Il Radioamatore moderno
Con l’avvento di nuovi strumenti sempre più sofisticati, l’O.M. moderno è costretto ad adeguarsi se vuol tenere il passo coi tempi attuali. Oggi appena si accede nella propria Stazione Radio, la prima cosa che si accende è il PC.
Alcuni ne mettono in moto anche due o tre contemporaneamente perché le cose da conoscere sono tante e tutte devono essere sott’occhio se si vuole essere pronti a cogliere l’attimo. Occorre sapere com’è la propagazione nella nostra zona e come sarà fra qualche ora, conoscere tramite i Radio Cluster chi è in aria, su quale banda e frequenza e da chi viene ascoltato, dare un’occhiata ai Radio Skimmer per rendersi conto chi sta chiamando e dove e nel caso essere a conoscenza se il nostro segnale viene ricevuto e con quale intensità dalle stazioni automatiche che ci interessano.
Insomma le cose che un radioamatore moderno deve sapere, per un semplice collegamento in CW sono tante. Naturalmente il Log elettronico che ci assiste, riconoscendo per noi il nominativo dell’eventuale corrispondente nel caso sia stato già lavorato, quando e su che frequenza, non può mancare, così come sempre più spesso si può scegliere di non far intervenire il tasto nella chiamata e/o nella risposta che si intende effettuare, basta schiacciare il pulsante preposto con la registrazione del messaggio precedentemente memorizzato e il gioco è fatto, oppure si usa la tastiera.
Perché perdere tempo cercando manualmente una stazione lontana, magari girando e rigirando la sintonia del ricevitore, cambiando continuamente gamma e antenne per poter collegare uno Stato che a noi manca, oppure una spedizione o una stazione rara? Questo si faceva una volta, ormai è preistoria, non lo fa più nessuno neanche il più sprovveduto. Con l’aiuto del computer ci infiliamo in un bel pile-up e con “l’esperienza acquisita”, cercando di capire il modo di lavorare dell’operatore che sta dall’altra parte, ci sintonizziamo in split pronti per ricevere il bellissimo 599 tanto agognato. E’ una gara all’ultimo sangue tra noi e quanti stanno chiamando la stessa stazione da tutto il mondo.
E’ tutto lecito, ogni trucco è ammesso, ogni potenza, ogni antenna, tanto chi ci 2 controlla? Poi, a volte, anche dopo qualche ora, a seconda della fortuna o dell’esperienza acquisita, ecco che si fa centro. Ho letto poco tempo fa su un Forum di telegrafia, che un grande esperto di queste cose spiegava ad un principiante, che collegare delle stazioni attivate da squadre di specialisti, in regioni lontane, non è certo una passeggiata. Occorre esperienza, pratica, in sostanza occorrono le palle altrimenti non ci si riesce. Mi chiedo, che tipo di “palloni” dovevano avere coloro che, nel passato e quindi senza internet, riuscivano lo stesso a fare questi collegamenti? Comunque oggi ci sono parecchi O.M. con ottime stazioni e ancor meglio antenne, che fanno tutto per gli amici, anche collegare la stazione interessata usando un altro nominativo, il tutto per poter mostrare a tutti, sempre sul PC, il LOG dove risulta il QSO effettuato.
Comunque sia è un divertimento, una gara dove di solito vince chi ha di più sia mezzi e sia fortuna,. la competenza, quella la lascerei all’ultimo posto anche se non può non esserci. Un’altra gara molto interessante è il Contest. E’ talmente interessante e sentita che non c’è fine settimana che non ve ne sia uno. Ormai i Contest solo all’ordine del giorno, si fanno per qualsiasi cosa, anche per la festa del proprio paese, magari di poche centinaia di persone. Che importa? Quello che conta è la gara, la partecipazione, il misurarsi con gli altri, avere punteggio e forse anche la vittoria. Tra la ricerca delle stazioni rare, i collegamenti con le spedizioni create apposta per questo, i vari Contest, il radiotelegrafista moderno non ha quasi tempo per dei semplici QSO come si facevano una volta. Ormai le chiacchiere si fanno via SKYPE o si chatta con altri software appositi, magari mentre insieme con gli altri si cerca di “centrare il bersaglio”, succede in pratica quello che accade oggi in genere fra gli amici che abitando magari in quartieri differenti della stessa città, si incontrano sempre meno frequentemente DE VISU, magari davanti ad una bella pizza. Purtroppo il tempo è quello che è, fra bambini piccoli, genitori anziani, le riunioni di condominio ecc. si preferisce inviare un bel SMS, fare una telefonata magari rimandando alla prossima occasione l’incontro di persona. Eppure, nonostante tutto, anche se sempre meno, qualcuno ancora si trova pronto a fare un semplice QSO.
Il radioamatore può scegliere di attivarsi in diverse modalità di esercizio, alcuni poi, essendo poliedrici, riescono ad interessarsi a tutto o quasi. Esperti in ogni attività, in ogni settore sia nel CW, in SSB, RTTY e chi più ne ha più ne metta. Altri invece preferiscono dedicarsi ad una sola attività o comunque a pochi settori del radiantismo. Per quanto riguarda il CW, anche se può sembrare riduttivo esprimersi solo in questo modo, conoscendolo bene, entrando nel mondo del CW, ci si rende conto che in realtà all’interno di questa attività c’è tutto un universo da scoprire. Per questo motivo probabilmente alcuni operatori non hanno interesse ad 3 andare oltre il “semplice” CW, già trovano nel suo interno ogni soddisfazione.
Purtroppo non tutto oggi va come dovrebbe, infatti il mondo esterno influisce comunque con il piccolo mondo amatoriale del CW, la fretta, la velocità, sembra essere l’unica maniera giusta per farsi avanti nel CW. Prima, e parlo solo di pochi anni fa, c’era ancora la radiotelegrafia marittima con tutte le stazioni radio costiere ben attive che, in un modo o nell’altro, erano un punto di riferimento per i novizi che prendevano a piene mani quanto ascoltavano, ora, essendo scomparso quel mondo, i radiotelegrafisti alle prime armi sembrano smarriti. Sono alla ricerca di un faro che li guidi e li istruisca nel piccolo ma complesso mondo del CW e non trovandolo, vengono attirati da coloro che, già esperti si trovano sulle frequenze amatoriali. Purtroppo non c’è altro mezzo per poter imparare se non buttarsi nella mischia dopo aver appreso in qualche modo i rudimenti del CW tanto amato. I novizi, affacciandosi sulle bande amatoriali, vengono colpiti dalla possibilità di poter collegare stazioni lontane e quindi si adoperano con i vari software che indicano come e dove possono riuscire ad ascoltare tali stazioni. D’altra parte poter dire di essersi collegati con la Cina, la Nuova Zelanda o addirittura con un’isoletta sperduta nel Pacifico riempie d’orgoglio, senza contare la soddisfazione personale. Il QSO che ne deriva è quanto di più semplice esista al mondo, basta riuscire a sintonizzarsi in ricezione sulla frequenza interessata indicata dal Cluster, predisporre la frequenza di trasmissione di qualche kilohertz, di solito superiore, e quando si sente che la stazione è in ascolto, iniziare a manipolare il proprio nominativo radio.
Se si riesce a farsi sentire, tutto il QSO consiste nel trasmettere 599 e al massimo un 73. Tutto fatto! Si mette a Log il collegamento effettuato e nel caso si scrive anche la QSL inserendo almeno due dollari dentro la busta se si desidera una risposta di conferma. A forza di fare questo tipo di collegamenti si riesce a trovare una dimestichezza tale da diventare molto competenti in questa materia, ma non per quanto riguarda altri tipi di collegamenti, come per esempio la classica chiacchierata in chiaro. Purtroppo riuscire a fare quattro chiacchiere per un novizio è molto complicato. Sia perché ciò presuppone una conoscenza del CW notevole e sia perché è difficile trovare corrispondenti che siano disposti ad eseguire un QSO in maniera molto lenta. Sento sempre lamentele in questo senso: “correvano come treni, impossibile stargli dietro”. Tutto ciò naturalmente è sempre accaduto, da sempre i novizi hanno trovato difficoltà a seguire coloro che ormai avevano acquisito esperienza, però prima potevano trovare aiuto magari ascoltando i vecchi collegamenti dei professionisti. Capitava spesso di sentire una trasmissione molto lenta, forse causata da difficoltà di collegamento e tutto ciò era oro per il novizio che doveva imparare, però mancando la radiotelegrafia marittima, i novizi adesso, devono obbligatoriamente imparare con i soli radioamatori, che di solito pensano più al proprio divertimento che mettersi a fare didattica. 4 Perché l’hobby che cos’è in fin dei conti? Una distrazione, un piacere, un passatempo, ecco cos’è. Senza contare che oggi, in virtù della frenesia, della fretta e anche dalla voglia di mettersi in mostra, è veramente difficile trovare un QSO di radioamatori che manipolano a velocità medio-bassa.
Oggi, c’è competizione anche in un semplice collegamento, anche per dire che tempo fa nella propria zona, occorre trasmetterlo con grande velocità, e questo non perché non ci sarebbe il tempo necessario per farlo più lentamente, assolutamente, solo per dimostrare al corrispondente e anche ai numerosi ascoltatori, quanto si è bravi e capaci nell’uso della manipolazione veloce che impropriamente viene chiamata QRQ. E’ ormai assodato (per taluni) che velocità vuol dire bravura. Qualcuno ha messo in testa alle nuove leve che si è bravi solo se si corre, altrimenti non c’è gusto.
Riuscire ad arrivare a livelli altissimi dà comunque una esclusività che pone i velocisti come se fossero sul monte Olimpo, come se fossero Dei a cui tutto è permesso, mentre i comuni mortali devono accontentarsi di “zappare” a velocità medio-bassa sognando un giorno di poter salire fino alla vetta dell’Olimpo. Purtroppo questi radioamatori moderni, penso solo italiani, perché si tratta di uno sparuto gruppetto con la mania della velocità che imperversa solo su alcune frequenze ben definite, pontificano in tutti i modi che la radiotelegrafia vera è quella che fanno loro. Ci sono è vero tra costoro che professano il “QRQ” anche personaggi che non disdegnano di alternare alla velocità, anche l’uso di altri tasti e quindi, per ovvi motivi, rallentano di molto la velocità di esercizio, però la maggior parte spinge gli allievi e i novizi a cercare, innanzi tutto, ad andare più veloci possibile. Quest’ultimi impressionati dalla velocità con cui questi esperti riescono a manipolare, seguono ogni loro direttiva sperando di raggiungere presto un risultato simile, sognando di arrivare anche loro a correre, correre ed ancora correre. Sui forum si leggono tante cose a questo proposito, cioè che una volta imparato il CW non resta altro da fare che buttarsi nella velocità.
Continuano dicendo che è proprio nell’uomo il desiderio di misurarsi con gli altri, è proprio dentro di noi la voglia di provare l’ebbrezza della velocità, da sempre infatti l’uomo si è spinto sempre più in là, è assurdo pensare che un uomo possa accontentarsi di restare al palo, di fermarsi, di non competere, un’idea assurda solo pensarlo. Come si può, infatti, rimanere per anni, sempre ancorati alla stessa velocità, quale piacere può esserci ad addormentarsi nel ricevere e trasmettere alla velocità (chiamiamola così) commerciale? Invece bisogna sforzarsi di andare oltre, sempre più in là, oltre i limiti, oltre il possibile. Come se il semplice camminare, la semplice passeggiata poi venisse a noia, bisogna mettersi a correre, altrimenti ci si addormenta.
Ma non è tutto, infatti, adesso ho scoperto che molti miei ex colleghi R.T. ed io stesso, non tutti però, non siamo radioamatori, malgrado il nominativo radio e malgrado si sta spesso in aria. Siamo semplicemente operatori radio, gente che ha speso una vita con la radio, sulla radio e per la radio, ma sempre 5 malvolentieri. Eravamo costretti a lavorare e sinceramente non vedevamo il momento di smontare e chiudere tutto. Vuoi mettere invece un amatore della radio? Uno che si sacrifica per lei, uno che la ama appassionatamente, uno che tutto farebbe, anche notti in bianco. Come rispondere a simili concetti? Forse facendo presente che l’operatore radio può fare il radioamatore, mentre il radioamatore non può fare l’operatore radio, non per incapacità, soltanto perché quel mondo, quel modo di operare è finito. Come si fa a scrivere di cose di cui non si conosce niente? Come si fa ad affermare, scrivendo e firmandosi che le cose stanno esattamente così?
Bisognerebbe aver almeno conosciuto quel mondo, aver operato, averlo vissuto. Solo fumo, nient’altro che fumo. Senza contare che ultimamente il sentimento predominante nei vecchi R.T è l’invidia. Sicuro, i dinosauri, buoni solo per una buona casa di riposo, sono invidiosi dei radioamatori moderni che volano addirittura nell’etere. Noi “vecchi cammelli”, non possiamo in nessun modo aspirare a tanto, siamo ancorati al nostro mondo antico, alla carta e alla penna, scriviamo, come possiamo quindi elevarci a velocità superiori? Sono tanto convinti che forse ci credono veramente a quello che scrivono e dicono nei QSO, eh si perché forse credendo di non essere ascoltati a quelle folli velocità dicono certe cose… Vorrei in breve chiarificare alcuni semplici concetti. La radiotelegrafia è una forma di comunicazione semplice, facile, che è stata utilissima, anzi indispensabile per il mondo marittimo ed aereo. Come sempre succede quando una cosa diventa importante e l’uso diventa fondamentale, divulgandosi in tutto il mondo, la sua stessa natura viene interpretata a secondo delle esigenze diverse che possono intervenire. Così in alcuni settori, il CW si è anche prestato ad una forma di agonismo per rendere più accattivante il suo uso, instaurando competizioni varie. I campionati regionali, nazionali, europei e mondiali, di alta velocità, si sono sempre svolti.
Non è certo una novità di questi ultimi anni! Il tutto però rimane nell’ambito delle gare, delle competizioni, che niente avevano a che fare con il lavoro di ogni giorno, per quanto riguardava il servizio commerciale o il servizio militare o il puro divertimento nell’ambito dei radioamatori sia di ieri che di oggi. Una cosa è prepararsi per effettuare una competizione e perciò incrementare la propria velocità di ricezione e di trasmissione e un’altra cosa è diffondere come “l’unica cosa buona e giusta” che, se non si raggiungono dei livelli velocistici, si è buoni a nulla. Come già scritto in un mio precedente articolo (IL CW OGGI), l’abbandono delle attività commerciali e militari hanno di fatto reso il CW molto più semplice. Infatti non essendo più indispensabile scrivere quanto si riceve, perché non bisogna presentare a nessuno ne radiotelegrammi, ne bollettini meteo, ne avvisi ai naviganti, ne articoli di stampa, si può tranquillamente aumentare la velocità di esercizio anche se con essa di solito si commettono più 6 errori. Normalmente con i tasti automatici si discorre tranquillamente oltre i 150 c.p.m mentre con gli altri tasti, come i verticali o i semiautomatici la velocità scende di parecchio.
Nessuno vieta a chi è predisposto o semplicemente agli amanti della velocità di andare oltre, ognuno è libero di fare ciò che più gli piace, naturalmente senza denigrare chi invece preferisce limitarsi all’uso di velocità più basse oppure a tasti manuali che non permettono di andare a Mach 3. Un altro concetto che vorrei mettere bene a fuoco è proprio l’uso dei tasti verticali che alcuni radioamatori adoperano. La maggior parte degli amanti di questi tasti sono ex professionisti sia civili che militari. Hanno imparato dagli istruttori come fare e poi hanno continuato durante il loro mestiere, però esistono anche degli autodidatti che si sono innamorati di questi tipi di tasti arcaici. Il loro piacere è comunicare alla vecchia maniera, sentire la musica che il vecchio tasto produce. A loro non importa correre, perché poi? A quale scopo? Oggi, da alcuni radioamatori moderni, costoro sono considerati quasi dei principianti, anche se hanno alle loro spalle anni e anni di esperienza. Questi radioamatori appena sbocciati, che riescono a correre, magari inciampando spesso quasi ad ogni parola, che non conoscono quasi la cadenza, spesso mozzicando caratteri o addirittura saltandoli, senza correggersi quasi mai, cercando in tutti i modi di andare il più veloce possibile diminuendo anche lo spazio tra carattere e carattere, rendendo la propria manipolazione la più attaccata possibile, quasi marmellata pur senza esserlo, se non con qualche carattere che si sposa molto bene come MA che diventa Q oppure MI che diventa Z per non parlare poi della doppia T seguita da O, credono di essere migliori, più bravi degli “zappatori” che “arrancano” con il verticale. Ancora una volta confondono la competizione con il fare semplicemente radiotelegrafia. Purtroppo la colpa non è solo la loro, ma specialmente di chi ha inculcato loro che per essere bravi occorre essere corridori.
C’è da dire che i radioamatori in genere sono autodidatti, imparano a trasmettere e a ricevere praticamente da soli. Certo chiedono a chi è più esperto, si informano ma, in definitiva fanno tutto da soli. La maggior parte non si rende conto del livello di preparazione che hanno raggiunto perché non hanno un istruttore vero che li controlla e li segue, quindi appena riescono a ricevere in qualche modo con i vari software, subito si buttano nella mischia per effettuare qualche QSO. Giustamente non hanno altra via per imparare, però questo li mette in difficoltà a causa delle manipolazioni manuali che inevitabilmente ricevono sulle varie frequenze. Purtroppo non tutti riescono ad esprimersi in forma corretta, non siamo tutti uguali, quindi il novizio ascoltando il Morse con parametri molto approssimati e con velocità probabilmente superiori a quelle a cui è abituato, entra in crisi demoralizzandosi. Se poi gli operatori non manipolano tasti automatici, quelli che in qualche modo aiutano a rientrare nel protocollo Morse, ricevono sempre 7 meno e sempre con maggiori inconvenienti.
Questo è sempre avvenuto, e anche per i radioamatori moderni le cose non cambiano. Forse però oggi una differenza c’è rispetto al passato, infatti i tempi moderni costringono ad ottenere tutto e subito. Ottenere il massimo col minimo sforzo. Perché perdere tempo a “zappare” col verticale quando con un bel paddle si manipola presto e bene? Tanto più che i radioamatori moderni predicano proprio questo – Lascia la zappa è uno strumento di altri tempi, non potrai mai andare bene e veloce, mentre con il paddle… poi diventerai bravo e veloce come me in breve tempo.
Quale ragazzo oggi si sacrificherebbe a fare esercizi continui per sciogliere il polso e acquistare una certa cadenza con il tasto manuale, quando in quattro e quattr’otto potrebbe “volare” con l’automatico? Sempre meno infatti si trovano persone che “viaggiano” a scartamento ridotto con i vecchi tasti, a meno che non si parli dei vecchi operatori.
Ritorniamo sempre sul tema velocità, dove più velocità significherebbe più bravura. Questo è anche vero, non si raggiungono certe velocità se non ci si applica e non ci si allena continuamente. Naturalmente il tempo per arrivarci varia a seconda della predisposizione, dell’impegno e della volontà. Certamente non è facile arrivarci bene, senza commettere ne troppi errori ne troppa “marmellata”. Però la bravura non è data solo dalla velocità e poi in definitiva ognuno si esprime come può e con i mezzi che reputa più opportuni. Proprio perché si è nel mondo amatoriale e non in un mondo di professionisti dove occorreva fare traffico, far “pezzi”, come si diceva in gergo. L’importante nel mondo attuale della radio è il divertimento, la passione e la sensazione che si ha nell’ effettuare un QSO di qualsiasi genere.
Se si dovessero tener conto solo delle cose moderne, gli amanti delle vecchie radio surplus dovrebbero nascondersi e cosi tutti coloro amanti delle cose classiche e tradizionali. Dicevo prima che i novizi quindi, trovano difficoltà nel ricevere operatori che adoperano i verticali oppure i semiautomatici. Non capiscono e non solo alcuni novizi, ma anche esperti operatori amanti dei paddles, perché mai costoro che usano questi “ferri vecchi” insistono a manipolare in maniera quasi incomprensibile, accontentandosi di trasmettere ad una velocità tutto sommato bassa mettendo in difficoltà coloro che, in definitiva non hanno molta pratica e che producono certi suoni non conformi a quanto stabilisce il Morse.
Certamente qualche rara eccezione esiste, infatti, qualcuno riesce ad andare discretamente bene con i manuali ma, nel coro degli “stonati” uno intonato neanche si calcola. Si può spiegare una passione? Si può descrivere cosa si prova mentre si guarda un quadro o si ascolta una certa musica, o si scala una montagna o… mille altre cose?
Difficile spiegare, però un appassionato in un campo, non dovrebbe avere difficoltà a “capire” l’interesse di un altro per cose che a lui non interessano, d'altronde si tratta pur sempre di passione. Eppure parecchi vedono solo la loro “passione” come l’unica buona, l’unica che valga la pena di praticare. Colui che si diverte ad andare con un tasto verticale lo fa unicamente per il piacere che ne ricava. Trasmettere con un tasto simile è in realtà una fatica rispetto ai tasti automatici. Occorrerebbe un esercizio giornaliero continuo e un controllo sistematico della propria manipolazione che purtroppo oggi nessuno o quasi, può fare. Eppure, malgrado la difficoltà, coloro che continuano imperterriti a preferirli agli altri o comunque ad adoperarli si sentono più in comunione col Morse, come se fossero un tutt’uno con quanto stanno facendo, come se, per il semplice fatto di manipolarli completamente da soli e senza aiuto alcuno degli automatismi, hanno la possibilità di esprimere tutto ciò che hanno dentro. Perché, e questo molti operatori moderni non lo sanno, la radiotelegrafia non è solo un modo per comunicare un messaggio, è anche la maniera per scambiarsi sensazioni.
Ma tutto questo è sconosciuto per gli amanti della TAV, loro interpretano quanto stanno ricevendo a prescindere dalla maniera di manipolare, basta che sia veloce, il più veloce possibile. Altri operatori preferiscono fra tutti i semiautomatici, che come si intuisce sono una via di mezzo tra i manuali e gli automatici. La caratteristica principale consiste nella trasmissione automatica dei punti mentre soltanto manuale per le linee. Ne viene fuori una manipolazione che potrebbe anche essere molto precisa se l’operatore si applicasse sforzandosi di stabilire il classico rapporto 3 a 1 (tre punti equivalgono ad una linea) però a seconda della velocità che desiderano raggiungere, man mano che si va più velocemente, è sempre più difficile controllare questo rapporto. Di solito gli amanti di questi tasti non desiderano manipolare il “BUG” come se fosse un automatico, infatti quello che piace soprattutto a loro è il suono che produce mentre lo manipolano senza star troppo attenti al classico rapporto citato prima. Il suono caratteristico reso dalle linee più lunghe rispetto ai punti lo contraddistingue rendendolo caratteristico rispetto a tutti gli altri tasti. Ci sono poi degli operatori che addirittura deformano il rapporto suddetto in maniera esagerata provocando un suono molto musicale ma completamente fuori da ogni protocollo Morse. Quest’ultimi operatori si rendono benissimo conto di quello che stanno facendo eppure non fanno niente per correggere la loro manipolazione perché in definitiva, a loro piace così.
E’ una caratteristica propria dei possessori dei semiautomatici. Naturalmente non tutti si comportano allo stesso modo, altri infatti, si sforzano di andare per quanto è possibile con il rapporto canonico anche se, un orecchio esercitato, nonostante gli sforzi fatti per andare al meglio, coglie sempre la “voce” del tasto impiegato. Naturalmente non tutti sono capaci di manipolarlo, tanti operatori sono un vero disastro, non hanno “orecchio” per tale musica, però questo si può dire per tutti gli altri tasti compreso il tanto decantato paddle. Alcuni riescono a rendersi incomprensibili perfino con quest’ultimo. Probabilmente fra qualche tempo i Radioamatori moderni passeranno alla tastiera, più veloce, più precisa e meno impegnativa, contenti loro… Prima mi riferivo ai radioamatori poliedrici che si dedicano a molte attività amatoriali, a coloro che hanno tempo, voglia e passione, a persone predisposte, a fenomeni quasi extraterresti, però esistono anche altri radioamatori che non 9 sono poliedrici, che hanno poca predisposizione, che non hanno tempo da dedicare al loro hobby, non quanto vorrebbero almeno e che non sono fenomeni, ebbene ognuno fa quello che può, come può.
Non tutti possono essere bravi o bravissimi, non tutti possono essere al top e allora? C’è da condannarli? Ma non facciamo questo per divertirci? Fra i radioamatori di ieri e di oggi ci sono un’infinità di personaggi che spaziano in tutta la gamma dei mestieri, delle professioni, dal più umile al più prestigioso. Ci sono ricchi, poveri, intelligenti, stupidi ed ignoranti. Come ho scritto prima, ognuno fa quello che può, dove sta scritto che per essere un radioamatore bisogna essere per forza uno studioso, uno scienziato? Certamente nella categoria ci sono anche questi personaggi che hanno dato ed ancora danno lustro, ma non tutti possono essere persone tanto prestigiose. Fra gli amanti della radio ci sono anche alcuni che, nonostante abbiamo lavorato nell’ambito delle telecomunicazioni, specialmente nel CW, non si sono affatto stancati tanto da abbandonare il mezzo che hanno usato per tanti anni, anzi hanno continuato ad adoperarlo diventando dei radioamatori, cioè come dice la parola amanti della radio. Naturalmente il mondo dei professionisti non è certamente quello degli amatori, tante cose sono differenti, un mondo nuovo con tante sfaccettature e cose da scoprire che in principio hanno sorpreso l’ex professionista per la vastità degli interessi che la radio, in questa nuova ottica offre, pur con tutte le sue contraddizioni, però sempre molto affascinanti.
Mi piace e contemporaneamente mi sconcerta nel mondo amatoriale, la ricerca continua verso qualsiasi cosa, anche per la cosa in più. La migliore antenna, il migliore apparato, il miglior tasto, insomma come il classico pescatore che ha pescato il pesce più grosso o il cacciatore che ha preso più cinghiali. Occorre sempre essere un passo davanti agli altri, essere più bravi, migliori. Spesso poi basta far finta di esserlo, molti infatti preferiscono apparire che essere, come in ogni ambito, anche nel mondo amatoriale piace mettersi in mostra. Naturalmente se non ci fosse la continua curiosità tutto si fermerebbe, ma per fortuna malgrado i nuovi mezzi per comunicare, primo fra tutti internet, ancora il vecchio CW resiste e affascina.
A volte però ho dei seri dubbi che alcuni radioamatori lo facciano veramente per passione, dubbi molto seri. Mi sembra che credano di essere su un palcoscenico a recitare la parte di una commedia, una commedia buffa, anche se loro credono sia una cosa seria e che alla fine, gli applausi che ricevono, soltanto dai loro amici, li credono ovazioni assordanti che li ripaga del grande tempo speso per cercare di essere sempre protagonisti. Per loro sfortuna, non riescono ad essere altro che delle semplice comparse.
Natale Pappalardo op. Lino Febbraio 2011