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Il Morse questo sconosciuto

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     Non sono in grado assolutamente di scrivere trattati o semplicemente sunti su questo argomento, ma leggo su un certo Forum ormai in disuso, che la curiosità di conoscenza, adesso che sia l’una che l’altra attività (la telegrafia e la radiotelegrafia) non sono più professionalmente in auge, sta prendendo sempre più piede. Chissà perché questo interesse sta venendo fuori solo adesso e non quando entrambe queste attività erano in vigore? Forse perché ci si sta rendendo conto che adesso gli O.M non hanno alcun punto di riferimento? Intendo adesso che la radiotelegrafia ufficialmente è stata bandita come mezzo di comunicazione in quasi tutto il mondo e quindi, come il solo mezzo valido, come unico faro da seguire per i radioamatori che preferiscono utilizzare il CW. Coloro che hanno avuto la fortuna di seguire in qualche modo il traffico commerciale o militare, hanno avuto un prezioso aiuto che li ha fatti crescere e soprattutto intuire, se non capire, cosa significhi fare CW.

   Però come spesso succede, qualcuno adesso non ha resistito a metterci del suo anche in questa attività vecchia diciamo da almeno 150 anni. Anche perché ormai non c’è più nessuno o quasi, che possa impedire a chiunque di formulare ipotesi, creare un nuovo CW (lo desiderano tanto) o dare dimostrazione che il Morse che si pratica attualmente, da parte di alcuni OM, un gruppo per la verità sparuto, è quello vero, l’unico possibile. Il resto a parere di costoro, era solo un lento scrivere, un lento trasmettere, una cosa da dinosauri insomma. Io credo che questi operatori amatoriali che si mettono in luce abbagliando gli sprovveduti novizi con i soliti effetti speciali, hanno finalmente compreso che in sostanza, NON HANNO CAPITO nemmeno cosa stanno facendo. Proprio per questo adesso sono curiosi di sapere come facevano, come lavoravano, che cosa addirittura pensavano i vecchi operatori del Morse, proprio per il loro inconcludente cammino.

    Addirittura accusano i professionisti che non hanno voluto interessarsi, quando lo potevano fare, per avere notizie di prima mano da conservare, da memorizzare per poi informare coloro che sono giunti dopo, quando ormai era tutto finito.       Per quanto riguarda la memoria storica, purtroppo in Italia è così per ogni cosa. Addirittura non abbiamo niente di ufficiale neanche sulle stazioni radio costiere appena dismesse, se non per qualche privato che autonomamente si è dato da fare, assurdo pensare a cose lontane dal nostro presente. Poi è facile parlare, anzi scrivere, senza essere a conoscenza praticamente di niente. In che modo questi ex professionisti potevano avere le informazioni? Per quanto mi riguarda, e mi faccio carico di parlare anche a nome di tutti coloro che hanno più o meno la mia età e anche di più, diciamo fino a circa ottant’anni, nessuno di noi ex marconisti ha frequentato i vecchi telegrafisti a tal punto da dialogare con loro di queste cose, almeno per quello che so. Io personalmente ho avuto due istruttori molto valenti ex telegrafisti che mi hanno insegnato a fare il CW, ma io ero un allievo e allora non capivo e neanche avrei saputo cosa chiedere a proposito del Morse. Allora, ai miei tempi, ero tutto preso dall’apprendimento altro che interessarmi della memoria storica. Poi, una volta superato l’esame, diventato radiotelegrafista, mi sono imbarcato. La mia vita così come quella dei miei colleghi si è svolta prevalentemente in mare su navi per lo più con un solo operatore, il sottoscritto. A chi avrei dovuto chiedere queste informazioni?

   Poi ho avuto la fortuna di lavorare anche a Romaradio dove c’erano tanti operatori che però venivano o dal mare come me o dalla Marina Militare. Tolto qualcuno che aveva seguito dei corsi in loco. Poi le cose che si dicono senza una documentazione valida il più delle volte si rivelano non corrette. Prima di scrivere delle “verità” bisogna esserne certi oppure scrivere che sono solo delle ipotesi o dei "si dice", ma sempre con una certa logica pertinente. Almeno io non scrivo cose di cui non sono certo e anche se non ho alcun documento provante ciò che scrivo, ci metto comunque il mio nome e di certo quando non sono sicuro non manco mai di scrivere che è solo un mio parere. A proposito di Coloniale, qualcuno formulava tempo fa l’ipotesi che probabilmente quel tipo di manipolazione era causata dal grande caldo che faceva “incollare” il braccio sul tavolo…. o una cosa del genere, non ricordo le parole esatte. Classico esempio di “invenzione” quando non si conosce neanche il classico “tubo” della questione. Oppure quando si afferma, si dichiara, si scrive che sulle navi americane i bug erano vietati come ha ribadito un altro radioamatore proprio pochissimi giorni fa. Ebbene dove lo avete letto? Ne siete certi? Ditemi per quale motivo?

   A forza di ripeterlo la gente ci crede per davvero. ATTENZIONE A QUELLO CHE SI SCRIVE!!!!!!. Quando le cose si crede di conoscerle magari perché si è sentito dire da qualcuno… Poi per quanto riguarda i tasti per il Morse, è difficile inventarsi qualcosa di nuovo e crearli dal niente ancora di più. Io non credo che senza uno studio approfondito e una buona conoscenza della meccanica, ma non di quella navale o automobilistica, si possano "inventare" tasti che funzionino davvero. Realizzarli poi non è da tutti, abbiamo infatti degli esempi di tanti artigiani che pare usino delle lime. Diverso è invece quando coloro che li realizzano hanno esperienza magari acquisita durante una vita di lavoro in un campo simile.

   Parlando delle molle del verticale, per esempio, qualcuno pensa che quelle russe con tante spire al confronto con le nostre, (ma quali tasti?) che sembrano prese dalle mollette per appendere i panni siano migliori. Potrebbe anche essere, ognuno pensa quello che vuole, ma quando si afferma qualcosa bisognerebbe anche dimostrarlo con una buona manipolazione....almeno. Perno, micron, molle multispire ecc. ecc. ora si inventano qualcosa di marziano anche per il verticale non bastano i paddles spaziali. L'importante è la robustezza perchè al limite si può usare anche come martello sull' incudine, almeno a vedere certi filmati pubblicati......Il tasto serve e se è buono serve ancora di più, ma i professionisti trasmettevano con tutto senza fare i raggi x ai tasti che obbligatoriamente dovevano adoperare, perchè innanzi tutto sapevano manipolare. Altri invece vogliono conoscere la storia dell'insegnamento della telegrafia in Italia, come ho scritto all'inizio. Credo che si arriverà a conoscere tante verità. Forse una smentirà l'altra, curiosità legittima però, anche se sarebbe stato meglio si fossero svegliati prima.

   Posso solo dire che quando ho iniziato io ad imparare il CW, mi hanno insegnato in un certo modo che poi ho trovato, come metodo, anche fra coloro che avevano appreso il CW in Marina Militare. Anche fra coloro che erano già anziani di Marina, parlo dei Capi di 1cl. di allora. Poi a Romaradio c’erano una miscellania di operatori che venivano da ogni parte d’Italia e di varie età. Dai più giovani circa 30 anni ai più anziani circa 60 e più eppure, tutti proprio tutti, sembrava avessero imparato il metodo che hanno insegnato a me per quanto riguarda il verticale: braccio sul tavolo, tasto a circa 40 cm. dal bordo (questo era obbligato perché il tasto era fissato sulla scrivania) e il pomello non veniva MAI lasciato durante la manipolazione. A meno che l’operatore non scegliesse di farlo autonomamente per una sua scelta. A proposito della “tenuta” del pomello ben stretto, che il “Radioamatore”, così si firma sul forum, “AFFERMA” che invece bisogna fare danzare la mano sullo stesso, per non stancarsi. Lui NON SA, da quello che ha dichiarato, che c’è una ragione ben precisa che obbliga a tenerlo ben fermo. Poi ognuno con la pratica manipola come vuole, questa è un’altra faccenda.

   Comunque ci tengo a precisare che ha scritto che non lo adopera da circa 50 anni, però afferma, dichiara, scrive, pontifica ecc.ecc. Quindi sembrerebbe che ci sia stata una formazione collettiva uguale per tutti almeno in Italia. Questo non posso saperlo con certezza. Il mio istruttore ha appreso il Morse dal proprio padre che era un telegrafista ferroviario. Penso che una volta appresa la manipolazione in un certo modo, è difficile se non impossibile cambiare metodo e addirittura insegnarne un altro. Tutto è possibile però. Nel caso che invece il Cavalier Saso mi abbia insegnato il metodo con cui lui stesso ha imparato c’è da pensare che i telegrafisti dell’epoca usassero lo stesso nostro metodo attuale. Per saperne di più non c’è che andare a leggere quello che scrive Andrea Gaeta.

   Un ricercatore sopraffino anche se è stato costretto in qualche modo a “fidarsi” di supposti competenti moderni per le sue ricerche, ma come sempre qualche baco c’è sempre in ogni lavoro purtroppo.

 

 

                                                                                            Natale Pappalardo IZ0DDD Febbraio 2014

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