posizione era accanto al pianeta padre, come se fosse un suo satellite.

Plutone (Gaga) per motivi che non si conoscono, ma che le leggende descrivono, si comportava come mercurio, cioè era un messaggero e quindi si spostava.

    Possiamo dire che a questo punto la creazione era composta da:

Sole (Apsu)                            

Mercurio (Mummu)                

Venere (Lahamu)                   

Marte (Lahmu)                      

Terra? (Tiamat)                      

Giove (Kishar)                        

Saturno (Anshar)                   

Plutone (Gaga)                       

Urano (Anu)                           

Nettuno (Nudimmud Ea)       

    Mancavano ancora la Terra e la Luna che si crearono a causa di sconvolgimenti tra i pianeti.

   Le orbite infatti erano irregolari e molti si intrecciavano avvicinandosi di molto a Tiamat. Il pianeta più lontano di tutti, Nettuno, per ragioni sconosciute riuscì ad influenzare il Sole e Mercurio ponendoli come in un letargo.

    Forse a causa di forti radiazioni emesse da Nettuno, il Sole non fu più in grado di emettere materiale per formare nuovi pianeti. Questo causò un lungo periodo di calma nel sistema solare fino alla comparsa di un pianeta che veniva dall’esterno e che pare fu attirato dal pianeta più lontano di tutti. Questo nuovo pianeta fu chiamato Marduk ed era ancora in formazione tanto che nell’avvicinarsi a Urano da lui si staccarono quattro frammenti che diventarono le sue lune. Nell’avvicinarsi a Saturno e poi Giove, la sua orbita curvò ancora verso linterno del sistema solare dirigendosi in direzione di Tiamat in direzione opposta al moto degli altri pianeti.

Murduk sconvolse l’orbita di Tiamat e gli provocò una fuori uscita di materiale che si divise in 11 pianetini che divennero suoi satelliti, di cui il primogenito e il maggiore fu chiamato Kingu.

   Mentre Murdok si avvicinava sconvolse Kingu facendolo allontanare dall’attrazione del pianeta madre e ponendolo in una sua orbita personale ma anche Murdok ebbe conseguenze infatti generò altri tre satelliti e variò varie volte la sua rotta verso Tiamat.

   Solo i satelliti di Murdok si scontrarono con Tiamat provocandone enormi danni mentre il pianeta esterno al sistema solare trovò una sua orbita intorno al sole anche se con un’ellittica molto vasta. Kingu perse la sua orbita in conseguenza a questo. Murdok quando ritornò per la prima volta nel luogo dello scontro colpì personalmente Tiamak ormai senza risorse spaccandola in due. Una parte poi fu ancora colpita da uno dei satelliti di Murdok, chiamato vento del nord andando a finire in un’orbita dove mai nessun pianeta era stato, mentre la parte rimanente fu sbriciolata e destinata a formare la cintura degli asteroidi.

Kingu ebbe molti sconvolgimenti tanto da rimpicciolirsi e non avendo più una sua orbita fu attratto da quello che era rimasto di Taimat diventando di nuovo il suo satellite. Erano nati la Terra e la Luna. Plutone (Gaga) durante i suoi spostamenti si ritrovò ad essere il pianeta più lontano del sistema solare escludendo Murdok.

Se andiamo a leggere le “cronache” ogni pianeta era un dio e fra loro si coalizzavano e si scontravano per avere il potere. Ma trascurando le leggende e le storie epiche, in sostanza quelle scritture cuneiformi raccontano questi eventi. Anche se non possiamo credere a quello che hanno scritto perché l’intreccio stretto tra astronomia e fantasia va al di fuori da ogni logica, non si può fare a meno di notare che migliaia di anni prima che la nostra era moderna conoscesse il nostro sistema solare, i sumeri già lo conoscevano e anche molto meglio di noi. Poi anche la nostra Terra ha dei particolari che sconcertano perché da una parte del mondo c’è molta terra e dall’altra molta acqua. Come se quest’ultima abbia coperto un avvallamento o un grande spazio mancante di terra, esattamente portata via da un impatto.

Vorrei aggiungere un’ultima nota che mi pare interessante. Noi siamo il terzo pianeta del sistema solare. Invece la Terra per i sumeri è il settimo. Lo abbiamo letto molte volte e non possono esserci dubbi. Quindi qualcosa non funziona oppure non va per il verso giusto.

Per il verso giusto…. In effetti un viaggiatore che arriva nel nostro sistema solare dallo spazio profondo come inizia a contare i pianeti? Da quello che incontra prima, pare ovvio perciò: Plutone, Nettuno, Urano, Giove, Saturno, Marte, Terra, Venere, Mercurio. Non contando Nibiru che in realtà è quasi esclusivamente lontano dal sistema solare tanto da risultare assente, il nostro pianeta è esattamente il settimo.

Devo ammettere che sono tutte fantasie queste rivelazioni tradotte dagli scritti sumeri, ma andando avanti ne abbiamo altre ancora più sconvolgenti. Che fantasia questi sumeri!!!

 

 

                                                                                     Natale Pappalardo dicembre 2018

Uno che esisteva fin da principio

Consigliere e messaggero di Apsu

Signora delle battaglie

Dio della guerra

Vergine che dà la vita

Primo dei cieli

Consigliere e messaggero di Anshar

Quello dei cieli

Abile creatore

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